Gava: mafia forte come cent'anni fa

Nell'89 due milioni di delitti, in Europa solo Germania e Francia peggio dell'Italia Nell'89 due milioni di delitti, in Europa solo Germania e Francia peggio dell'Italia Cova: mafia forte come cent'anni fa E troppo garantismo aiuta il crimine L'operazione antidroga di Milano Per riciclare il denaro il boss aveva reclutalo l'ex re delle roulotte ROMA. «Ho sempre denunciato con forza l'aggravarsi del crimine ed ho sempre, in qiiesti duo anni, formulato analisi e proposte. Così come ho denunciato io stesso con fermezza la strategia delle organizzazioni criminali, intesa ad inquinare le liste dei candidati». Ad ammettere che la situazione dell'ordine pubblico è al livello di guardia e che le organizzazioni mafiose allungano da tempo ormai le mani sulla scelta dei candidati alle elezioni è lo stesso ministro dell'Interno, Antonio Gava <Le condizioni della sicurezza pubblica - dice citando un passo di un suo illustre predecessore, Giuseppe Zanardclli si presentano estremamente gravi al punto che il ministro dell'Interno, al quale se ne addossa la responsabilità, ne è completamente sopraffatto» «E questo - spiega ricordando che Zanardelh pronunciò quelle parole nella stessa aula di Montecitorio il 22 giugno 1878 - per dimostrare che il problema della delinquenza e di antica data e i he non e sociologia fare nfenrnento alle radici secolari del fenomeno». Rispondendo a Montecitorio alle numerose interpellanze e interrogazioni rivoltegli da quasi lutti t gruppi politici, Gava sottolinea anche di aver personalmente messo in guardia i panili prima delle amministra uve del 6 maggio del pencolo di inquinamento delle itste da parte della criminalità organi* rata •Quando escludo - precisa in falli il ministro dell'lni«nu> che esista un rapporto fra mafia e politica, intendi nfenrmi alta politica con la «p» maiuscola Nessuno pero nega che vi possano essere singole persone < ornate o colludenti con le or gamzzazioni cnminose» E gli omicidi e le intimidazuni a raffica che hanno carette nzzato le ultime consultazioni amministrative in Campania Sicilia. Calabria e Puglia ne sa rebbeio la dimostrazione più evidente Mafia e camorra vo gliooo orma) propn rappresentanti anche m seno agli enti locati Le forze dell ordine, grazie anche all'ottimo grado di coordinazione : aggiunto si oppongono validamente, ma il prò blema della criminalità orga nizzata. npete Gava. non e solo un problema di polizia ROMA. «Al ministro dell'Interno va la piena solidarietà della de per la competenza e l'energia con le quali svolge il suo compito». Al fianco di Gava, ieri alla Camera, e sceso il segretario del partilo, Arnaldo Forlani. Contro i comunisti che insistevano nel richiedere le dimissioni del responsabile del Viminale, Forlani ha avuto parole dure. «E' poco comprensibile che proprio ora l'opposizione comunista cerchi di colpire il ministro dell'Interno; e per di più con motivazioni costruite nel pieno di una campagna elettorale, con pregiudizi e difetto di obiettività nel confronto politico». Nella situazione italiana, con tutti i suoi in¬ FORLANI MILANO. Da un lato corrieri della droga, pregiudicati, latitanti ricercati; dall'altro due imprenditori insospettabili: Gaetano Nobile, presidente della «Roller» (nota azienda di roulottes), e Sergio Coraglia, titolare della «Monti immobiliare» di Milano. Da un lato lo spaccio di stupefacenti; dall'altro il riciclaggio del denaro in attività apparentemente lecite. In mezzo, a tenere le fila dell'intera organizzazione, il figlio di un boss mafioso assassinato tre anni fa. Un'organizzazione che maneggiava centinaia di miliardi. Così dicono i carabinieri che hanno condotto l'operazione, coordinata dalle procure di Milano e Palermo: 9 arresti, 3 ordini di cattura notificati a persone già in carcere, tutti per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti; 40 perquisizioni in altrettante società finanziarie o immobiliari, una mole di documenti «molto interessanti» che adesso saranno sottoposti a perizie contabili per capire come era esattamente il giro del denaro, da «sporco» a «pulito». Le indagini, cominciate nell'ottobre dell'88, avevano avuto un prodromo un anno prima, esattamente nel giugno '87 quando a Liscate, presso Milano, venne ucciso Gaetano Carello, già braccio destro di Luciano Liggio. Non era difficile intuire quale era l'attività di Carello, arrivato a Milano negli Anni Sessanta: coordinare il traffico della droga dal Nord Italia verso la Sicilia e viceversa; tentare di «ripulire» i proventi di quel traffico. Una volta ucciso il boss, chi può ereditare questa attività? Il figlio sembra avere tutte le carte in regola: alle parentele ereditate (sua madre è Antonietta Ciulla, sorella di Giuseppe, altro «grosso nome» della mafia) ne ha aggiunte di quelle «giuste», diventando genero di Antonio Gerace (famiglia di Partinico, mafia «vincente»). Ecco quindi che gli inquirenti puntano lo indagini su Antonino Carello, 31 anni, residente ad Albairate, l'unico degli arrestati a cui è stato contestato anche il reato di associazione mafiosa. Ufficialmente fa l'imprenditore odilo: sue sono la «Nova edil», la «Lainate costruzioni», ['«Immobiliare Antonietta», 1' «Edil immobiliare». Piccole società: non può essere attraverso di lo¬ ro che si riciclano i miliardi. E infatti sono società di copertura che servono a Carello per «giustificare» i rapporti d'affari con aziende di ben altra consistenza. C'è la «Montimmobiliare»: specializzata in compravendita di appartamenti, nel centro di Milano. Il titolare è Sergio Coraglia, 52 anni, originario di Alba. A lui fanno capo altre 29 società, tutte immobiliari o finanziarie: la «Monti» è il fiore all'occhiello, poi c'è un sottobosco di microaziende la cui attività sembra incentrata nell'hinterland di Milano dove le case sorgono come funghi. E dopo le case ci sono le opere di urbanizzazione: la rete idrica, quella fognaria e così via. Tutto un giro di costruzioni e appalti in cui il denaro si «lava» bene. Ma in contatto con Carello c'è soprattutto Gaetano Nobile, 40 anni. Con varie cariche sta a capo di Roller finanziaria, Roller tour, Roller tempo libero, Cesa spa, Fincos spa, tutte con sede a Firenze; Edilizia monti Iblei, Stf, a Palenno. In società di queste dimensioni (la Roller ha filiali in mezza Europa) la cifra di denaro riciclabile nelle pieghe dei bilanci può ben arrivare allo decine di miliardi. Ma questo denaro da dove arrivava? Gli inquirenti non hanno dubbi, dalla droga. Secondo loro Carello era in collegamento con trafficanti internazionali. Indagando su di lui hanno arrestato diversi corrieri o «esperti» del ramo: Domenico Palazzolo, 27 anni, bloccato nel marzo dell'89; Antonino Zacco, 42 anni, detto «il sommelier della droga» già condannato a 17 anni di carcere per la «raffineria di Alcamo», scoperta nel 1985 e arrestato a Milano nel febbraio scorso; Gaspare Girgenti, 50 anni, anche lui già condannato per la raffineria siciliana (8 anni). Nell'organizzazione c'erano pregiudicati e latitanti: Gaetano La Rosa, 36 anni, già condannato all'ergastolo per l'omicidio di tre carabinieri a Nichelino, scappato e poi bloccato a Milano nel gennaio '89; Luigi Bonanno, 47 anni, cugino del boss Gaetano; Vincenzo Schiattarella, 55 anni, Antonio Panaia, 31 anni, Remo Moli, 54 anni, Giovanni Malu, 50 anni, tutti ufficialmente commercianti, ma con un lungo dossier di precedenti penali.