«Vogliamo una Russia autonoma» di Enrico Singer

«Vogliamo una Russia autonoma» Il radicale Eltsin prefigura una Repubblica che faccia da contropotere a Gorbaciov «Vogliamo una Russia autonoma» Varata la riforma economica MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La sfida di Boris Eltsin a Michail Gorbaciov è lanciata. Per il leader radicale, la Repubblica russa deve diventare un centro di potere autonomo politico e economico. Deve poter amministrare le sue risorse, che sono le più consistenti di tutta l'Urss. Deve poter commerciare direttamente con l'estero, e in valuta convertibile. Deve avere una sua Banca per gli scambi internazionali. Tutto questo, secondo Eltsin, si riassume in una formula: «sovranità reale». Che non significa secessione. Ma che è ancora più allarmante per il Cremlino perché significa realizzare un contropotere che toglierebbe forza al vertice centrale, che ridurrebbe l'Urss - e Gorbaciov - ad amministrare i brandelli di un impero senza testa. Quando Eltsin, ieri mattina, ha finito di leggere i tredici punti del suo programma di fronte al Congresso dei deputati russi, la sala è esplosa in un lungo applauso. Certo, molti hanno anche manifestato il loro dissenso con un coro di mugugni che lascia prevedere una battaglia all'ultimo voto quando, oggi o domani, i parlamentari saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente del Soviet supremo: in pratica il presidente della Repubblica russa. Ieri i 1059 deputati dovevano soltanto discutere il quarto punto all'ordine del giorno: verso quale tipo di sovranità marciare in un momento di grandi rivolgimenti istituzionali. E Eltsin è intervenuto a sorpresa nel dibattito anticipando molti dei temi del suo atteso discorso di candidatura. Il leader dell'ala radicale del pcus ha parlato per dieci minuti. Con tono secco, ma appassionato. Il male della Russia è «la politica imperialista del centro». E' questo «sistema amministrativo burocratico che tenta disperatamente di rimanere a galla» il responsabile della dispersione delle risorse. La Russia produce il 90 per cento del petrolio e il 70 per cento del gas dell'Unione, è la più grande e ricca delle 15 Repubbliche, «ma è all'ultimo posto per le spese sociali». Per guarire questi mali c'è una sola cura: «una sovranità economica e politica reale» da realizzare con 13 provvedimenti che Eltsin ha elencato senza entrare nei particolari. Ecco i più importanti. La Russia deve essere proprietaria delle sue risorse e del suo potenziale industriale. Libertà totale delle forme d'impresa e d'iniziativa economica. Rapporti diretti con l'estero e contratti in valuta. Rapporti con le altre Repubbliche da regolare con accordi specifici. Una Banca per il commercio estero. In sostanza il futuro governo repubblicano della Russia avrebbe più potere reale del governo dell'Urss perché amministre¬ rebbe direttamente risorse e industrie che oggi sono dirette dai ministeri centrali. Ma c'è di più. Uno dei punti del programma prevede di «interdire l'utilizzo del patrimonio economico, intellettuale, militare e umano della Russia per condurre una politica di diktat o di intervento negli affari di altri Paesi». In questo modo la futura Repubblica sovrana limiterebbe anche il campo d'azione politico generale, interno e internazionale, addirittura militare, dell'Urss. E questo chiarisce l'ampiezza della sfida che Eltsin lancia a Gorbaciov. Eltsin non vuole uscire dall'Unione: vuole tenerla in scacco, vuole restituire alla Russia il potere reale svuotando quello dell'Urss. La sfida di Eltsin, che di questa Russia autonoma vuole diventare presidente, dovrà superare l'esame del voto dei deputati. E forse sarà contenuta dagli uomini dell'apparato che almeno sulla carta - hanno la maggioranza nel Parlamento repubblicano. Ma preoccupa Gorbaciov. Il capo del Cremlino lo ha confermato anche in un incontro che ha avuto con Antonio Rubbi, l'ex responsabile della sezione esteri del pei. I giudizi di Gorbaciov, riferiti da Rubbi, sono significativi. «La nostra è una rivoluzione nella rivoluzione. E' naturale che qualcuno strilli e che si opponga. Ma bisogna evitare che si arrivi a uno scontro civile». Per «scontro civile» Gorbaciov intende tutto quello che può esasperare una situazione già conflittuale: tra le Repubbliche dell'Urss, tra gli schieramenti politici interni al pcus e tra quelli nascenti, tra le forze sociali angosciate dalla crisi economica. «Le difficoltà sono tantissime - ha detto ancora Gorbaciov - ma il problema più importante è l'economia che dobbiamo risollevare in tutti i modi». E, dopo mesi di esitazione, il «pacchetto» di leggi della riforma economica dell'Urss è finalmente pronto. Ieri è stato approvato dai due nuovi organi che affiancano il capo del Cremlino: il Consiglio presidenziale e il Consiglio federale riuniti in seduta comune. Dopo questa luce verde, il complesso della riforma economica sarà presentato domani al Parlamento che dovrà approvarlo. Ma, dalle indiscrezioni, è possibile già anticipare che il «pacchetto» si divide in tre grandi capitoli. Uno di riforme di struttura, con tempi anche lunghi, che introducono dosi di iniziativa privata, modificano il sistema bancario e quello della direzione dell'industria di Stato e che promettono all'orizzonte del 1995 il rilancio dell'economia. Un secondo capitolo di garanzie sociali: indennità per i disoccupati, assegni familiari per i figli, aumenti salariali. Un terzo, e più contestato, sui prezzi. Gli aumenti di generi essenziali, come gli alimentari, saranno inevitabili e anche sostanziali. Il prezzo del pane dovrebbe essere triplicato (oggi costa l'equivalente di 400 lire il chilo). Quello del sale o della farina raddoppiato. Ma per certi prodotti si ipotizzano aumenti anche del 30 per cento (il gas per uso domestico) o del 50 per cento (i biglietti di treno e d'aereo). Gli aumenti, però, non scatteranno che a partire dal 1991 e dovranno essere sottoposti a quella che il governo definisce «una larga discussione popolare». Anche se questo significa che la riforma economica è di fatto prigioniera. E questo Gorbaciov lo sa benissimo. Enrico Singer Il leader radicale Boris Eltsin ambisce alla presidenza russa