Se un bimbo è orfano per legge

Se un bimbo è orfano per legge Polemiche dopo il caso dei genitori che hanno rifiutato la neonata mongoloide Se un bimbo è orfano per legge Gli esperti: norme da rivedere, ma nessuno ne parla TORINO. Una coppia di genitori veneti non riconosce la bambina appena nata dal matrimonio: è affetta da sindrome di Down, mongoloide. La piccola resta in ospedale. Di lei, dato che padre e madre non l'accet tano e la legge non obbliga al riconoscimento d: un figlio, si occuperà la società: perche la legge italiana, questo sì, garantisce assistenza a! minore in stato d'abbandono. Dunque la bambina potrà essere adottata, o affidata; sempre che si trovi una famiglia, mossa da motivazioni non comuni, disposta ad accoglierla. Scandalo? Qualcuno dice che se è il dramma della bambina rifiutata a colpire, anche il dramma di quel padre e quella madre andrebbe valutato. Forse si sono trovati di fronte un problema più grosso della capacità d'affrontarlo. Forse un'interruzione di gravidanza sarebbe stata meno angosciante dell'abbandono d'un essere umano cresciuto «in lorc» per nove mesi. E forse nessuno li ha assistiti, consigliati: possibile che, in età «a rischio» (la madre ha 37 anni), non conoscessero diagnosi prenatale e prevenzione? Al di là degli interrogativi, restano i codici. Non esiste norma, nell'ordinamento dello Stato, che sancisca la possibilità di «non riconoscimento» di un bambino. Esistono invece le norme da seguire per il suo «ri- conoscimento», dentro o fuori dal matrimonio. E il codice di procedura civile prevede ogni ipotesi. Ma se le norme non vengono rispettate, perché non è obbligatorio, il minore è «figlio di nessuno» e tanto basta. Per lui l'ufficiale di stato civile inventa un cognome (i Diotallevi o gli Esposti di una volta) e di lui si occupa l'autorità giudiziaria. Il fatto poi che la legge italiana punisca l'abbandono di minore non ha importanza alcuna: l'abbandono sussiste soltanto se il minore in questione è stato riconosciuto dal padre o dalla madre, o da entrambi. Pazzesco? Possibile che tra nuovo diritto di famiglia (1975) e legge 184 per la tutela dei bambini (19831 non si sia mai discussa questa incongruenza? Graziana Calcagno, procurato re capo al Tribunale per i minorenni di Torino, risponde che il motivo è uno solo: di discutere non tutti hanno voglia. «Sono state avanzate proposte di modifiche alle leggi, per esempio perché la paternità sia accenata. Ma in pratica non se ne parla». Lei lo trova giusto? «Personalmente no. Dal punto di vista storico, credo che tutto questo in fondo sia nato a tutela della donna: un tempo, i figli fuori del matrimonio erano "figli della vergogna' La non obbligatorietà a riconoscerli evitava alla madre d essere additala sulla pubblica piazza Pero penso «uà inaccettabile nascere senza geniton il dintio a sape re da dove si viene dovrebbe essere sanalo Poi chiunque è li bero di lare bambini e non occuparsene, perche in assenza di padre e madre del problema si fa canto la società Ma sono convinta che non si possa essere liben di non nsultare come genitori» Dottoressa Calcagno vuol dire che la legge favorisce ; «grandi»^ «Esattamente» Eppure. ì casi di «non nconost lineino» non sono affatto ra ri, Non si dispone del dato nazionale, perché gli archivi de? Tnbunali per ì minori non sono collegati tra loro Ma si sa che soltanto in Piemonte e Valle a'Aosta, nel 1989 gli abbandoni alla nascila sono stati 48. e in cinque casi s'è trattato di barn bini handicappati. Un fenomeno che diminuisce con gli anni (in Piemonte erano 220 nel 1970) ma sussiste E se, una volta adulto, il figlio non riconosciuto alla nascita rivendicasse il diritto a chiamare! come i suoi genitori naturali? Possibile. Lo dice l'articolo 249 del codice civile, «azione di reclamo della legittimità». Con un «curatore speciale», lo stato di figlio legittimo può essre reclamato anche prima dei 18 anni. le. fer.J

Persone citate: Diotallevi, Graziana Calcagno

Luoghi citati: Piemonte, Torino