«Centinaia di morti dopo la Tienanmen»

«Centinaia di morti dopo la Tienanmen» CINA mmmmmmmm^mmmmmmmmmmmmmmmm Giustiziati gli oppositori, afferma Amnesty «Centinaia di morti dopo la Tienanmen» HONG KONG. «Amnesty International» ha accusato ieri la Cina di aver giustiziato centinaia di persone, coinvolte nelle manifestazioni per la democrazia dell'89, e ha chiesto a Pechino che sia resa nota la sorte di decine di migliaia di attivisti che si ritiene siano tuttora detenuti. In un comunicato da Hong Kong, «Amnesty» afferma che «tra giugno e agosto '89 centinaia di persone sono state uccise in segreto a Pechino». L'organizzazione per la difesa dei diritti umani ha anche reso noto di conoscere le generalità di 650 delle migliaia di detenuti, arrestati dopo l'attacco dell'esercito nella Tienanmen. «A un anno dal massacro, la sorte di questi prigionieri è ancora circondata dai segreto di Stato. Vogliamo sapere cosa è accaduto a tutte le persone arrestate», ha dichiarato «Amnesty International», che ha in¬ viato una lettera con i 650 nomi al premier cinese Li Peng. Pechino ha indicato in circa seimila il numero delle persone arrestate dopo la repressione del movimento filo-democratico, ma «Amnesty» afferma che sarebbe più corretto parlare di decine dì migliaia di persone. Secondo l'organizzazione per la difesa dei diritti umani, nella repressione sulla Tienanmen perirono non meno di mille persone e migliaia rimasero ferite. Ufficialmente, Pechino ha ammesso solo 300 morti. Sottolineando che molti arrestati furono sottoposti a torture, «Amnesty» ha pubblicato le biografie di 16 detenuti, tra cui il vescovo cattolico di Tianshui, Casimir Wang Milu. La settimana scorsa Pechino ha rimesso in libertà 211 persone, che erano state arrestate per il loro coinvolgimento nelle dimostrazioni dell'89. [Ansa-Agi]

Persone citate: Casimir Wang Milu

Luoghi citati: Cina, Hong Kong, Pechino