SCOPRIAMO MASTRO BIDUINO

SCOPRIAMO MASTRO BIDUINO SCOPRIAMO MASTRO BIDUINO ATORINO I due lati del grande Trittico di Assiano nella cornice originale dorata e dipinta, unica opera firmata dei lombardi di estremo '400 Marco Lombardi e Giovanni Antonio da Cantù. due televisori trasmettono la parola e il gesto di Federico Zeri, che illustra in un apposito video le 15 opere «Da Biduino ad Algardi. Pittura e scultura a confronto» esposte fino al 23 giugno presso «Antichi Maestri Pittori» di Gallino e Benappi. In parallelo, le stesse opere sono studiate nel catalogo a cura di Giovanni Romano, realizzato da Allemandi, dall'acribia storica filologica di studiosi a livello universitario, da Ballarin a Bellosi, da Briganti a Castelnuovo a Ferretti, e di loro allievi. In alcuni casi, le schede divengono vere e proprie piccole monografie o capitoli di storia dell'arte italiana: come quella di Giancarlo Genti 1 ini per il San Leonardo in cotto, così nobile e raro in quell'equilibrio fra panneggio tardogotico e salda cadenza classica-rinascimentale che coinvolge Ghiberti, Nanni di Banco e il giovane Donatello, di Michele di Niccolò Dini collaboratore del Ghiberti e attivo anche a Verona; o quella di Massimo Ferretti sulla Madonna lignea policroma dell'abruzzese tardo quattrocentesco Silvestro dell'Aquila. Altrettanto esemplari seno le occasioni offerte dalla Madonna e Sante di Bernardino Zaganelli di Cotignola, già nota al Berenson negli Anni Trenta in collezione Lederer di Vienna, ad Andrea De Marchi, e dall'Incontro di Giacobbe e Rachele al pozzo, già nella collezione Durazzo Pallavicini Negrotto Cambiaso a Genova. Quest'ultimo quadro era riferito alla bottega di Jacopo Bassano all'asta Christie's della collezione iti 1979. riconosciuto al Bussato stesso dall'antiquario Carato nel 1986 dopo un primo restauro e definitivamente oggi |a Alessandro Ballarin. E' l'occasione, per il Ballarti, di tracciare tutto un amao «excursus» sul Bassano nel sit ■ timo decennio del '500. sul sto definitivo superamento de|c cromie e del luminismo maniristico per una fusione quai impressionistica di luce e colire, a cui corrisponde la nasciti e la fortuna della composizione «pastorale». Parimenti, la coisiderazione della tavola dejo Zaganelli, di forme preziose ni elettissime ma a lor modo n«indicamente un poco eterodosje, permette a De Marchi un'indagine sull'incontro a Ferrara, ilio scorcio fra '400 e '500, frala tradizione di Ercole De Robetti, il particolare «protoclassrismo» di Boccaccio Boccaccio di ascendenza peruginesca \ i primi echi di Giorgione. Una mostra di antiquari, quindi, che si traduce ani opera per opera, in una «le; ne» di storia dell'arte e di filologia. Fenomeno diffuso vello internazionale, assai in Italia. Diventa allora ovrio che, alla qualità del lav ro scientifico (e delle scelte, in ogni senso) che fa da base i la mostra, corrispondano presi nze ed incontri eccezionali: p imi fra tutti il capitello «dejli Evangelisti» dal terzo ordiie della Torre pendente di Pia, nell'ambito del probabile prii ,o maestro lapicida, Biduino; o il sublime foglio miniato con Benedetto al centro e i due pi i todiscepoli Mauro e Placido i ginocchiati ai lati, riconosciti o al Beato Angelico dal Bello i estatico nella fondamentale ti [■ cromia oro, blu e nero delle 11 nache, e nel contempo classic mente rinascimentale. Marco Rose) 0 ( a/Militi (iiguruio di maestranzaptstutu (§200arni)

Luoghi citati: Algardi, Aquila, Castelnuovo, Cotignola, Ferrara, Genova, Italia, San Leonardo, Verona, Vienna