Piccola impresa lo scontro si fa rovente

Le norme per evitare il referendum non attenuano le polemiche, i sindacati difendono la nuova legge Le norme per evitare il referendum non attenuano le polemiche, i sindacati difendono la nuova legge Piccola impresa, lo scontro si fa rovente Le aziende: troppa burocrazia, sarà meno facile assumere Cosa cambia IL PERSONALE IMPIEGATO NELLE PICCOLE IMPRESE Otto novità da tribunale HOMA. E' come se venissero descritti due oggetti diversi <ì una legge pessima», tuona il vicepresidente della Confindusiria Giorgio Grati, responsabile) per la piccola industria K' la «dimostrazione della possibilità di governare i fenomeni sociali e le tensioni», esulla il segretario della t.'isl Franco Marini 1-a nuova disciplina dei licenziamenti nelle piccole e inedie imprese può far evitare ti referendum previsto per il 3 giugno prossimo, ma non cancella le aspre divisioni sull'estensione dello statuto dei la voratori La disputa coinvolge le parti in causa, ma anche i partiti 11 blilx parlamentare di giovedì, grazie al quale il Sanalo ha ap provato definitivamente il provvedimento, ha uno «tra serico polemico a livello politico. Giudici:..!-'..', penalizzante pei le rttuvua minori, libar»)!, rrpubblicani e tucialdemucraliei criticano con durezza lo nuova legge passata con i voti della democrazia cristiana e del partito comunista (mentre i socialisti si sono »&temiu) Sul fronte opposto, democrazia proletaria, che ha promos so il referendum, si seme defraudala La parola, comunque, passa ora alla Corte Costituzionale che deve chiarire se le norme varate accolgono effettivamente le richieste dei cittadini che hanno firmato per la consultazione popolare !n caso positivo, sarà annullala la chiamata alle urne. Per gli imprenditori, ti rimedio adottato è assolutamente insopportabile La nuova legge concepita per tutelare meglio i lavoratori delle piccole imprese colpiti da licenziamento, finora esclusi dalle garanzie dello statuto, viene giudicala negativamente per gli effetti sulla gestione delle aziende che «si fa più difficile», mentre «i rapporti tra le parti si complicano notevolmente», come osserva Paolo Annibaldi, direttore generale della Confìndustria. Annibaldi è convinto che «la situazione diventa a dir poco drammatica». La Confìndustria non accetta che le nuove norme vengano definite più garantiste, quasi «che sino a ieri - sostiene risentito Grati - nelle aziende minori fosse consentita ogni sorta di comportamento o di soprusi». Da questo versante, si sostiene che il problema diventa la difficoltà di assumere e non la difficoltà di licenziare. Grati avverte che la nuova legge, «provocata dalla demagogia di pochi, arrecherà danni gravissimi al nostro sistema economico e danneggerà lo sviluppo dell'occupazione». E' un'impostazione analoga a quella di Ivano Spallanzani, presidente della Confartigianato, che vede il rischio, dopo il voto del Senato, di «gravi danni all'occupazione ed alla competitività delle micro imprese». Anche per Annibaldi l'effetto delle legge è «la perdita di competitività alla vigilia dell'integrazione dei mercati» in Europa. Gli imprenditori si dicono inoltre preoccupati, come afferma Grati, per il fatto che il provvedimento «introduce nuovi vincoli burocratici e procedurali incompatibili con la flessibilità tipica delle piccole imprese di cui nessuno sentiva il bisogno». Una nota della Cna, la con federazione nazionale dell'ar ligianalo, afferma che la «legge aumenta i vincoli e le rigi dna all'interno delle piccole imprese e non tiene conto delle caratteristiche dei rapporti di lavoro in queste dimensioni di azienda» Insomma, stando a quanto sostiene Spallanzani, «la paura di un referendum che avrebbe costretto le forze politiche a scegliere ha prodotto un compromesso legislativo che nega le ragioni dello sviluppo economico». Gli imprenditori vorrerebbero perciò che le disposizioni varate dal Senato venissero cambiate rapidamente. Grati spera che «vengano al più presto modificati gli aspetti più penalizzanti e gravosi». La Confederazione dell'artigianato «auspica che ci sia un positivo ripensamento del Parlamento quando, superato il periodo referendario, tale delicato argomento potrà essere affonlalo in tempi e modi più sereni ed equilibrati». Di fronte al coro di proteste degli industriali, le reazioni soddisfatte dei sindacali sono, tutto sommato, molto più contenute. Franco Marini è sicuro che «il tempo dimostrerà che gli allarmismi di cui si fa portavoce il vicepresidente della Confìndustria sono largamente strumentali». Il segretario della Cisl puntualizza che, «per crescere bene, il nostro sistema non ha bisogno né di ispirarsi al Far West né di suggestioni thatcheriane, ma ha bisogno di regole che siano giuste e condivise». L'approvazione della legge è la prova, secondo Franco Marini, che si può operare «senza lasciarsi travolgere dai problemi e senza abbandonarli fatalisticamente alla deriva per farli solo marcire ed esasperare senza risolverli, dando fiato così alla frantumazione corporativa ed agli estremismi demagogici». Alle tesi espresse da Annibaldi ha replicato invece il segretario confederale della Cisl, Raffaele Morese. «Tra il perfezionismo di alcuni e ii buon senso di altri è prevalso il secondo: la legge sulle piccole imprese ci avvicina e non ci allontana all'Europa». Roberto Ippolito COSTRUZIONI [S0n01 20 DIPENDENTI] LA RILEVAZIONE HA VALORE SOLO INDICATIVO IN QUANTO LA NUOVA LEGGE RIGUARDA LE IMPRESE CON MENO D116 DIPENDENTI internazionale». bilità è possibile». Quindi, in tale situazione, non resta che andare al referendum. In caso contrario, i repubblicani lanciano una proposta costruttiva a chi troppo tardi si è reso conto dell'errore commesso: «Collaborino con i noi, da subito, alla modifica parlamentare della legge». Ma, a giudicare dall'asprezza dei toni, non sarà facile ricucire il nuovo strappo. «Il pli - minaccia Patuelli - chiede un chiarimento inequivoco, perché i liberali non potranno tollerare altri casi di alleanze parlamentari tra de e pei. Se la de continuerà in questa sua doppiezza, il governo andrà automaticamente in crisi». In serata la replica di Giugni. «Se non ci sarà un'iniziativa del governo per correggere, nel testo della nuova legge sui licenziamenti, gli aspetti negativi che non riguardano la materia del referendum, ci sarà comunque un'iniziativa parlamentare del psi al Senato». Bisogna fare marcia indietro, sostiene una nota della «Voce Repubblicana», mentre i liberali Costa e Biondi annunciano la promozione di un referendum per l'abrogazione delle nonne appena passate in parlamento. «Il 90% delle imprese italiane osserva l'organo del pri - è sottoposto ad una normativa sui rapporti di lavoro che farebbe inorridire qualunque inviato dell'Est europeo, che visitasse l'Occidente alla ricerca di idee su come rendere flessibili e dinamiche le aziende. Facciamo le nostre congratulazioni al pei, che è riuscito a portare la de su un'impostazione insieme tanto filosindacale e tanto nemica dell'economia nazionale». I repubblicani criticano anche l'astensione dei socialisti. «Questo testo - commentano - porta il nome di un deputato socialista. L'astensione espressa dal sen. Giugni è giunta quando il danno era ormai fatto. La verità è che nessuna distinzione di responsa¬ Gian Carlo Fossi no scendere e si prevede una stretta fiscale ROMA. A decidere le sorti del referendum sulle piccole imprese sarà la settimana prossima la Cassazione. Ma tutto lascia prevedere che non ci saranno sorprese perché le norme sui licenziamenti individuali sono innovative ed è stata espressamente abrogata la disposizione dell'art. 35 dello Statuto dei lavoratori sottoposta al vaglio degli elettori. La Suprema Corte dichiarerà quindi cessate le operazioni referendarie. Spetterà poi a Cossiga revocare il referendum. La mini riforma si compone di sei articoli e sostituisce varie norme della legge del '66 sui licenziamenti individuali e dello Statuto dei lavoratori del '70. Non vi è invece nulla di cambiato per quanto riguarda i licenziamenti disciplinari e la prescrizione dei crediti di lavoro. Molte comunque le novità: 1) il pretore può ordinare la reintegrazione del lavoratore il legittimamente licenziato tutte le volte che il datore di lavoro occupi alle sue dipendenze più di 15 lavoratori in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo oppure, anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata non raggiunga tali limiti, qualora i dipendenti nell'ambito dello stesso Comune siano più di 15; 2) l'azienda potrà essere condannata a risarcire il danno al lavoratore in misura non inferiore a 5 mensilità di retribuzione, comprendendo nell'indennità anche i contributi previdenziali e assistenziali dal momento del licenziamento a quello della effettiva reintegrazione; 3) il dipendente, in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro e fermo restando il diritto al risarcimento, può chiedere comunque una indennità pari a 15 mensilità di retribuzione globale di fatto; 4) i piccoli imprenditori che occupano fino a 15 dipendenti possono licenziare solo per giusta causa o giustificato motivo. Ma se il licenziamento è ritenuto illegittimo l'azienda non è obbligata a reintegrare il dipendente. A questi spetta però un'indennità a titolo di risarcimento del danno in misura variabile da un minimo di 2,5 mensilità ad un massimo di 6 mensilità dell'ultima paga. Si può arrivare a 10 mensilità per i dipendenti con anzianità superiore ai 10 anni e fino a 14 mensilità per i dipen denti con anzianità superiore ai 20 anni se dipendenti da aziende che occupino più di 15 lavoratori; 5) in tutte le aziende il licenziamento per motivi discriminatori è nullo; 6) le nuove norme non si applicano ai partiti politici, ai sindacati, a enti culturali, di istruzione, religiosi e di culto; 75 il nuovo testo dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non si applica ai dipendenti con più di 60 anni in possesso dei requisiti pensionistici, sempre che non abbiano scelto di continuare il rapporto di lavoro; 8) in caso di controversia tra dipendente e azienda non si può ricorrere al pretore se prima non è stata chiesta una conciliazio ne, che è obbligatoria. Se questo fallisce ciascuna delle parti può, in alternativa, chiedere un arbitrato. Ip.l.f.]

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