«Caro giudice non sono l'uomo di Baghdad» di Giovanni Bianconi

Dice di non sapere nulla del supercannone, ma controllò le lavorazioni a Terni, in Inghilterra e in Svizzera Dice di non sapere nulla del supercannone, ma controllò le lavorazioni a Terni, in Inghilterra e in Svizzera «Caro giudice, non sono l'uomo di Baghdad» La difesa del tecnico inquisito GIALLO IN IRAQ #ÉÉW Ucciso ingegnere inglese TERNI DAL NOSTRO INVIATO «Pronto, il nostro capo è stato ammazzato. Non sappiamo ancora niente, ma ci stiamo organizzando. Tu sospendi tutti i lavori, poi ti faremo sapere». Aldo Savegnago, il collaudatore dei pezzi ordinati dall'Iraq all'acciaieria di Terni Società delle Fucine, ricevette questa telefonata da Bruxelles poche ore dopo che Gerald Bull, l'inventore del supercannone, era stato ucciso, il 22 marzo scorso. All'altro capo del filo c'era l'uomo che l'aveva convinto a lavorare all'Ati, la società di Bull scelta dall'Iraq per controllare i lavori nelle fabbriche di mezza Europa. Passarono pochi giorni, e sui giornali comparve la notizia di alcuni sequestri di materiale avvenuti in Gran Bretagna. Venivano dalla Forgemasters di Sheffield, e Savegnago era stato poco tempo prima in quella fabbrica. Doveva controllare che i pezzi prodotti a Terni combaciassero perfettamente con quelli fabbricati in Inghilterra. In quel momento Savegnago capì di aver lavorato al progetto del supercannone. Chiamò ancora Bruxelles, gli dissero di stare tranquillo. Ora è inquisito dalla magistratura di Terni per traffico illecito di armi da guerra. «Ma io non c'entro, non ne sapevo niente. E soprattutto non sono l'uomo di Baghdad». LONDRA. Un ingegnere britannico è stato trovato morto nella sua stanza d'albergo di Baghdad, due giorni dopo essere stato aggredito per strada nel centro della capitale irachena. Lo ha annunciato ieri il Foreign Office. Gordon Glass, 58 anni, era stato colpito alla testa lunedì scorso, apparentemente a scopo di rapina, mentre camminava per una via di Baghdad. Sembra che dopo lo scippo fosse stato ricoverato brevemente in ospedale. Un suo collega lo avrebbe visto anche martedì in buone condizioni di salute. «Le autorità irachene - ha detto un portavoce del ministero degli Esteri britannico - assicurato che stanno facendo tutto il possibile per chiarire cosa sia successo». Glass era arrivato a Baghdad il 28 aprile assieme a due colleghi. Il Foreign Office non ha voluto ipotizzare collegamenti con il caso del «supercannone» e la stessa linea è stata mantenuta dall'azienda per la quale lavorava. [Ansa] Così si difende Aldo Savegnago, che non è ingegnere ma solo un esperto di meccanica. Originario di un paese in provincia di Vicenza, 68 anni da compiere tra qualche giorno, un passato di tecnico in due grandi industrie italiane, da dieci anni in pensione e ora «libero professionista» dei collaudi, Savegnago ha consegnato la sua difesa nei verbali d'interrogatorio redatti l'I 1 e il 14 maggio davanti a giudici e carabinieri che indagano sulla «PC2 connection». «Per ventitré anni sono stato all'Olivetti, per altri dieci alla Snia. Ho lavorato molto all'estero: Urss, India, Belgio. Lavoravo nel campo della meccanica, precisamente mi occupavo di utensili. Poi. una volta anda¬ to in pensione, ho cominciato a fare qualche consulenza per piccole fabbriche». Nel giugno dell'89 l'ingresso - a sua insaputa, dice l'inquisito - nell'affare del supercannone. Dal Belgio lo chiama un tecnico britannico (che gli inquirenti non solo italiani stanno cercando all'estero), conosciuto negli anni in cui Savegnago lavorava alla Snia. Parla a nome dell'Ati. la società messa in piedi da Bull. «Con questa persona ■ racconta il tecnico al giudice - mantenni rapporti anche dopo le mie dimissioni dalla Snia. Per tutto questo periodo ci scambiammo qualche cartolina e qualche telefonata, finché nel giugno-luglio '89 mi telefonò e mi chiese \'II; se volevo lavorare per la ditta Ati, per la verifica e il controllo dimensionale di materiale presso l'acciaieria di Terni. Io. pur con qualche titubanza, accettai, soprattutto per la vicinanza di Terni a Collefcrro, dove abito». Per la destinazione finale dei pezzi prodotti, a Savegnago viene fornita una spiegazione diversa da quella data dagli iracheni alla Società delle Fucine (prodotti per la petrolchimica). Al tecnico italiano, l'uomo dell'Ati spiega che si tratta di «cilindri che dovevano contenere grossi bracci idraulici per apri re e chiudere le paratie di dighe». Comincia cosi il lavoro di Savegnago alla Società delle Fucine: due-ire controlli al me¬ se, pagati poco più di 200 mila lire al giorno più il rimborso spese a pie' di lista. E i rapporti con l'Ati? Conosceva Gerard Bull? Conosceva Christopher Cowley, suo braccio destro? «Trovandomi a Bruxelles, all'inizio del mio rapporto con l'Ati. vi fu un rinfresco. Ricordo che mi fu presentato Cowley Bull ebbi modo di vt-derlo sempre in quella sede» Questi, secondo il collaudatoré italiano, sono gli unici contatti avuti con i cervelli della «PC2 connection» Ma i controlli richiesti dal rappresentante dell'Ali a Savegnago non si esaurirono alla Temi In un'occasione fu man dato a Sheffield, dove erano in costruzione alm pezzi che dovevano poi essere unni a quelli La Società delle fucine di Terni dove sono state bloccate parti del supercannone per l'Iraq prodotti a Terni. Savegnago disse che a suo giudizio non combaciavano perfettamente, e 10 fece mettere per iscritto sul progetto. Poi gli chiesero di controllare altre parti in una fabbrica svizzera, la Von Roll di Berna, dove la polizia elvetica ha effettuato nei giorni scorsi alcuni sequestri di materiale. Un ulteriore sopralluogo, stavolta in Italia, collegato al lavoro di Terni, avvenne alla Beltramelli di Bergamo. E i contatti con l'Iraq? Save\ gnago «collaudava» solo oppure ' insieme a tecnici di Baghdad? I «Nei miei viaggi a Terni sono I andato sempre solo - risponde il ; tecnico al giudice -. Solo una volta mi raggiunse, (l'inglese che l'aveva associato alla Ati. ndr). ed avemmo una riunione in quanto i tempi di lavorazione si stavano allungando. C'erano due o tre persone della Terni e un iracheno, di cui non ricordo il nome Mi si riferì che poiché ì pezzi erano in ritardo sulle consegne, questo signore era venuto per sollecitarli» L'episodio avvenne nel corso della seconda metà del 1989 Poi ci fu il viaggio in Gran Bretagna e la scoperta dell'intrigo internazionale che ha mierrotto il lavoro di Savegnago Ma prima che l'Ali assumesse l'ex dipendente della Sina, i controlli sui pezzi prodotti a Temi 11 faceva qualcun altro Forse una società specializzata Giovanni Bianconi