Nella città della Lega Cipputi viene dall'Africa

A Brescia (25% dei voti ai «Lombard») 4 mila operai neri: «Ci trattano bene, ma non abbiamo casa» A Brescia (25% dei voti ai «Lombard») 4 mila operai neri: «Ci trattano bene, ma non abbiamo casa» Nella città della Lega Cipputi viene dall'Africa / «padroncini»: sono lavoratori e noi li rispettiamo Ma il sindacato: «A loro toccano i turni peggiori» BRESCIA Le pance roventi dei forni fanno tremolare l'aria del capannone. Il cucchiaio meccanico versa alluminio fuso e Gnossio Berten, 29 anni, originario della Costa d'Avorio, suda dentro la sua tuta blu e aspetta che lo stampo si chiuda automaticamente. Il lavoro, otto ore al giorno in fonderia, turni anche notturni, domeniche comprese, 10 ha imparato in fretta. Uno dei responsabili di questa azienda, la Fomb, 100 dipendenti di cui 40 africani, dice un gran bene di lui: «E' bravo. Lavora, non parla, è puntuale. Proprio niente da dire», elenca 11 ragionier Vatrini. Qui si fanno cerchioni per ruote, 150 pezzi per operaio a turno, gli affari tirano, l'azienda chiuderà il bilancio, quest'anno, con un fatturato di 20 miliardi. Gnossio, a fine anno, avrà guadagnato una quindicina di milioni: metà sono da mandare a casa, tremila chilometri più a Sud, gli altri (forse) basteranno per pagarsi il dormitorio e i pasti. Eccoci qua, nel regno del tondino e della Lega lombarda, nella spina dorsale dell'economia bresciana, dove migliaia di piccole e piccolissime aziende macinano ricchezza e assorbono, più che in qualsiasi altra parte d'Italia, la nuova manodopera nera. Girando nella zo¬ DAL NOSTRO INVIATO na industriale a Sud-Ovest di Brescia, dove si ammassano le scatole prefabbricate delle aziende, i neri sono ben visibili. Viaggiano insieme, a fine turno, verso i paesi delle valli o verso Bergamo, Cremona, persino Milano. Qui le case non si trovano e loro si arrangiano. Raccontano tutti la stessa storia di Diafallou, 28 anni, senegalese che ride: «Mio Paese molto posto per abitare e niente lavoro. Qui, il contrario. Ma bresciani molto gentili con noi». Mettendo insieme i dati dell'Ente economico bresciano, del sindacato e del centro emigranti della Curia, i neri (ghanesi, senegalesi, marocchini, tunisini) dovrebbero essere almeno 7 mila, una buona metà dei quali impiegati nelle aziende. «Per lo più in situazioni di lavoro pazzesche», dice Marco Fenaroli, della segreteria Fiom. «Non esageriamo - corregge padre Bernardo Zonta -. E' giusto vigilare. E' ingiusto fare gli allarmisti. Brescia è una città civile, accogliente, tollerante». L'Usi ha aperto da gennaio un ambulatorio, dove lavorano un medico somalo e uno libanese, dedicato agli extracomunitari. La Curia, che ha attivato le parrocchie e i volontari per il reperimento delle case, si fa garante dei contratti di locazione. Lo Iacp ha presentato un progetto per la costruzione di piccoli prefabbricati da destinare agli africani, ma la Regione non l'ha ancora finanziato. Eppure qui lo spadone di Alberto da Giussano ha falciato ben bene le urne: un bresciano su 4, per la Regione, uno su 5 per il Comune, ha votato Lega lombarda. E la Lega qui parla chiaro: «(Abbiamo detto e ripetiamo che i negri se ne devono andare», proclama Corrado Della Torre, 25 anni, segretario provinciale di Brescia. «Qui vivono da schiavi, la gente ha paura di loro. La tensione ancora non si è manifestata, ma c'è, cova». Alle finestre della sede sventolano le bandiere. Dentro, sventolano le parole: «Noi sappiamo che l'immigrazione fa parte di un disegno dei politici. Siccome lo Stato romano si sta sfasciando, i politicanti fanno affluire i negri per creare tensioni nel Paese e fare in modo che la gente abbia bisogno di uno Stato forte». Aggiunge Francesco Cavalli, neo consigliere comunale, studente di ingegneria, biondo e svelto: «Ci batteremo perché siano concessi ai negri solo permessi temporanei. Per le case vogliamo che prima siano soddisfatte tutte le richieste dei residenti. Siamo ancora in tempo per rimpatriarli. Quando cominceranno a fare figli, sarà tardi». A 200 metri dalla sede leghista, nel suo ufficio, il sindaco de Pietro Padula allarga le braccia: «Il successo dei leghisti non è legato al loro sciovinismo, seminai alla protesta contro i partiti e la pressione fiscale. Non mi sembra che ci siano tensioni razziali. Certo non voglio fare il prò feta. Potrei essere smentito». Chi ha pochi dubbi è Ugo Calzoni, responsabile delle relazioni esterne della Lucchini, testa d'uovo dell'imprenditoria bresciana: «Stia sicuro che qui non ci sarà apartheid Non nasce¬ ranno ghetti. Non ci saranno spedizioni punitive». Le sue ragioni scivolano sul velluto dell'economia: «Semplicissimo. L' economia bresciana ha bisogno di questa manodopera. 1 néri non sono sostitutivi, non portano via il pane a nessuno. Sono necessari. Legga i dati». 1 dati dicono che, ogni mattina, una buona metà del milione di bresciani eh* vive tra la citta e la D. N AITI Ù. De entagli locona, a). rea remi Ai di esi paMaveere lla un00 ofi ria, ssi, dianua ntio 1' netre esi no nal rent STV provincia mette in moto la macchina produttiva fatta di siderurgia, meccanica, industria tessile e terziario. Disoccupazione sotto un «fisiologico» 4 per cento, livello dei consumi supenore a Monaco di Baviera Qualità della vita tra le più alte d'Italia Seconde case, forte risparmio, evasione fiscale nella nonna E dunque «Qui il lavo ro e un valore positivo Chi fa il Le profumerie per pres concessionarie qui dal ti maggio ai 6 esentarvi l'utttma scop In alcune aziende metallurgiche della provincia di Brescia metà degli operai sono immigrati proprio dovere viene accolto e rispettato. Sul lavoro passerà l'integrazione». Ma davanti alla spanna di fascicoli intestati ai lavoratori di colore, nella sede Cgil di Brescia, i funzionari sindacali hanno parole meno ottimiste. «Queste sono tutte vertenze in corso per inadempienza di padroni e padroncini. C'è di tutto: lavoro sottopagato, licenziamenti immotivati. super sfruttamento, turni peggiori, lavorazioni peggiori». Sono gli spigoli più acuminati, ma inevitabili, della irruente economia sommersa? «No - dicono i due giovanotti della Lega -. E' che i negri stanno sputtanando il lavoro. Si lasciano sfruttare perché hanno bisogno; i padroncini ne approfitta no e il sindacato cavalca per non estinguersi. Vede che i negri servono a tutti». E a voi? «Ma no, mica siamo razzisti». «Ah, li vorrebbero mandare a casa7 - si arrabbia uno dei soci della Barattieri, azienda metal lurgica. 40 dipendenti, una mezza dozzina di extracomuni tan E poi qui chi chiamiamo a lavorare, il signor Bossi? Gli africani sono come noi. ci sono i lavoratori e gli scansafatiche Ora sto cercando una casa per i miei, che vivono una vita da schifo» Scusi, ma lei che ne pensa della Lega? «Sono in gamba Li ho persino volali» elencate vi attendono giugno operta BxXherm Pino Corri»*

Persone citate: Barattieri, Bernardo Zonta, Corrado Della Torre, Francesco Cavalli, Lombard, Lucchini, Marco Fenaroli, Pietro Padula, Ugo Calzoni