Eroi della realtà profani e santi

Ieri in concorso «Cacciatore bianco cuore nero/A caccia di un'ossessione» e «Korczak» Ieri in concorso «Cacciatore bianco cuore nero/A caccia di un'ossessione» e «Korczak» Eroi della realtà, profani e santi Eastwood racconta la personalità di John Huston no l'Inghilterra sontuosa e l'Africa faticosa; de «La regina d'Africa» si seguono preparazione, viaggi, telefonate, rapporti rissosi regista-sceneggiatore o regista-produttore, l'inizio della lavorazione c l'ultima inquadratura del film F.aslwood ha voluto in realtà raccontare la personalità di John Huston chiamato John Wilson e la sua caccia testarda al grande elefante, che termina con una doppia sconfitta: trovandosi di fronte all'ani male lui non può sparargli, mentre l'elefante uccide un bravo cacciatore nero. Analogamente, nel film l'osimazione della caccia non riesce a diventare un'ossessione simbolica, l'elefante non e Moby Dick lo squilibrio drammaturgico, con l'introduzione troppo lunga e lo spazio troppo breve lasciato alla caccia, la fanno apparire piuttosto una fissazione futile, un capriccio. li ritratto di John Huston, compresso e schematizzato, è un tradimento ne viene fuori un elegante In smoking, in vestaglia o in sahariana, con un perenne ghtgnello troppo meccanico per essere ironico; un virilista retorico nel genere caccia-alcol donne pugili cavalli (unii, che mai avrebbe potuto fare i film che ha fatto; un sentenzioso sempre pronto a pronunciare battute fatali che non vogliono dir niente («Non siamo gente di spettacolo, siamo dèi». «Bisogna battersi quando pensi che sia giusto*. «Uccidere l'elefante è un peccalo, per questo voglio farlo>|. Lu necessità pratica di temperare questa antiquata mitologia he mingwayana con idee più contemporanee ha ulteriormente impasticciato il film: tra il giovane sceneggiatore portatore di queste idee e il maturo regista avventurista, tra Jeff Fahey e Clint Eastwood, non c'è scontro di generazioni nè di culture, ma conflitto di stereotipi. Poi. si capisce, Eastwood è sempre affascinante, l'Africa è sempre bella, la gente di cinema è sempre incantevole per i cinefili: ma ci si annoia anche un po'. Lietta Toma buoni era riuscito a trasmettere a una scolaresca destinata allo sterminio i valori della vita umana. Dice Wajda: «Da una ventina d'anni l'argomento ebrei non veniva affrontato sugli schermi polacchi; ho creduto che oggi, con i mutamenti politici e sociali in atto, fosse arrivato il momento di rompere questo silenzio. In Polonia sono stati assassinati tre milioni di ebrei: i tedeschi avevano deciso che era più semplice risolvere il problema ebraico sul territorio polacco, dove perciò hanno trovato la morte anche molti ebrei di altre nazioni. L'episodio avvenuto in Francia dimostra che esiste un ritorno di intolleranza antisemita. E questo è molto inquietante». Frutto di una comproduzione polacca, tedesca e francese, girato in un drammatico bianco e nero («le situazioni descritte esigevano questa scelta: l'assenza di colore rende la storia più vera»), sceneggiato da Agnieszka Holland, «Korczak» si basa sull'interpretazione del protagonista Wojtek Pszoniak, attore di cinema e teatro che ha già recitato con Wajda in «Danton». «Mi è difficile spiegare come ho impostato questo personaggio - ha detto l'attore - non c'era nessuna ricetta per rende re una simile complessità. Posso dire soltanto di non aver re citato, ma di aver scelto di vivere insieme con il professor FILM D SELEZIONE UFFICIALE: Taxi Blues di Pavel Lunghin, URSS/Francia Rodrigo D. - no futuro [Rodrigo D.,senza futuro] di Victor Manuel Gavina, Colombia Umetni ra) [Paradiso artificiale], Omaggio a Fritz Lang, di Karpo Godina, Jugoslavia, Fuori concorso Cry Baby di John Waters, USA, Fuori concorso UN CERTO SGUARDO: Turné di Gabriele Salvatores, Italia V gorode sochi Temnye Nochi [Oh come sono nere le notti sul Mar Nero] di vasilij Pitchoul, URSS/Italia QUINDICINA DEI REGISTI: Vreme Cuda [Il tempo dei miracoli] di Goran Paskaljevic, Jugoslavia Cellovolde [Tirassegno] di Arpad Sopsitz, Ungheria SETTIMANA DELLA CRITICAOutremer [Oltremare] di Brigitte Rouan, Francia RETROSPETTIVA: Nanook of the North [Nanuk l'eschimese] di Robert Flaherty Korczak». Wajda, che ha 64 anni, capelli bianchi e un'aria disponibile e pensosa, spiega di aver messo molta attenzione nel costruire questo protagonista completamente positivo. «Il bene è s^nza difesa, semplice, insipido. Perciò sulla carta l'idea di un film su Korczak appariva priva di interesse; allo stesso tempo, però, c'era da ricordare che la santità dell'uomo nasce dalla sua debolezza e che l'arte ha sempre trovato la sua principale motivazione nella lotta dell'uomr ~ntro di essa. Il professor Kor. /.ak rappresenta un artista che si consacra a una causa sociale». Con preoccupazione Wajda guarda la situazione attuale del suo Paese, in cui «l'economia è tutta da ricostruire, a costo di sacrifici che ricadranno sulle classi più povere, proprio quelle che avevano lottato per far tornare la libertà in Polonia». In questo contrastato panorama, Wajda vede un solo nuovo personaggio eroico, in grado di offrire un esempio all'altezza del professor Korczak: il Papa. «E' la persona che in questo momento manifesta la più grande influenza sulla nostra società. La sua forza, il suo coraggio, ne potrebbero fare l'unico protagonista di un altro film dedicato a un eroe». DI OGGI Fulvia