«Il pci cambi rotta»
Bussano Bussano Sindaco-«pirata» sotto inemesta «Il pei cambi ratta» Comunisti divisi a Milano e Palermo ROMA. Dopo la batosta elettorale, le polemiche interne. Nel pei, i due schieramenti del Sì e del No sono usciti allo scoperto scambiandosi pesanti accuse per il cattivo risultato alle amministrate. Occhetto dice che il nuovo corso non si fermerà e invita alla calma e alla riflessione, ma non sarà certamente dei più tranquilli il Comitato centrale che dopodomani si riunirà per analizzare il voto. Gli attacchi più duri vengono, come era scontato, da esponenti del No. Dopo il pesante atto d'accusa del leader storico della sinistra comunista, Pietro Ingrao, è sceso in campo un altro calibro di tutto rispetto: Aldo Tortorella, al quale non è piaciuto «l'indietro non si torna» affermato dal segretario comunista. «E' una parola d'ordine che, se non sbaglio, ne echeggia altre, sentite in tempi lontani», ha detto in un'intervista che apparirà sul prossimo numero de «L'Espresso». Sul voto, per Tortorella, è «essen¬ BASSANO. Un'auto nella notte a tutta velocità, il tentativo di investimento, qualcuno che legge la targa. Di qui l'avviso di garanzia che ipotizza l'accusa di tentato omicidio, spedito a Giacomino Carli) sindaco di Rosa (Bassano). Sull'episodio la magistratura sta indagando dopo la denuncia di un ex candidato de, Onorato Olivo, passato in una lista civica poco prima dell'«attentato». Punizione per il tradimento politico, semplice incidente? Una storia, quella di Rosa, che gira intorno alla lunga faida dello scudo crociato. Nel dicembre '89 la crisi: dimissioni della maggioranza, elezioni anticipate. La campagna elettorale infuocata culmina con l'episodio dell'investimento: Onorato Olivo, con quattro amici, riesce per miracolo a scansare una macchina pirata. Ma chi è con lui vede la targa. E il giudice, dopo una serie di accertamenti, sarebbe arrivato al Carli. Il quale nega tutto e minaccia querele. ziale capire bene cosa sia successo. Nessuna ricerca di capri espiatori, ma anche nessuna autoconsolazione». E' comunque necessaria «una correzione della rotta intrapresa» e poiché «l'alternativa è più lontana bisogna ripartire dal dovere democratico dell'opposizione». Non chiede la testa di Occhetto («non bisogna personalizzare oltre la giusta misura i meriti o le responsabilità»), ma dice: «Continuare come se le elezioni non ci fossero state mi sembrerebbe però insensato». Alle polemiche tra esponenti nazionali si accompagnano quelle tra dirigenti locali. Milano e Palermo sono due casi emblematici, due realtà in cui il pei ha perso secco. Nel capoluogo lombardo, i «miglioristi» di Corbani e Borghini parlano in un documento di «clima disastroso per le forze che, come il pei, si presentano prive di una posizione e di una capacità di proposta netta e comprensibile». Nel documento si accusa la direzione provinciale di essere apparsa «molto incerta nella gestione del processo della costituente» un processo che, invece, «deve essere accelerato». L'esatto opposto di quanto chiede il No. Nella bagarre è inteivenuto Occhetto facendo rinviare a dopo il Comitato centrale la riunione della direzione milanese che doveva svolgersi ieri e quella del comitato federale in programma domani. A Palermo, infine, cresce la contestazione del gruppo dirigente. Venerdì, più di un terzo dei componenti del direttivo federale aveva chiesto le dimissioni della segreteria provinciale. Ieri analoga richiesta è stata avanzata dalla sezione «Lo Sardo» che invita le altre sezioni a prendere la stessa posizione. Con il voto di domenica scorsa - dicono alla «Lo Sardo» «a Palermo si sono contemporaneamente conseguiti due primati tristemente complementari: il massimo storico della de e il minimo storico del pei».
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