In Basilicata sgomberate 400 case

Per il terremoto Per il terremoto In Basilicata sgomberate 400 Autostrada del Bianco, sfida fra gli esperti POTENZA. Sono salite a 400 le ordinanze di sgombero nei Comuni della provincia di Potenza, colpiti dal terremoto del 5 maggio. Il bilancio è ancora provvisorio perché i sindaci per ora sono intervenuti solo nei casi più gravi, mentre non è stata ancora avviala una venti ca su tutti gli immobili. Sono però tornate le roulotte, simbolo di emergenza da dopoterremoto. ben noto da queste parti, dove si era ancora in piena ricostruzione dopo il sisma del 1980. Ne sono per ora state utilizzale solo 110 perché gran parte dei senzatetto è riuscita a trovare sistemazione presso parenti. I centri più colpiti restano, oltre a Potenza, quelli di Vaglio, Pietragalla, Acerenza, Tri vigno. Brindisi di Montagna, Oppido e Tolve. e le ordinanze di sgombero riguardano per lo più abitazioni vecchie su cui non si era ancora intervenuti con la ristrutturazione antisismica prevista dalla legge di ricostruzione del 1981. Tutte le scuole della provincia sono ancora chiuse. le. s.i AOSTA dal nostro inviato Progettisti e costruttori non hanno dubbi. «E' un'autostrada ecologica, il tracciato si inserisce senza deturpare». Gli ambientalisti, che 1 hanno sempre ostacolata, non sono d'accordo: «E' uno sfregio alla natura, stiamo sacrificando al moloch del traffico campi, prati, fiumi e montagne, uno dei paesaggi più suggestivi d'Italia». Il caso è noto, esiste un contenzioso, i cantieri sono stati chiusi a luti !;o per l'intervento del Tribunae amministrativo e poi riaperti: la Regione, la Rav (società concessionaria dell'autostrada) e numerosi Comuni interessati al raccordo non vogliono tomare indietro. Una cosa è certa: l'autostrada Aosta-Traforo del Monte Bianco c'è, ma non si vede. O si vede poco. Quasi 27 chilometri su un totale di 35 corrono in galleria. Di qui la strenua difesa el progetto: «L'impatto ambientale è minimo, il tracciato rispetta la natura che lo circon¬ da» Ma cosi - è la controtesi - si salva soltanto il panorama. Quali le conseguenze per le deviazioni di corsi d'acqua, per le modifiche dei profili di colline, per il riempimento di invasi con il materiale di riporto? Gli esperti oppongono tutta una serie di considerazioni (sa ranno recuperate aree verdi, bonificate zone incoltivate, ecceterra) e l'uso di accorgimenti tecnici all'avanguardia per rendere sicura la circolazione e abbattere i g«is di scarico. Se n'è parlato per due giorni, mentre nei cantieri di Vifieneuve, Mor- tex e La Salle si teneva l'assemlea della Società italiana gallerie. Cento ingegneri hanno discusso di progettazioni, di scavi e di tunnel, guardando da vicino le macchine e le tecnologie usate per perforare le montagne lungo il tratto Nord della Dora. E tutte le volte il discorso cadeva sulla costruenda autostrada, «ori::.ii indispensabile». La vecchia statale 26 da sola non sopporta più il traffico congestionato che si snoda attraverso il Monte Bianco (10-12 mila veicoli al giorno). L'ingegner Diego Fantoni ha illustrato le caratteristiche tecniche del progetto, che ha avuto cuna storia lunga, complessa e tormentata». Il primo studio è del '77-78; nel '79 l'Arias propone un progetto su una sede del tutto nuova, nell'80 si approva un progetto di massima per l'autostrada, nell'82 il progetto diventa esecutivo, ma c'è tutta una lunga serie di varianti proposte dai Comuni con cui la Regione discute il tracciato. E' a questo punto che il discorso sull'impatto ambientale si fa più urgente e la Rav commissiona uno studio che contempla la costruzione di dodici gallerie lunghe da un minimo di 930 metri a un massimo di 3 mila 200. Quelle più a Nord, di faccia al Bianco, proteggono l'autostrada dalle precipitazioni invernali, da slavine e valanghe; quelle al centro, dove la Valle è più stretta, consentono di superare il difficile impatto con pareti friabili, spesso a strapiombo; quelle alle porte di Aosta, infi¬ ne, consentono di rispettare zone agricole pregiate. Tutte sa ranno dotate di impianti di illuminazione adeguati segnaletica, telefoni, pulsanti d'allarme, rilevatori di incendi, idranti, circuito televisivo e nicchie rifugio uomo. Ci saranno poi cónalette per la raccolta delle ac que e impianti di ventilazione, raccolta e filtraggio dei gas di scarico. La costruzione è cominciata nell'88, lungo il primo tratto Sarre-Morgex, venti chilometri in tutto, 7 gallerie. Sono stati aperti dieci cantieri, mille fra operai e tecnici le persone impegnate, enorme la disponibilità di macchine e attrezzature per gli scavi. «I lavori del primo lotto saranno completati entro l'autunno dell'anno prossimo prevede Franco Colombo, amministratore delegato della Rav -. La spesa prevista era di 579 miliardi, ma arriveremo a 700, coperti per il 75 per cento dallo Stato che, però, finora ne ha garantiti soltanto 200». Renato Romanelli

Persone citate: Arias, Diego Fantoni, Franco Colombo, Pietragalla, Renato Romanelli, Vaglio