Vestivamo in uniforme di Angelo Dragone

Aperta a Saluzzo la quindicesima mostra dell'antiquariato Aperta a Saluzzo la quindicesima mostra dell'antiquariato Vestivamo in uniforme .., it,—. Al centro della rassegna i trecento anni del «Nizza Cavalleria» Spade, copricapi e divise assieme a dipinti, sculture e antichi gioielli SALUZZO DAL NOSTRO INVIATO to italiano», di recente ordinato nel Castello di Castellar, e da privati. Sullo sfondo, la Storia ben tratteggiata da Aldo A. Mola, con la storia della spada di Napoleone da Cesare Saluzzo donata al suo allievo prediletto, Vittorio Emanuele duca di Savoia: una spada che avrebbe illuminato «la storia d'Italia», fatta poi anche dai soldati e ufficiali vivacemente ritratti da Cesare Bartolena, durante le campagne risorgimentali, in un'intera serie di disegni e acquerelli (da Palbert). Si fa ancora sfoggio d'armi nello stand di Audenino con lo splendido fucile da caccia sassone, primo '600 o la superba spada con elsa «a tre vie» sbalzata e dorata da Daniel Sadeler, o ancora la rara coppia di pistole inglesi con guancette d'avorio istoriato da Adams per un russo (come lasciano intendere le figurazioni con cosacchi). Per «antiquariato» anche Saluzzo intende ovviamente quella parata di oggetti diversi, dal mobile all'argenteria e all'incisione, dal bastone da passeggio ai vetri di Galle e agli strumenti scientifici che con gli orologi e i tappeti, i dipinti, le sculture e i gioielli costituiscono i motivi di attrazione di queste rassegne: apparentemente tutte eguali, ma sempre diverse, per la rarità stessa di certi pezzi. A distinguerli son sempre le loro qualità, il significato storico, il magisterio che spesso eleva la bravura artigiana al livello d'una creatività artistica. Su questa linea ricordiamo ancora l'enfasi barocca d'una possente credenza veneziana con decoro tratto da motivi del Fontebasso, la «Presentazione al Tempio» di Caracha, già in San Domenico a Torino, e il «Ritratto di giovane signora» (c. 1590) dipinto a Firenze dal Puligo. E così il niello d'una coppa o il metallo dorato d'una brocca in smalti, perle e pietre, con l'assorto «Dignitario» dorato dell'inizio dei Ming e la leggiadria liberty della «Danzatrice» (1910), bronzo dorato e smalti, di Paul Philippe. Con l'intervento di quarantasette espositori - da Bellini di Firenze a Collovati (il saluzzese che a volte divide con i musei russi gli argenti degli zar), da Riccardi di Assisi e da Romei presso Siena, a Zabert e alle torinesi Gallerie Principe Eugenio - s'è aperta ieri la XIV Mostra nazionale di Antiquariato. Così Elena Arrò Ceriani, che dall'anno scorso la presiede, punta sulla Facoltà di Architettura per un rilievo sistematico e il restauro della città, mentre evoca i fasti d'un «collezionismo» legato quest'anno al trecentesimo anniversario del «Nizza Cavalleria» ed affidato ad una straordinaria mostra di «uniformi». Questa s'apre con un ufficiale a cavallo del «Piemonte Reale», in alta tenuta, per allineare poi un'intera serie di manichini rivestiti e in vetrina i vari copricapo, tra Kepi e kolbacchi, berretti ed elmi (o caschetti), prestati dal «Museo delle uniformi del Regio eserci¬ Angelo Dragone I