«Mosca offre la pace alla Germania unita» di Emanuele Novazio

In cambio della rinuncia ad armi atomiche e chimiche e di indennizzi ai danneggiati dal nazismo In cambio della rinuncia ad armi atomiche e chimiche e di indennizzi ai danneggiati dal nazismo «Mosca offre la pace alia Germania unita» Rivelazioni dello Spiegel: il trattato sarà discusso con Baker BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Unione Sovietica starebbe preparando un «progetto di trattato di pace» fra la Germania unita e 1 Paesi che hanno sconfitto il nazismo Lo afferma il settimanale «Der Spiegel» nel numero che sarà in edicola domani, citando una fonte del Comitato centrale del parlilo comunista sovietico. Il settimanale aggiunge che il testo verrà sottoposto al segretario di Stato americano Baker quando, la settimana prossima, incontrerà a Mosca il ministro Shevardnadze. Secondo il piano sovietico, al trattato dovrebbero essere interessati da dodici a sedici Paesi quelli che hanno partecipato alla guerra e che «hanno sofferto direttamente l'occupazione tedesca». Sarebbero invece esclusi i Paesi che dichiararono guerra alla Germania poco prima della fine del conflitto. Come contropartita alla firma del trattato, Mosca sarebbe pronta a rinunciare «senza condizioni» BONN. Quasi il quaranta per cento degli elettori tedesco occidentali parteciperanno oggi a due importanti elezioni regionali, in Renania-Weslfalia e in Bassa Sassonia. A sette mesi dalle elezioni generali, il voto costituisce dunque il primo grande test per il cancelliere democristiano Kohl e per il suo rivale socialdemocratico Oskar Lafontaine, alla vigilia dell'unificazione. Il gioco immediato è però un altro, la maggioranza al Bundesrat, la Camera alta del Parlamento federale dove siedono i rappresentanti dei dieci Laender, gli Stati regionali nei quali è divisa la un piano di nuovi tagli mi cisava in un'intervista che Mosca si aspetta da un «atto di pace» con la Germania unificata soprattutto delle garanzie sul suo potenziale militare e sulle frontiere, oltre alla rinuncia ad ogni arsenale nucleare. Il trattato, secondo Grachev, potrebbe prevedere inoltre «le tappe di transizione per il ritiro delle truppe delle quattro potenze vincitrici», e non sarebbe una nuova Versailles, un'umiliazione per la Germania. Difficilmente il governo federale darà però il suo assenso. Bonn vorrebbe che tutte le controversie fossero regolate dal Gruppo dei Sei e poi sancite da una conferenza più vasta, magari nell'ambito della Csce. Ma dopo la proposta di Shevardnadze per una soluzione ritardata degli aspetti internazionali dell'unificazione tedesca, Mosca forza il gioco, nel groviglio diplomatico e strategico più sensibile del dopoguerra, e si capisce: la posta sono le condizioni del suo ritiro dall'Europa. Emanuele Novazio

Persone citate: Baker, Kohl, Oskar Lafontaine, Shevardnadze