Carapellese aiutatemi ma per favore fate presto

Carapellese: aiutatemi, ma per favore fate presto A colloquio con l'ex giocatore azzurro e con la moglie da mesi in attesa del vitalizio previsto dalla legge Bacchelli Carapellese: aiutatemi, ma per favore fate presto Ha una ridicola pensione sociale e deve essere assistito 24 ore su 24 RAPALLO DAL NOSTRO INVIATO Ha negli occhi la tristezza d'una tragedia, che ha consumato la sua vita e l'ha portalo ad accettare con rassegnazione la sua malattia. Da quasi due anni soffre del morbo di Alzheimer, una forma grave e irreversibile di atrofia cerebrale. E ha perso ogni concezione del tempo. Riccardo Carapellese, il mitico «Carappa» che nel dopoguerra meravigliò con funambolici dribbling almeno due generazioni di tifosi, lancia un SOS. E lo fa con dignità, attraverso la voce ferma della moglie Costanza, che è diventala la sua infermiera, la segretaria, l'unico conforto assieme al figlio Massimo, di professione discjockey, che quasi lutti i giorni viene a fargli visita. «Se non ci foste voi, che farei da solo a questo mondo?», interroga il vecchio eroe di mille battaglie con le maglie più celebri del calcio italiano: Torino, Milan, Juventus, Genoa. E ovviamente quella della Naziona¬ le, con cui disputò sedici incontri, segnando dieci reti. Nei giorni scorsi alla Camera l'onorevole Biondi, che da quasi un anno si interessa al caso, ha invitato il presidente del Consiglio Andreotti ad intervemire per concedere all'ex al taccanle il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli. La casa è ricca di ricordi: foto ingiallite dal tempo che lo ritraggono impegnato in galoppate solitarie verso le aree avversarie e qualche targa al merito sportivo. «Carappa* ancor oggi è un simbolo per gran parte della Liguria calcistica. Fino a un paio di mesi fa ha viaggiato in lungo e in largo per l'Italia alla caccia di nuovi talenti. «Il signor Mantovani, presidente della Sampdoria riprende la moglie — conosce da tempo le precarie condizioni di mio marito e gli ha offerto l'incarico di osservatore. Senza il suo aiuto non so come avremmo tirato avanti. Siamo ridotti alla sola pensione: poco più di 800 mila lire in due. Quel che avevamo risparmiato l'abbia- mo speso per mia figlia». Ecco il dramma di casa Carapellese. Un dramma che pesa ancora sul presente. Cinque anni fa i due coniugi persero la loro secondogenita Daniela, stroncata da un collasso cardiocircolatorio. Il suo fisico era stato distrutto dalla droga e dall'alcol. Ma la signora Costanza preferisce tagliare corto: «Per favore, basta. I giornali ne hanno scritte di tutti i colori. Soltanto recentemente un quotidiano ha riportato la notizia che Daniela era morta di overdose. Niente di più falso». Carapellese è originario di Cerignola. Ha 67 anni ma ne dimostra almeno dieci di più. Nel settembre dell'88 era stato sottoposto ad un intervento chirurgico al ginocchio destro. «La gamba si era arcuata in modo così vistoso — ricorda la signora Costanza — che pareva compiere passi per conto proprio. Colpa dei calci che aveva ricevuto dagli avversari in tanti anni di carriera. L'intervento riuscì perfettamente, ma l'ane¬ stesia andò a risvegliare il morbo che lo aveva colpito e di cui non conoscevamo l'esistenza. Da quel momento le sue condizioni sono peggiorate. Due mesi fa ha perso quasi del tutto la memoria. Guardatelo, ò come un bimbo indifeso». Squilla il campanello d'ingresso. E' Adelchi Fornari, giornalista in pensione e antico amico di Carapellese. «Ciao Carappa, ti vedo bene». Il vecchio campione accenna ad un saluto. «Non mi riconosce più — interviene l'amico —. E dire che sino a due anni fa giocavamo a tennis ed ero sempre io a soccombere. Ora Riccardo ha bisogno di aiuto, speriamo che il governo gli riconosca i grandi meriti sportivi». Un atto di umanità che Carapellese, sempre più propenso a dare che ricevere, non avrebbe mai chiesto, ma che merita: per aver dato lustro allo sport italiano, ma anche per il dramma che ha vissuto in silenzio e che vive tuttora. Piero Abrate Riccardo Carapellese con la moglie Costanza nella sua casa di Rapallo

Luoghi citati: Cerignola, Italia, Liguria, Rapallo, Torino