Tacconi ricomincia da Avellino di B. B.
Tacconi ricomincia da Avellino Tacconi ricomincia da Avellino «Ma sarà davvero triste veder partire Zoff» TORINO. Stefano Tacconi compie oggi 33 anni. «Non sono in croce e neppure il nuovo messia, ma non mi manca niente», dice il portiere della Juve. Invece, l'unico trofeo che manca alla sua collezione, è quella Coppa Uefa che mercoledì sarà in palio ad Avellino, la città dove ha trascorso tre anni, nella finale con la Fiorentina. «Siamo ad un passo, ma è un passo lungo: è l'ultimo giro prima del traguardo e, a fine stagione, si è tutti un po' stanchi e c'è il rischio della deconcentrazione», sospira. Proprio per evitare questo pericolo, Zoff ha annullato, d'accordo con i giocatori, la domenica di vacanza e stamane i bianconeri sosterranno un leggero allenamento. Servirà soprattutto a Tricella, che ieri ha sostenuto il primo collaudo in partitella dopo l'infortunio al ginocchio riportato un mese fa a Cesena, per valutare la reazione allo sforzo. Zoff non ha perso le speranze di utilizzarlo ad Avellino, ma è probabile che lo porti in panchina, con Aleinikov libero e Alessio a centrocampo. Anche Alessio è un ex avellinese e ci terrebbe a giocare al Partenio dove, oltre ai 2200 tifosi juventini, metà dei quali provenienti da Torino, ci saranno molti campani a sostenere la Juve. «Ho letto che i viola si sono tassati per i tifosi: mi auguro sia un premio ai migliori, non ai... peggiori: comunque noi abbiamo vinto anche a porte chiuse», sottolinea Tacconi. Sarà la prima volta che si esibirà in notturna sul campo irpino. «Ai miei tempi non c'erano i riflettori ma è stato un periodo bellissimo», ricorda. Proprio da Avellino spiccò il volo. «Non faccio la riserva a Zoff», disse. E fu la prima di una lunga serie di guasconate che l'hanno fatto diventare personaggio. «Prima parlo e poi ci penso, è il mio di¬ fetto», ride capitan Fracassa. E' sempre stato grande estimatore di Zoff: «Era il mio idolo, con Albertosi, ed è l'esempio da seguire». Fu tre quelli che caldeggiarono l'assunzione di Zoff, quando era in ballottaggio con Maifredi, ed è diventato il paladino del suo maestro nella stagione del divorzio: «Abbiamo dato il massimo, rischiando anche di persona». L'altra sera Tacconi e i bianconeri, con mogli e fidanzate (c'era anche Mariella Scirea) sono stati invitati a cena da Zoff. Una piastra d'oro con dedica il loro regalo. «I saluti sono sempre tristi ma se io fossi Zoff sarei felice di essere cacciato dopo aver vinto, anche se resta il rammarico di non capire il perché», commenta Tacconi. E a chi gli chiede se diventerà il trait d'union tra la squadra e Gigi Maifredi, ribatte: «Lui avrà bisogno di noi e noi di lui. Ne riparleremo». [b. b.]
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