L'arsenale di Saddam Hussein di Gianni Bisio

L'arsenale di Saddam Hussein L'arsenale di Saddam Hussein Allarme Usa: «Entro cinque anni può avere anche l'atomica» Missili, come l'Ai Hussein e l'Ai - Abbas. con portate tra i 650 e i 900 km. vettori balistici mullistadio con un raggio di 1000-2000 mila km (Tamiiiuz I e Condor III, agenti chimici e biologici, armi nucleari e, ora, anche il progetto «Babilonia», il misterioso «supercannone» costruito con pezzi realizzati in diversi stati europei Ma anche semplici versioni avanzale di carri armati sovietici, come il T72-M1 (Assad Babylel. senio venti UAi-Fao) e cannoni da campagna (Saddam Ij sui E persino un aereo radar, tipo Awac's. ricavato da un 11-76 sovietico (Candid) con apparecchiature derivate dalle francesi Thonipson-Csf. L'arsenale di Saddam Hus sein e in pieno rinnovamento dopo la tregua dell'agosto '88 tra Baghdad e Teheran: il premier iracheno ha creato una vera e propria industria militare di Stato (affidala alla responsa bilità del cugino, Hussein Ka mal al - Manti), alla quale contribuiscono - palesemente o segretamente - molte imprese oc¬ cidentali Inglesi, francesi, tedeschi, svizzeri, belgi e ora anche italiani non si lasciano scappare I'«affare riarmo». Ai mercanti d'arni: - e di tee nologie per farle non sfugge che il cliente Iraq, anche se non e sempre un tempestivo paga tore. e solvibile: il suo oro, una riserva stimata di 100 miliardi di barili di petrolio, lo pone al secondo posto nel Golfo dopo l'Arabia Saudita (1701 e prima del Kuwait 195). Se tra l'82 e l'86 l'Iraq è stato il primo nel mondo pei importazioni belli che (spesa 3 1,7 miliardi di dol lari) oggi il suo potenziale d'acquisto non e minore. Per il settore nucleare i servizi d'infoi inazione occidentale stimano che vi siano almeno due stabilimenti in funzione. 11 maggiore è a Tuwaitha, 25 km a Suddi Baghdad, centro colpito nell'81 dai jet israeliani che di strussero un reattore industria le, ma lasciarono integri due piccoli impuniti sperimentali (uno francese ed uno sovietico). Ora a Tuwaitha si sta tentando di produne uranio arricchito con apparecchiature (centrifughe e separatori magnetici) acquistate in Occidente con l'as sistenza del Pakistan e della Cina. Altre ricerche sarebbero in corso in uno stabilimento sot terraneo ad Arbil, a Nord di Mosul, presso il confine con la Siria. Secondo una stima dell'intelligence americana l'Iraq potrebbe disporre di un ordigno nucleare operativo nel giro di cinque anni. Molta importanza viene data alla ricerca spaziale, anche se il «progetto Condor II», un missile in grado di portare una testata atomica, sta attraversando un periodo di crisi dopo l'abbandono dei partner originari (Egitto e Argentina), convinti a lasciare dall'opposizione degli Stati Uniti e dalle operazioni dissuasive del Mossad israeliano. Uno stabilimento per le prove è stato costruito a Karbala, a Sud di Baghdad, non lontano da Al-Hillah dove invece si stanno studiando i propellenti. Qui lo scorso agosto avvenne un'esplosione che provocò 700 morti, fra cui molti egiziani. Farzad Bazoft, il giornalista dell'Observer giustiziato come spia, stava indagando proprio su questa vicenda. La centrale della ricerca missilistica irachena sarebbe invece a Al-Falluja, dove un'azienda austriaca, la Consultco, con la collaborazione della tedesca Gildemeister ha costruito il complesso «Saad 16», costato almeno 600 milioni di dollari. All'interno c'è anche una galleria del vento per prove aerodinamiche fornita dalla Transtecnica, un consociata della Mbb tedesca. Qui si continuerebbe a studiare il Condor lì, missile multistadio con una portata di 2000 km che è il fiore all'occhiello di Saddam Hussein. Proprio alla fine di aprile i servizi d'informazione americani hanno reso noto che il presidente iracheno avrebbe preso contatti con la Mauritania per realizzarvi un poligono di tiro missilistico, non avendo la possibilità in Iraq di sperimentare vettori a medio e lungo raggio. Il fatto ha preoccupato parec¬ chio il Senegal, che ha problemi di confine con il vicino: si teme che l'affitto del poligono venga corrisposto in consiglieri militari e materiale bellico. Questo perchè l'Iraq, oggi, ha molte armi obsolete che sta sostituendo e di cui si libera con vendite a prezzi stracciati a numerosi Paesi africani. Il governo di Baghdad prosegue anche nello sviluppo delle armi chimiche, che sono il temibile complemento di quelle missilistiche: gas mortali con il Mustard, il Tabun e il Sarin (già usati contro i curdi a Kerbala) sono prodotti a Samarra, a Nord della capitale. Fabbriche che producono le materie prime per la realizzazione dei gas sono in funzione a Badush, Akashat e Bassora. A Salman Pak, invece, si starebbero studiando armi biologiche, soprattutto colture di batteri, acquistate addirittura negli Stati Uniti e in Germania con strane operazioni portate a termine dagli agenti di Hussein. Gianni Bisio

Persone citate: Assad Babylel, Farzad Bazoft, Hussein Ka, Saddam Hus, Saddam Hussein, Saddam Ij, Salman Pak, Sarin