Borsano promette tre colpi grossi

Borsano promette tre colpi grossi Il presidente del Torino aspetta Martin Vàzquez, conferma i giovani, affiderà a Mondonico altri due big italiani Borsano promette tre colpi grossi Intanto conferma Marchegiani e si tiene Benedetti TORINO. Un presidente felice, un vulcano di idee e di programmi che non gli impediscono di valutare i trabocchetti calcistici. Gian Mauro Borsano ha smaltito il nervosismo di Trieste: «Dopo il pareggio volevo la vittoria, l'ultimo quarto d'ora non mi è piaciuto. Adesso capisco che va bene così, che Fascetti aveva ragione nella sua gestione del cammino verso la A. Ma resto dell'idea che un Toro più aggressivo in trasferta... Abbiamo baruffato per questo, ma sempre a viso aperto. No, non ho sofferto in questa stagione. Credo di aver toccato il fondo delle amarezze, il dolore sportivo, in quella giornata della retrocessione a Lecce». Al presidente granata il calcio piace come imprenditore, ma vorrebbe sapere tutto dei suoi misteri. «Mi piacerebbe tanto avere il fiuto e l'esperienza di Anconetani». Racconta un episodio curioso: «Quando assunsi la presidenza, la prima pratica che trovai sul tavolo riguardava la cessione di Sordo al Trento. Non sapevo chi fosse il giocatore, mi salvò l'intuito. Non firmo senza capire. Scoprii presto che al Trento l'avevano già chiesto tredici società. Così, adesso. Sordo è una delle basi per il Toro del domani». Sul Toro da serie A, Borsano parte dal portiere con una notizia: «Il numero uno sarà Marchegiani. L'ho informato ieri. E' maturato, ho fiducia, conto re- sti con noi a lungo. Ha retto da uomo alle notizie su Preud'Homme. Perché al belga ho pensato, a lui ed a Bosman l'olandese del Malines. Poi ho rinunciato. Nei rapporti, l'attaccante è giudicato un po' lento. Quanto al portiere, Preud'Homme ha 31 anni. Io penso ad un Toro che parta dai giovani». Martin Vàzquez ha 24 anni, Borsano segue la logica. «Ma dell'asso spagnolo parleremo a luglio, il suo contratto scade il 30 giugno. Voglio stare nelle regole». Presidente, quale Torino promette ai tifosi? «Debbo sforzarmi a non essere tifoso, a comportarmi da presidentemanager. Ed allora dico che per il prossimo campionato voglio prima di tutto una stagione fuori dai rischi di retrocessione. Un torneo di consolidamento e di conoscenza dei nostri valori nel clima della A. Ma cosa mi fate dire, io vorrei subito la zona Uefa e magari meglio...». Nomi e situazioni, adesso. Borsano spiega: «Mondonico è un tecnico nel quale ho fiducia. Ha anche esperienza internazionale. I campioni di casa sono la base. Sordo, Lentini, Benedetti non si toccano. Zago e Venturin restano con noi; Bresciani torna: c'è la possibilità che uno dei tre vada in prestito a novembre, ma c'è tempo. Fascetti darà uno spazio a Zago nell'ultima partita, sarà una festa nella festa». Ci sono già grosse offerte per Lentini e Benedetti. «A Lentini offrirò il prolungamento del contratto, che scade nel giugno '91. Se rifiutasse rischierebbe di stare a piedi. Benedetti vale già dieci miliardi, ma io non cedo il futuro stopper della nazionale». Borsano promette tre colpi grossi ma chiede pazienza. Uno è Martin Vàzquez. Gli altri due «giocatori italiani di ottimo livello, lasciateci lavorare». I nomi di Pasciullo, Garzja, di un terzino sinistro che manca, non li respinge ma non sembrano esaltarlo. «Italiani a livello di Fusi o qualcosa di più». Un terzo straniero? «Se cediamo Skoro possono restare in due. Comunque un terzo straniero sarà un europeo». Ai tifosi chiede fiducia, appoggio, sacrificio. «I costi di abbonamenti e biglietti saranno eguali a quelli della Juventus. Ragioni di contratti comuni con l'Acqua Marcia e anche valori da serie A. Certo, l'abbonamento delle curve costerà quasi il doppio. Credo che la gente granata mi seguirà. Io sono un presidente tifoso che vuole mandare avanti un Toro sano. Che a maggio presenterò in borsa, con grandi pruriti di molti in città. Gerbi e De Finis erano dirigenti-tifosi, chi ha posto le basi di questo Toro solido è stato Sergio Rossi, ha impegnato almeno 20 miliardi. Che l'abbiano contestato sino ad andarsene è il mio tormento. Io ho comprato bene, ma non voglio deludere». Bruno Perucca

Luoghi citati: Lecce, Lentini, Torino, Trieste