La bandiera dello zar sventola di nuovo davanti al Cremlino

Nasce «l'associazione dei nobili» Nasce «l'associazione dei nobili» La bandiera dello zar sventola di nuovo davanti al Cremlino MOSCA NOSTRO SERVIZIO Davanti all'ingresso dell'antica cattedrale Znamienskij, non lontano dal Cremlino, ci sono dei giovani in unifonne da cosacchi o da ussari dell'annata imperiale. Sono una decina. Montano discretamente la guardia e accompagnano gli ospiti più anziani all'interno dove campeggia una grande bandiera bianca, rossa e blu della Russia zarista. Poi tutti i presenti - un centinaio di persone - ascoltano le note dell'inno «Dio salvi lo Zar» e la riunione comincia. E' l'assemblea costitutiva del «Raduno dei nobili»: un'associazione che dopo i primi, semiclandestini passi dei mesi scorsi è ormai una realtà nell'Urss della perestrojka. «Quando un albero ha radici profonde nella terra della storia, anche se è stato tagliato finisce sempre per rinascere», ha detto un pope che ha preso la parola, tra gli altri, nella riunione di giovedì sera che ha formalizzato la nascita del «Raduno» e ne ha scelto i dirigenti. Presidente è stato eletto il pittore Andrei Kirilovich Galitsin, che è discendente dei principi Galitsin, e nel comitato direttivo, composto da sette persone, si ritrovano tutti i più grandi nomi della nobiltà russa: gli Obolenski. i Bobrinski. i Rajevski, : gli Orlov. Che cosa vogliono o sperano gli aristocratici della perestrojka? Dopo settantanni di persecuzioni, intendono rispolverare qualche diritto e riscoprire il passato: restauro di case patrizie ora in abbandono, incontri con i vertici della Chiesa ortodossa, ricerche genealogiche, pubblicazione di opere. «La storia di ognuno meriterebbe un libro», dice Valentina Gheorghievna Orlova, che fa parte del direttivo. Valentina ha una sessantina d'anni e gli occhi azzurri, è minuta ed energica, porta un cappellino nero con tre fiori di stoffa (fatto da lei) e tiene nelle mani una borsetta di raso nero che di sovietico ha poco. Parla volentieri della nonna, che abitava un palazzo nel vecchio quartiere dell'Arbat, aveva governanti francesi, viaggiava in carrozza. Ma adesso Valentina Gheorghievna Orlova vive in un appartamentino verso la periferia. In piccole buste di plastica Lo zar Pietro IIGrande Caterina Lo zar Pietro III Grande Caterina conserva foto d'altri tempi, con uomini e donne in posa sulle scalinate delle ville o fra i colori dei giardini. Dice che «il rogo dell'inquisizione sovietica non è completamente spento», anche se con Gorbaciov la sua vita ha ripreso fiato. E' pianista: insegna musica e compone opere, scrive versi, però mai le è riuscito di pubblicarli. All'epoca di Breznev racconta - rimase per due anni senza lavoro, viveva con qualche kopsko al giorno e scriveva sempre, «perché era l'unico modo per sopravvivere». Sta preparando un libro: la prima parte si chiama «Comunalka», il nome degli appartamenti collettivi, la seconda racconta della nonna Vera Alksandrovna Aleksei-Orlova, cantante lirica, nobildonna corteggiata. Valentina è decisa a risvegliare oggi quel che è possibile del passato. Vuole andare avanti con il «Raduno della nobiltà», che dovrà essere finanziariamente autonomo, anche grazie all'aiuto di baroni e principi che vivono all'estero ma rispondono a una regola: «Purché di sangue blu». E ha in programma una lettera a Raissa Gorbaciova: «Non che ci faccia piacere, però lei ci può aiutare», dice abbinando franchezza a realismo. c la moglie la di Russia c la moglie la di Russia Chi sono gli altri? Lei cita i nomi: dai Tolstoi (non soltanto il conte Lev autore di «Guerra e Pace») ai Galitizin, principi che furono consiglieri degli zar. ambasciatori, ministri, generali: dai Trubeukoj (boiari, diplomatici militari) agli Orlov, la sua famiglia, potentissima durante il regno di Caterina II: fu Grigorij il promotore del colpo di Stato che nel giugno 1762 la portò al trono imperiale, «Ed ebbe anche un figlio da lei», dice Valentina. Poi racconta di suo padre, nobile polacco. Kcrzum di cognome: «Era il 1937. Un giorno vennero a prenderlo. Non s*/evo ancora dieci anni. Non Ino rivisto. Dopo la sua scomparsa tenemmo soltanto il cognome della mamma». E la mamma mai volle parlare di quegli anni. Lei ora vuole riscoprirli ed è certa di riuscirci. E' certa anche dell'aiuto che può venire dai discendenti emigrati: «Da quando si è cominciato a sapere dell'iniziativa, è una pioggia di telefonate, anche dall'estero». Paola Repenko

Persone citate: Breznev, Gorbaciov, Orlov, Raissa Gorbaciova, Valentina Gheorghievna Orlova

Luoghi citati: Russia, Urss