Monologo di 4 ore montato come un film

Monologo di 4 ore montato come un film Monologo di 4 ore montato come un film MILANO. Due recite di «Die Marquise von O...» di Heinrich von Kleist il 15 e 16 al Piccolo: protagonista Edith. Clever, messa in scena di Hans-Jurgen Syberberg, musicheidi Beethoven (la «Danza tedesca»). «I personaggi nascono dal testo, nato come racconto - dicono l'attrice e il regista - e nel testo ritornano, quasi fra le quinte». L'impianto rimane narrativo, un monologo di 4 ore; i passaggi dall'uno all'altro ruolo avvengono attraverso «accenni, sospensioni» e uno stile che richiama le sequenze cinematografiche, anche per l'uso di luci e spazio. E' la prima volta che Syberberg (regista legato a Brecht), e Clever (che della Schaubune è stata una colonna, per 15 anni, fino all'85), presentano nel nostro Paese un lavoro insieme. La collaborazione non ha modificato gli approcci diversi ai testi: «Io preferisco concentrarmi sul personaggio, sulla vita interiore - spiega l'attrice - Syberberg penetra maggiormente l'aspetto esterno». Oltre alla validità di quest'opera di per sé - e in proposito il regista polemizza duramente con le recenti «riscoperte» di un Kleist falsamente romantico, strumentalizzate a fini politici nella Germania postcomunista ci sono precise ragioni per metterlo in scena oggi. Intanto, il recupero della conoscenza .storica di un tipo di cultura perduta come quello della Prussia rurale del '700/800: un mondo perduto per sempre, «e la gente lo sente, che può ritrovarlo soltanto in teatro». Significativo per esempio che i 2 fondali in scena rappresentino i castelli Friedersof e Berlino, entrambi demoliti 40 anni fa. Poi, Syberberg parla del raffronto fra il modo di percepire un particolare tipo di violenza (lo stupro) allora e oggi, dopo che gli invasori russi alla fine dell'ultima guerra lo praticarono per umiliare ancor più il popolo te¬ desco. Clever non condivide questa possibile lettura: «In Kleist il fatto viene proposto in una dimensione onirica». L'ultimo anno di guerra è al centro di un altro monologo «sulla storia della Germania contemporanea» che Syberberg-Clever metteranno in scena la stagione prossima. Perché quel periodo? «Perché si crearono grandi migrazioni fra le popolazioni, e di recente si sono ripetuti fenomeni simili. Ci sono tempi e soggetti che l'arte e la cultura devono saper rivivere. Altrimenti è la rimozione, con tutte le conseguenze. Auschwitz per esempio: non credo siano risposta adeguata le opere finora apparse su questo tema». Presentato in collaborazione con il Goethe Institut, «Die Marquise von O...» è coprodotto da Hebbel Tbeater di Berlino, Schauspielhaus di Francoforte e Festival d'Automne. Ornella Rota

Luoghi citati: Berlino, Francoforte, Germania, Milano, Prussia