Timori anche a Benevento di F. M.

Timori anche a Benevento Timori anche a Benevento Dal 22 aprile registrate 900 scosse NAPOLI. C'è un terremoto «strisciante», che ormai da un mese tiene sulle spine gli abitanti di un'intera provincia, quella di Benevento: centinaia di scosse di lieve entità (quarto grado della scala Mercalli), ma sufficientemente forti per essere avvertite nel capoluogo e nel suo hinterland. La punta massima del fenomeno è stata raggiunta tra il 21 e il 26 aprile: in soli cinque giorni i sismografi hanno registrato 255 eventi, 42 dei quali in una sola notte. «Lo sciame sismico nel Beneventano - spiega il vulcanologo Giuseppe Luongo, direttore dell'Osservatorio Vesuviano - potrebbe protrarsi per molto tempo, anche per un mese». Il fenomeno preoccupa non poco anche i responsabili dell'Istituto Nazionale di Geofisica, che tre giorni fa hanno ritenuto opportuno informare il mini¬ stro Lattanzio dell'«eventualità di scosse maggiori» in un futuro non molto lontano. Ventiquattro ore dopo la «premonizione», la terra ha tremato con violenza in tutta l'Italia meridionale. L'epicentro non è stato nel Beneventano, bensì nel Potentino. Esiste una relazione tra i due fenomeni verificatisi a oltre centocinquanta chilometri di distanza l'uno dall'altro? Il professor Luongo appare scettico: «Ritengo improbabile un collegamento. Si tratta di due strutture tettoniche diverse. Il terremoto nel Potentino non è da mettersi in relazione neanche con quello di dieci anni fa che colpì duramente l'irpinia. I! sisma dell'80 interessò il crinale tirrenico dell'Appennino, quello dell'altro ieri riguarda il versante adriatico. Il raggio di avvertibilità è stato di circa 200 chilometri. La frattu¬ ra nel suolo deve essere avvenuta all'incirca a quindici chilometri di profondità. L'intensità ha provocato danni piuttosto diffusi: è la soglia massima che precede un terremoto con danni gravi». D'accordo con Luongo i geologi che lavorano alla postazione della Protezioni civile di Pesco Sannita, presso Benevento: «Lo sciame sismico che interessa questa zona continua, e non è collegato con quello di Potenza. Le scosse delle 9,21 e delle 9,38 di venerdì, che da noi hanno avuto un'intensità del sesto e quinto grado Mercalli, sono conseguenze del fenomeno verificatosi in Basilicata. Ma i nostri sismografi hanno registrato per tutta la giornata altri eventi, che questa volta riguardano la provincia beneventana. Dal 22 aprile ad oggi abbiamo avuto 900 scosse». [f. m.]

Persone citate: Giuseppe Luongo, Luongo, Mercalli, Vesuviano

Luoghi citati: Basilicata, Benevento, Italia, Napoli, Pesco Sannita, Potenza