Yemen, è caduto il Muro d'Arabia di Claudio Gallo

Yemen, è caduto il Muro d'Arabia PENISOLA ARABICA La ramificazione dei due Paesi rimette in discussione gli equilibri della regione Yemen, è caduto il Muro d'Arabia Capo di Stato Ali Saleh (expresidente del Nord) Riadloda l'ujtione ma teme un vicino forte Una bandiera rossa, bianca e nera garrisce sul tetto del palazzo del governo ad Aden: è il simbolo del nuovo Stato, nato ieri a mezzogiorno dall'unione del Nord filo-occidentale e del Sudcomunista. La Repubblica dello Yemen (come già avvenuto nell'Est europeo, i rivolgimenti hanno fatto strage di aggettivi: è caduta la vecchia denominazione «araba» per il Nord, e «democratica popolare» per il Sud) si presenta all'anagrafe della storia con un passato di sottosviluppo da dimenticare, un futuro pieno di promesse e tanti Paesi fratelli che con una mano porgono aiuti e con l'altra fomentano instabilità. Dietro all'inevitabile retorica dell'Arabia Felix e alle citazioni di maniera del regno di Saba si profila infatti uno Stato in grado, sulla carta, di incrinare il predomino esercitato sulla penisola dall'Arabia Saudita. Questa riunificazione benedetta da Allah tra i continuatori della tenace eresia zaydita al Nord e gli infedeli del materialismo dialettico al Sud si trascinava, tra polemiche, sabotaggi e mezze guerre, da quasi vent'anni. La tradizionale moderazione religiosa dello zaydismo, la setta sciita meno lontana dal sunnismo, ha reso meno impossibile l'unione di una comunità ispirata ai principi del Corano con quello che è stato l'unico Paese comunista del mondo arabo: nel nuovo Yemen la legge islamica sarà una delle fonti del diritto, ma non l'unica. Già nel 1972 i due Paesi avevano siglato un accordo di riunificazione sotto l'egida della Lega Araba. Ora il presidente Ali Abdallah Saleh, presidente dello Yemen del Nord, 48 anni, colonnello appena promosso generale, guida una nazione di 15 milioni di abitanti, più popolosa della ricca Arabia Saudita. La vicepresidenza è andata al sud-yemenita Salem alBeidh, leader del partito socialista, premier è stato nominato Abu Bakr al-Attas, l'ex presidente della Repubblica democratica. La riunificazione è stata anticipata di cinque giorni per consentire al nuovo Stato di partecipare al prossimo vertice straordinario della Lega Araba, lunedì prossimo a Baghdad. Per effetto dell'unificazione yemenita, i membri della Lega scenderanno da 22 a 21 con grande scorno di Biad che teme la richiesta da parte del nuovo Stato di una redistribuzione delle quote Opec. Per questo motivo, pur sostenendo ufficialmente la riunificazione, l'Arabia Saudita finanzia sottobanco le fazioni di Sanaa che più si oppongono all'abbraccio con i senzadio del Sud. Alla cerimonia di alzabandiera era presente Yasser Arafat. I rapporti tra l'Olp e lo Yemen del Sud sono sempre stati ottimi: tuttora nel Sud sorgono campi di addestramento per guerriglieri palestinesi e, almeno fino a poco tempo fa, quando Aden era una delle pedine della politica inter¬ nazionale di Mosca, i terroristi di mezzo mondo trovavano qui ospitalità e assistenza. La nuova politica sovietica e il crollo del comunismo nell'Est europeo hanno cambiato radicalmente le cose e il vento della perestrqjka è arrivato fino al Golfo di Aden. Ma le cose non sono così semplici, quale sia la fisionomia politica di questa Repubblica, nata da un matrimonio tra il diavolo (sia pur riformato) e l'acqua santa, resta per ora un mistero che probabilmente molti a Sanaa non saprebbero decifrare. Neppure col sacrosanto aiuto di un po' di foglie di qat, la droga nazionale, piacere e dannazione del buon yemenita. Claudio Gallo ARABIA SAUDITA YEMEN 'YEMEN*"*)/ otarim REP. ARABA X REP. DEMOCRATICA • S POPOLARE sana madinatash sha "ab GOLFO DI ADEN

Persone citate: Abu Bakr, Ali Abdallah Saleh, Ali Saleh, Yasser Arafat