Bush inventa i missionari della democrazia

Bush inventa i missionari della democrazia Bush inventa i missionari della democrazia Per aiutare i Paesi dell'Est a modellarsi sull'Occidente WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In un vigoroso discorso all'università della Carolina del Sud, il presidente Bush ha ieri proposto la formazione di una task force americana per l'Europa dell'Est, «i corpi volontari dei cittadini per la democrazia». Compito della task force, inizialmente finanziata dal governo e diretta da funzionari governativi, ha detto Bush, sarà «plasmare le istituzioni politiche ed economiche dell'Europa orientale sul modello Usa». In una seconda fase tuttavia, la task force funzionerà sempre più da centro di smistamento dell'assistenza privata, in forma non solo di capitali, ma anche di esperti e di tecnologie. Uno dei suoi obiettivi più immediati, ha spiegato il Presidente è «il passaggio dell'Est europeo da un sistema di violazione della legge a un vero si¬ stema di diritto». Un altro è l'adozione di norme elettorali e di mercato «basate sulla libertà individuale». Bush, che venerdì, all'Università del Texas, aveva annunciato lo sbarco dell'uomo su Marte entro trent'anni, ha tracciato un futuro di riforme per l'Europa dell'Est, in tutti i campi dalla scuola all'industria. Sulla falsariga del progetto di Kennedy per il terzo mondo negli Anni Sessanta, i famosi «corpi della pace» già in attività in qualcuno degli ex Paesi comunisti come l'Ungheria, il Presidente ha indicato con chiarezza di non voler lasciare alla Cee né il monopolio commerciale né quello culturale del blocco europeo orientale. Bush ha chiesto agli uomini d'affari e agli intellettuali Usa di mobilitarsi soprattutto nei settori bancario, ecologico, giornalistico. Il Presidente non ha incluso i Paesi baltici nel campo d'azio¬ ne della task force, limitandosi a dichiarare che «il popolo americano si identifica nelle loro legittime aspirazioni». Il disegno del Presidente, che si collega a quello di mantenere la presenza politica economica e militare americana nell'Europa occidentale, ha suscitato qualche consenso, ma è stato criticato per la sua genericità e per la scarsità dei fondi. Critiche ancora maggiori sono state rivolte al suo piano, svelato ieri dal New York Times e dal Washington Post, di ridurre gli armamenti, al di là degli accordi di disarmo attualmente in discussione con l'Urss. Il piano, preparato dal ministro della Difesa Cheney, è diretto anche a ridurre gli oneri militari che pesano sull'Urss e sugli ex Paesi comunisti, ma i tagli sono meno drastici di quelli contemplati dal Congresso. «Le riduzioni previste da Bush - ha dichiarato il capo della commissione alle forze armate della Camera Les Aspin - rispondono alla logica della guerra fredda non a quella della distensione». Grosso modo, le riduzioni da attuare nei prossimi sei anni - sarebbero queste. Nell'esercito, le divisioni da 18 scenderebbero a 14, e quelle di riserva da 10 a 8. In Marina, i sottomarini atomici Trident calerebbero da 21 a 18, e le navi di superficie da 549 a 488, con sole 12 portaerei anziché le 14 previste. Nell'aeronautica, gli stormi da 36 passerebbero a 28. Infine, il Pentagono rinuncerebbe a produrre il nuova missile balistico mobile Midgetman. Nessun cenno nel piano di Bush a una ulteriore riduzione delle truppe americane in Europa, che dopo 11 prossimo trattato con l'Unione Sovietica dovrebbero essere composte da 215 mila uomini. Si tratterebbe di un taglio complessivo del 2 per cento annuo. F«. ci

Luoghi citati: Europa, Europa Dell'est, Texas, Ungheria, Unione Sovietica, Urss, Usa