Film e cinegiornali italiani in rassegna al Massimo

NEL CORSO DEL 1942 CINEMA NEL CORSO DEL 1942 Film e cinegiornali italiani in rassegna al Massimo LM ITALIA era in guerra, ™ ma a via Veneto si continuava a parlare di cinema, soprattutto di cinema. Superata la fatidica quota 100 (cento film prodotti nell'anno 1941, secondo l'obiettivo programmato dal regime), il 1942 vede l'industria cinematografica lavorare ancora a pieno regime, favorita sia dallo sforzo produttivo che il fascismo continuava a profondere sia dalla chiusura nei confronti del mercato estero, che aveva obbligato gli spettatori italiani a consumare quasi esclusivamente film italiani più qualche opera prodotta dai paesi dell'Asse. L'autarchia aveva profondamente modificato la scena cinematografica: nei primi Anni 40 si sono moltiplicati gli esordi, i remake autorizzati e quelli clandestini, i tentativi di costruire uno star-system nazionale, gli echi della società americana e del suo cinema surrogati all'italiana. L'attualità era riservata ad alcuni (pochi) film di guerra, e soprattutto ai cinegionali Luce, che davano ampio spazio alie notizie dal fronte e all'incessante campagna ideologica che il duce compiva in patria. La maggior parte della produzione era però dedicata alla commedia, ai melodrammi, all'avventura. Fu uno dei periodi più intensi del cinema italiano, e lo sviluppo forzato dell'industria sarà un retroterra che paradossalmente favorirà qualche anno dono il neorealismo, cioè un cinema che nasceva come opposizione globale al cinema italiano che fino a quel momento si era sviluppato. Ma torniamo al 1942. L'Archivio Cinematografico della Resistenza continua anche quest'anno la benemerita opera di riflessione sul cinema e la so- cietà italiana negli anni del fa- ; seismo: proseguendo cronolo- \ gicamente. Paolo Gobetti e Paola Olivetti propongono questanno 31 film e almeno altrettanti cinegiornali, dal 22 al 30 maggio nella sala del Massimo. Le commedie di Vittorio De Sica (tUn garibaldino al converto»). di Giacomo Gentilomo i («Finalmente soli»), di Perdi ì naudo Mana Poggioli («La hi sbetica domata») saranno cosi abbinate a ottimi film dazione come «Don Cesare di Basan* di Riccardo Preda o «Bengali» di Augusto Genina. Ma forse le sorprese più interessanti riguardano alcuni registi ancora oggi conosciuti con etichette che non restituiscono la complessità delle loro opere. E' il caso di Raffaello Matarazzo, il cui «Giorno di nozze» (e forse ancora di più un altro film con Campanini. «Il birichino di papà») è una scatenata commedia che differisce molto dai toni dei suoi capolavori più noti, i melodrammi del dopoguerra «Catene», «Tormento» e «1 figli di nessuno» Opere di Mano Mattoli, noto per le sue riviste teatrali «Za-Bum» e per aver diretto alcuni dei più famosi e divertenti film di Totò («Miseria e nobiltà», «Toto Sceicco». «Totò al Giro d'Italia»): infatti, nella sua filmografia pochi ricordano una serie di melodrammi di grande successo, che avevano come frase di lancio «i film che parlano al vostro cuore», due di questi. «Catene invisibili» e «Stasera niente di nuovo», entrambi interpretati dalla bellissima Alida Valli, sono compresi in questa rassegna La Valli, che subito dopo la guerra sarà chiamata a Hollywood, sarà presente anche con il dittico «Addio Kyra» e «Noi Vivi» di Goffredo Alessandrini, opera di dura propaganda anticomunista, forse i migliori tra quelli direttamente ascnvibtli ai conte nuti del regime Almeno altre due doverose segnalazioni, dentro un programma che affascinerà chi si interessa al cinema italiano ù aoir «Fari nella nebbia» di Gianni Franciolini e «Quattro passi tra le nuvole» di Alessandro Blasetti. da malti considerato un film che anticipa di qualche anno atmoafar» e situazioni tipiche dell unmi nenie neorealismo. St.*ftni «-.Stasera niente di m.'. < ■ Sotto -W t Ut

Luoghi citati: Hollywood, Italia