Bucarest il Fronte vince in piazza di Guido Rampoldi

Centomila al comizio di chiusura di Iliescu: «Ti desideriamo, ti vogliamo, ti amiamo» Centomila al comizio di chiusura di Iliescu: «Ti desideriamo, ti vogliamo, ti amiamo» Bucarest, il Ironie vince in piazza Solo 10 mila al controcorteo studentesco Tensione, ma la polizia non interviene BUCAREST Una campagna elettorale fino all'ultimo turbolenta, demagogica e confusa, si è chiusa ieri sul filo della rissa tra dimostranti del Fronte e dell'opposizione, reduci da opposte manifestazioni. Tuttavia lo scontro è stato evitato e in termini numerici il Fronte ha stravinto la prova di forza in piazza, radunando a Bucarest centomila persone. Dice lo slogan più ritmato del Fronte che il sole sorge quando appare Ion Iliescu. E il sole è sorto ieri sera a Bucarest, quando Iliescu è apparso in piazza degli Aviatori in un tripudio di rose multicolori e di striscioni amorosi che dicevano: «Ti desideriamo, ti vogliamo, ti amiamo». Su quel roseto sospeso nell'aria Iliescu ha sparso raggi molto flebili, con un discorso per nulla trascinante ma sufficiente a suscitare i boati entusiastici della folla di impiegati e operai, in genere in età matura. C'erano, è vero, due camion dell'azienda municipale dei trasporti parcheggiati al lato della piazza, a ricordare che il Fronte ha usato anche l'apparato e i mezzi dello Stato per organizzare il consenso. Ma per il resto il raduno era spontaneo, e diceva che almeno nella capitale il Fronte vincerà le elezioni non in virtù di intimidazioni ma dell'ansia di stabilità e di sicurezza di ceti sbucati d'improvviso, nei paraggi Centocinquantanove bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni uccisi e 60 mila altri intossicati da gas lacrimogeni o feriti da bastonate e da armi da fuoco: questo l'impressionante bilancio dei primi due anni di intifada, in Cisgiordania e a Gaza, secondo un rapporto redatto dall'organizzazione filantropica svedese «Save the children» con il finanziamento della Ford Foundation americana. Nel commentare le pesanti statistiche le autorità israeliane si sono lamentate di non essere state interpellate dai ricercatori per svolgere ulteriori indagini o fornire spiegazioni e in un comunicato li hanno accusati di «usare i bambini palestinesi a fini propagandistici». Dal canto loro fonti militari ufficiose hanno definito «attendibile» il totale dei bambini palestinesi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE DIRITTI UMANI dello sconosciuto universo della democrazia e del libero mercato. «Benessere senza disoccupazione», ripeteva lo speaker che precedeva Iliescu. Quando l'atmosfera è calda e le rose già fremono nell'aria, ecco Iliescu comparire sul palco, accanto ad un pope ortodosso, presagio di una nuova alleanza tra Dio e Cesare. Iliescu lamenta «attacchi sleali», rovescia sull'opposizione l'accusa di violenze («Vinceremo, vinceremo», scandisce la folla). Promette: «Niente farà tornare indietro la Romania». Accenna alla necessità di un governo di coalizione, passaggio che lascia fredda la platea. Tutto qui, il comizio che chiude la campagna elettorale. Ma la gente di piazza degli Aviatori non chiede un leader carismatico. Vuole un tranquillo, rassicurante Piccolo Padre, e se ne va contenta, mentre gli strilloni di Dimineata, quotidiano ufficioso del Fronte, annunciano l'ultimo scoop elettorale: «Marion Monteanu (il leader degli studenti dell'opposizione) era un informatore della Securitate». In quel momento il presunto informatore della polizia segreta guida il corteo della Liga studentesca, diecimila liceali e universitari che transitano a mezzo chilometri dal raduno del Fronte gridando «Buon riposo, buon riposo, vi svegliente nella dittatura». Giurano: «Piuttosto morti che comunisti». Cantano: «Vieni, Signore, a vedere cosa resta degli uomini, guardate i morti che accusano dalla tomba». Molti passanti applaudono; ma su quel corteo sembra già gravare il presagio di una sconfitta elettorale. Si è paventato uno scontro in piazza per tutta la giornata. Ma la polizia non ha caricalo il corteo degli studenti, come questi ultimi avevano previsto e in qualche modo speravano. Piccoli cortei del Fronte si sono diretti verso piazza dell'Università, dove da tre settimane sono Nella piazza dell'Università a Bucares TEHERAN wmm «Rafsanjani, sei l'ultimo dittatore» t il sit-in contro il presidente Iliescu e giunto al JS° giorno attestate in permanenza alcune migliaia di giovani dell'opposizione e a ridosso degli studenti hanno sventolato cartelli che dicevano: «Noi non siamo stali comprati con i dollari, il caffè e le sigarette», polemica allusione ai metodi attribuiti ai demu cristiani. Dalla schiera opposta si rispondeva «Vergognatevi, comunisti!». La rissa era nell'aria ma è stata evitata A sera, in tv. il match ira i candidati alla presidenza; Iliescu. Ratiu e Campeanu 11 de mocristiano Katiu annuncia ♦ Ho parlato col Parlamento di Strasburgo. 400 deputati sono pronti a negare aiuti alla Roma ma perché la campagna elettorale e stata viziala dalle intimidazioni del Fronte» Il liberale Campeanu circostanzia t'accusa citando episodi iliescu. già ciale. si difende «Voi siete i colpevoli, comunque queste sono state le più Ubere elezioni nella stona della Romania» Guido Rampoldi

Luoghi citati: Bucarest, Cisgiordania, Gaza, Romania, Strasburgo, Teheran