Roma di Francesco Grignetti

Roma LE GRANDI CITTA' Roma Lederà per la prima volta balza al 5 per cento Il garofano ha già esaurito V«effetto Carraro» ROMA. Tiene la de, calano di poco i socialisti, crollano i comunisti. Crescono, invece, moderatamente, i repubblicani e gli ecologisti. I romani sono tornati alle urne sei mesi dopo il rinnovo del Consiglio comunale. Mancano però, tra i candidati al Consiglio regionale, nomi di spicco della politica nazionale com'era successo ad ottobre. Non c'è stato, insomma, l'effetto-Carraro — il candidato sindaco per cui si è impegnato Craxi in prima persona — che ad ottobre aveva portato il psi ad un notevole incremento di suffragi. Ed è mancato anche il «testa a testa» tra pei e de che invece, ad ottobre, aveva mobilitato in maniera spasmodica i due maggiori partiti. Secondo i primi dati diffusi dalla sala stampa del Campidoglio, la democrazia cristiana ha tenuto: 32 per cento dei voti, un punto in meno rispetto alle scorse regionali, stesso livello delle comunali '89. Il pei cala di due punti circa rispetto alle comunali, attestandosi sul 24,6, ma crolla di quasi sei punti rispetto alle scorse regionali. Calano anche i socialisti che scen¬ dono al 12 per cento — quasi due punti in meno del massimo storico ottenuto nel 1989 (13,9) — ma pur sempre un punto abbondante in più rispetto alle scorse regionali. Perdono tre punti in percentuale, rispetto alle regionali, anche i missini (dal 9,99 al 6,7). Ma questo calo è soltanto la replica della débàcle tricolore delle comunali di ottobre, quando l'msi raggiunse a malapena il 6,9. Guadagnano invece i repubblicani, che rasentano il 5 per cento dei voti e che a Roma non erano quasi mai riusciti a superare la soglia del 3,5. Stazionari i liberali e i socialdemocratici. Vanno bene anche i partiti non tradizionali: i verdi del Sole che ride e i loro cugini dell'Arcobaleno alle scorse elezioni comunali si erano presentati uniti ottenendo un 6,9 per cento dei voti. Questa volta si sono presentati separatamente e gli elettori li hanno premiati: 5 per cento al Sole; 3,1 alla Margherita. Bene anche gli antiproibizionisti, che si sono attestati intorno al 2,4 per cento. Ma il voto dei romani, in fondo poco interessati alla composizione dei consigli provinciale e regionale, da quarantott'ore si è nuovamente tinto di giallo. Ad ottobre il sospetto dei brogli; quest'anno la «fuga» dei presidenti di seggio. E' lo stesso assessore al Decentramento, Marco Ravaglioli, de, conosciutissimo genero di Giulio Andreotti, a lanciare l'allarme: «Nutro qualche preoccupazione — dice — per quello che sta succedendo dentro i seggi. Abbiamo seri dubbi sulle capacità e sulla qualificazione di molti presidenti di seggio». Nella notte tra sabato e domenica, infatti, l'assessore Ravaglioli ha dovuto sostituire in corsa quasi 600 presidenti di seggio che non si erano presentati. Il Comune ha pescato nelle liste dei dipendenti comunali. Poi è ricorso ai vigili urbani. In qualche caso è stato nominato presidente lo scrutatore anziano del seggio. «Ci sono seggi dove c'è un solo scrutatore oltre al presidente e al segretario. E' tutto legittimo, ma certo...». Francesco Grignetti

Persone citate: Carraro, Craxi, Giulio Andreotti, Marco Ravaglioli, Ravaglioli

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