I calciatori, solo robot mangiasoldi? di Antonio Ghirelli

I calciatori, solo robot mangiasoldi? r CIAO, MONDO! I calciatori, solo robot mangiasoldi? di Antonio Ghirelli I ELLE cronaJL ^| che di questo periodo introduttivo ai mondiali, mi ha colpito — e non certo perché sono napoletano — la polemica che Nando De Napoli ha aperto da Coverciano contro i dirigenti della sua società. Non sono in grado ovviamente di spartire il torto e la ragione tra i contendenti e nemmeno intendo giudicare in un modo o nell'altro la decisione del Napoli dì deferire il giocatore agli organi disciplinari per le sue dichiarazioni ab irato E' piuttosto il conflitto che si è aperto nell'animo del mediano nazionale a interessarmi: sono i motivi che egli ha addotto per spiegare questo conflitto a suggerirmi qualche riflessione. Troppo spesso i dirigenti di club e anche noi giornalisti tendiamo a sottovalutare i problemi personali dei calcia tori. C'è una sarta di scissione a cui siamo portati forse per pigrizia mentale tra l'attività del tesserato come tale e la sua vita pnvata. come se non si trattasse di un uomo glaba le. anzi di un giovane chiama lo a svolgere il suo lavoro in mezzo ad altri giovani, di fronte ad un pubblico molto vasto e spesso assai emotivo, sotto la spada di Damocle dei «mass media» ti fatto che di solito, in questa situazione, il -Hgaszo abbia modo di guada gnare mollo denaro non facilita sempre la soluzione dei suoi casi esistenziali Talora, anzi, la complica. 1 lettori lo■mesi della «Stampa» coglie ranco più facilmente il senso della nostra affermazione sol che pensino alla vicenda di Zavarov e alle singolari dilli coita che ij forte tuie tatare ?.-.v,etico ha incontrato ad ani bientarsi nelle file della Juventus, pur avendone ncevu lo un iratlamento più che lusinghiero. De Napoli è turbato e due de di cambiare società per due ragioni: la scarsa considera zione in cui crede di essere tenuto aspetto ai suoi colleghi più celebri come Maradona e Careca. la scarsa generosità del pubblico, delia stampa e della società nei suoi confronti, allorché qualche mese fa si produsse un infortunio che gli impedì di rendere al meglio. A detta di Feriamo potrebbe es servi una terza ragione per l'impennata del giovane e cioè l'offerta allettante di un altro sodalizio E' evidente, pero, che un'offerta del genere non avrebbe interessato De Napoli se egli fosse pienamente soddisfatto della sua attuale sistemazione, da cui tra l'altro ha tratto grandi soddisfazioni professionali. Evidentemente i suoi dirigenti e lo stesso Hi gon hanno mancato di coglic|| re il momento di crisi, di soliI tudinc, che il giocatore ha vis¬ suto, sottovalutando la sua sensibilità e dimenticando il prezioso contributo che egli ha sempre assicuralo alla squadra. Il caso di De Napoli mi n dilania alla mente, per una comprensibile associazione di idee, un'altra polemica, quella scoppiata in margine al «Culo rv della viliona». lo scencg giato televisivo dedicato ai vincitori del mondiale 1934 Mi ero congratulato con gli autori della trasmissione per la febee ncosiruzione dell atmosfera in cui si era potuta realizzare la villana degli azzurri e del ruolo decisivo die. in quell'atmosfera, aveva gio calo Vittorio Pozzo Mi ha perciò sorpreso la raffica di proteste che l'amico Felice Borei e gli eredi di due cam pioni dei 34 hanno indirizza lo ai giornali, anche se npen sandoci posso comprendere e magari condividere il loro rammarico Su Pozzo ho tetto anche il severo commento di un orni nenie collega, ma io resto del parere che udii è allora eh be comunque il grande mento di avvicinarsi ai giocatori con la trepidazione ed insieme l'autorità del buon maisvtro che nell'allievo rispetta |uo~ mti. meglio ancora il giovane, la sua personalità in via di maturazione, la sua capacita di elaborale sentimenti e con cittì morali. E" vero che Poz zo. adeguandosi più o meno volentieri al chma politico ino peranie. forzo talora i ioni in senso nazionalistico e perfino militaresco. E" verissimo che uggì i tempi sono cosi mutati che nessun dirigente potrebU: sognarsi di utilizzare gix argo menti del tecnico piemontese Ma il dato fondamentale della sua conduzione resta valido ed é l'idea che egli ebbe della propna funzione come quella di un educatore. Può darsi che in panchina o alla lavagna, come sì dice og gi. egli lasciasse a desiderare, ma è innegabile che «negli spogliatoi» fu un maestro. Egli trattava ì giocatori come un ufficiale degli alpini tratta le sue penne nere, un pizzico di paternalismo, senza dubbio, ma anche una «amicizie attentissima», come diceva Thomas Mann, da cui pun t ua ! n » 'ut e derivava la sua torità morale. lau- I I

Persone citate: Careca, De Napoli, Maradona, Nando De Napoli, Pozzo, Thomas Mann, Vittorio Pozzo, Zavarov