Gorbaciov: volevano assaltare il Cremlino

Il leader del pois lancia un'accusa-rivelazione e ammette che la disoccupazione è inevitabile Il leader del pois lancia un'accusa-rivelazione e ammette che la disoccupazione è inevitabile Gorbaciov: volevano assaltare il Cremlino «Un piano di estremisti durante le proteste del 10 maggio» I baltici: «Tratteremo insieme» Ricostituito il Consiglio comune del 1934 Appello a Bush e Gorbaciov per Vindipendenza MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tra gli organizzatori della contromanifestazione del Primo Maggio «c'era anche chi sperava di portare mezzo milione di persone sulla Piazza Rossa per dare l'assalto al Cremlino e alla Lu bianka*. Michail Gorbaciov fa scivolare questa accusa-rivelazione in mezzo a un lungo discorso sui pericoli che corre il partito di «dividersi in frazioni». Di fronte ad un'assemblea operaia die lo ascolta in silenzio, sembra quasi non voler dare troppo peso a quanto «era stato progettalo da alcuni estremisti». Ma le parole del Presidente, ritrasmesse anche in tv, sono un segnale d'allarme. E' preoccupalo dalla crisi del Baltico, da quella politica e, come se non bastasse, da quella economica. Un'operaia dello stabilimento dolciario «Bolshevik» gli chiede: «Michail Sergheevic, e vero che le riforme che state preparando provocheranno dei disoccupati»? La domanda è diretta e la visita rituale del capo del Cremlino al collettivo di lavoratori del quartiere Frunze di I Mosca, che lo ha nominato dele- • gaio al XXViU Congresso del peus. esce definitivamente dai binari previsti dei saluti e delle strette di mano. Gorbaciov passa ad «Arontare il capitolo economico e la sua preoccupazione aumenta. «In realtà. una disoccupazione strutturale ce già adesso — risponde all'operaia e aumen terà K inevitabile Alcune fab bnche saranno chiuse Ci dob biarno preparare ad un periodo di transizione verso diverse for me dt produzione. Ouesto provo chera delle perdile temporanee di lavoro In più, bisogna am mrtirre che quello che da noi e fallo da due o ire persone, in Occidente e (alto da una sola» ^ W «t*MMM tfctttoa > di Rilute <?ne il telegiornale dell'ora di punta ha ritrasmesso in ogni angolo dell'Urss, i sovietici hanno BVUIO la conferma di quello che lutti si attendevano ma che ne» suno aveva avuto finora il co raggio di dire con altrettanta chiarezza 11 passaggio ad una «economia di mercato controllala» - questa e la formula varata da tkirbacHiv provocherà in Unione sovietica dei contraccolpi duri, per quanto ineluttabili Salvare dal collasso le struttu re economiche del Paese ha un costo E' inutile nasconderlo Anzi, può essere pericoloso. E nello stabilimento «Bolshevik» il capo de) Cremlino ha cominciato a preparare l'opinione pubblica alle misure che il Consiglio presidenziale dovrebbe presentare tra una settimana esatta per falle poi scattare dal primo luglio. Michail Gorbaciov • come già aveva fatto quindici giorni fa nella città industriale di Sverdlovsk. negli Urali - ha tranquillizzato i suoi interlocutori su un solo punto: non ci saranno aumenti bruschi dei prezzi almeno fino al gennaio del'91. Ma le riforme delle strutture economiche saranno avviate. Annuncio del Presiden Gli esperti del Comitato statale per il lavoro hanno già calcolato quale sarà l'impatto della razionalizzazione delle imprese sull'occupazione. Nel prossimo anno, secondo Vitaly Kolossov, 23 milioni di sovietici cambioranno lavoro: 17 milioni troveranno dei nuovi posti d'impiego, gli altri sci saranno dei «disoccupati potenziali». In altri termini dovranno attendere un periodo di tempo non specificato prima di essere re inseriti nei meccanismi produttivi. Attualmente la legge sovietica garantisce ai disoccupati tre mesi di sussudio pari al salario medio di 270 rubli (circa 500 mila lire) al mese. In un Paese che ha fatto della piena occupazione la sua bandiera e la sua politica ufficiale, per i disoccupati non ci sono altre garanzie In teoria, dopo i tre mesi di sussidio, tutti devono trovare un lavoro in altre strutture pubbliche, siano esse agricole, industriali o di servizi. Ma con la ristrutturazione che sta per essere avviata, i «tempi di reinserimento» si allungheranno Saranno condizionali dalla creazione di nuovi posti di lavoro realmente produttivi. Oggi, sempre secondo i calcoli del Comitato statale, ci sono circa 10 milioni di persone che «lavorano in modo non efficace» E' un eufemismo per dire che, in base ai normali standard di poduttiviia. questi dieci milioni di «lavoratori inefficaci» rappresentano soltanto dei costi aggiuntivi per le imprese E che anche loro sono dei «disoccupati potenziali». Per attenuare 1 impatto della ristrutturazione, sarà introdotta una nuova legge sulla sicurezza sociale che prevede al tn quattro mesi di sussidio (al 50 per cento dello stipendio) e fino a sei mesi di corsi di formazione professionale. Ma anche questa rete di garanzie avrà un costo per le finanze pubbliche. 4 miliardi di rubli, secondo i calcoli di Vitalij Kolossov. che andranno ad aggiungersi alle cifre già tutte tn rosso degli indicatori economici sovietici 11 quadro è allarmante Quando Michail Gorbaciov af| ferma che «l'emergenza econoj mica e la prima delle emergenze j del Paese» non esagera. Tra ì j tanti terreni sui quali si gioca il ! destino della perestrojka, quello i economico e il più rischioso. An• che perche il disagio sempre più acuto di vasti strati della popò lazione si salda con l'opposizio1 ne politica. L'ultimo fenomeno che il I Cremlino segue con estrema ! preoccupazione è la nascita di I sindacati «stile Solidarnoso i per usare l'espressione di un alto I funzionario - nei bacini carbonii feri di Donbass e di Kusbass che minacciano scioperi già a partire da questa settimana. L'esempio dei minatori di carbone ha raggiunto anche i lavoratori dell'industria petrolifera in Siberia. E il superamento dei sindacati ufficiali potrebbe rappresentare una nuova complicazione per Gorbaciov. Enrico Singer te mentre viene rivelato Il Crocifitto sfida Marx. Lenin ed Engel» alla la parsa del 10 Maggio to che le tre Repubbliche, «exmembri della Lega delle Nazioni, sono pronte ad occupare i propri legittimi posti nell'organizzazione delle Nazioni unite». «Ce un proverbio che dice che la goccia può rompere la pietra - ha detto nella conferenza stampa seguita alla firma dei documenti Landsbergis -, questa goccia comune è davvero importante». «Il problema baltico va affrontato come un processo globale», ha detto Ruutel, secondo cui le tre Repubbliche baltiche avvieranno ora negoziati comuni con Michail Gorbaciov. I tre presidenti non hanno voluto rivelare il contenuto delle lettere inviate a Gorbaciov, Bush e de Cuéllar ma, secondo indiscrezioni, nel messaggio i tre leader «rivolgono l'attenzione al fatto che degli Stati occupati durante la seconda guerra mondiale, solo i tre Stati baltici non hanno avuto la possibilità di ristabilire la propria indipendenza», e «chiedono ai presidenti sovietico e statunitense di sostenere i loro MOSCA. I Presidenti delle tre Repubbliche baltiche dell'Urss, Lituania, Estonia e Lettonia, hanno firmato ieri a Tallin una dichiarazione che ristabilisce il Consiglio baltico, un organo consultivo formato dai tre Stati nel 1934, ed un appello al presidente sovietico Michail Gorbaciov, a quello statunitense George Bush ed al segretario delle Nazioni Unite Javier Perez de Cuéllar, cui chiedono sostegno per riconquistare l'indipendenza persa nel 1940, con l'annessione forzata all'Urss. I tre leader del baltico hanno inoltre approvato un comunicato congiunto, con il quale chiedono di partecipare al vertice Csce (Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa) previsto per il prossimo autunno, in modo da sollevare in quella sede il problema baltico. Nella «dichiarazione sull'unanimità e la cooperazione», inoltre, i presidenti lituano Vitautas Landsbergis, lettone Anatoli Gorbunov, ed estone Arnold Ruutel, hanno afferma¬ sforzi diretti a riacquisire l'indipendenza» perduta a seguito del patto Molotov-Ribbentrop, firmato nel 1939. Nella dichiarazione firmata ieri, i tre presidenti del Baltico hanno deciso di ristabilire l'accordo firmato fra le tre Repubbliche (allora indipendenti) il 12 settembre del 1934 a Ginevra, e l'organo consultivo «Consiglio baltico». Nel comunicato congiunto, invece, le tre Repubbliche chiedono di partecipare con propri rappresentanti al vertice della Csce (Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa, vi aderiscono tutti gli Stati europei, Albania esclusa, più Usa e Canada), previsto per l'autunno prossimo. Secondo Ruutel, un nuovo vertice del Baltico si terrà «tra una settimana e mezzo-due settimane». Il telegiornale sovietico «Vremia» ha riferito ieri sui risultati del vertice baltico, mostrando il luogo dell'incontro: il castello di Toompea, a Tallinn, sulla facciata del quale sventolavano le bandiere nazionali delle tre Repubbliche baltiche. [Ansa]