Bambaia e il cavaliere

Bambaia e il cavaliere A Milano i frammenti della tomba di Gaston de Foix Bambaia e il cavaliere Duomo, 1512: sculture e misteri fl MILANO 1 QUASI quarantanni dal/■ l'acquisizione della Pietà f%\Rondanini di MichelanA_aJgelo, le raccolte pubbliche del Castello Sforzesco si sono arricchite di alcuni «frammenti» della tomba di Gaston de Foix de II Bambaia, provenienti dalla Villa Arconati di Castellazzo. «La riunificazione delle componenti fondamentali di questo complesso così importante per la storia artistica milanese è stato reso possibile da un rapporto di collaborazione tra la Finarte ha sottolineato il consigliere delegato Casimiro Porro - e il Comune di Milano». L'iniziativa appare quindi significativa nell'ambito di un recupero che appartiene alla storia, alla cultura artistica lombarda, a una vicenda che richiama nuovamente l'attenzione sulla realizzazione delle sculture per Gaston de Foix, maresciallo di Francia, luogotenente di Luigi XII e governatore di Milano. Questi morì l'I] aprile 1512 durante la battaglia di Ravenna. Tre giorni dopo il suo corpo fu portato a Bologna e, successivamente, a Milano, dove - ricorda il cronista Giovanni Andrea Prato - «posto fu nel Domo a canto alli altri Duci, in una cassa coperta di bracato d'oro soprarizzo, con le insegne sue di Franza et di Spagna roccamate intorno, per aver lui mandato una sua sorella al re di Spagna; poi, de sotto dall'altra cassa, pendea la spada pontificale, col fodro di puro oro...». L'esecuzione del monumento funebre venne affi¬ data allo scultore Agostino Busti (1483-1548) detto II Bambaia, documentato intorno al 1512, quando, col fratello Polidoro, chiese d'essere assunto tra gli artisti operanti nel Duomo. Autore della stele sepolcrale di Francesco Orsini e del monumento di Lancino Curzio, il Bambaia si pone - suggerisce Maria Teresa Fiorio - nell'area dell'dnsegnamento del Briosco (...). Colto, raffinato, privo di asprezze, sciolto narratore nelle scene del portale della Certosa, la sua personalità è quella che maggiormente corrisponde alla sensibilità del Busti, anch'egli affascinato dal mondo antico e incline a frenare l'impeto del racconto attraverso il filtro di un'eletta cultura formale». Parlando della sua formazione il Vasari ha evidenziato come sia stato «tirato innanzi e molto aiutato» da Zenale, mentre il Cesariano, nel 1921, lo incluse nel novero degli artisti lombardi recatisi a Roma «in viaggio d'istruzione e, a confermare l'efficacia del soggiorno, sta il libra di schizzi di Berlino...», nel quale aveva raccolto «le impressioni dirette dello scultore di fronte alle antichità classiche». Nel 1517 II Bambaia iniziò i lavori, con una schiera di aiuti, molti dei quali concessi dal cantiere del Duomo, presso la chiesa del convento di Santa Marta. Nel 1522 l'opera, non ancora completata, venne interrotta a causa dell'abbandono dello Stato di Milano da parte dei francesi, promotori dell'iniziativa. 11 Vasari, nel 1566, scrisse che «molte figure grandi e finite, ed alcune mezze fatte ed abbozzate, con assai storie di mezzo rilievo in pezzi e non murate, e con moltissimi fogliami e trofei...», formavano il «corpus» del monumento che, nel tempo, fu smembrato. Alcuni pezzi trovarono collocazione, dopo la soppressione del monastero, avvenuta nel 1798, all'Accademia di Belle Arti di Milano (il «profeta Isaia» e la lastra tombale), all'Ambrosiana (due rilievi a trofei lunghi e stretti e un pilastrino) e a Castellazzo: figure di apostoli o profeti, pilastrini, rilievi narrativi, come ha riportato Giuseppe Bossi, nel 1852, nella sua Descrizione del Monumento di Gastone di Foix, scolpito da Agostino Busti detto II Bambaia. L'indagine sulla presunta composizione del sepolcro ancora da chiarire definitivamente, gli studi sui vari elementi costitutivi, l'importanza dei documenti, tra i quali il disegno nelle collezioni del Victoria and Albert Museum di Londra, costituiscono altrettanti elementi di una rilettura segnata dal rilievo in marmo con la scena dell'«entrata di Gaston de Foix a Bologna». Si ricordano, inoltre, il rilievo della presa di Brescia con l'avvincente scontro della cavalleria, l'elegante e finemente intessuto drappeggio della veste dell'Apostolo San Giovanni Evangelista, la delicata armonia della «Virtù» che può essere messa in relazione a tre statuette del citato museo londinese. Lo scultore Agostino Busti detto II Bambaia ebbe l'incarico di realizzare la tomba del governatore francese a Milano. Ora portati al Castello Sforzesco i frammenti del monumento rievocano una storia e riaprono un caso artistico L'elegante drappeggio della veste nell'immagine di san Giovanni evangelista