Ecco l'esercito del senatore Bossi di Giovanni Bianconi

Ecco l'esercito del senatore Bossi Ecco l'esercito del senatore Bossi Diciottomila iscrìtti, molti giovani, 60 sedi «La società multirazziale è contro l'uomo» ROMA. K stata una vittoria quasi annunciata, anche se for se più ampia di quella prevista Il successo della Lega lombarda era stato anticipato da chi ha studiato l'andamento del voto in quella regione negli ultimi anni Dati alla mano, l'ulteriore avanzata dei «lumhard» appariva scontata Dall'87 ad oggi, nella regione più popolosa d'Italia, c'è un dato costante: l'aumento degli autonomisti va di pari passo con il calo dei partiti tradizionali, quelli dell'arco costituzionale: dalla de al pei, dal psi ai laici. «La Lega cresce in modo inversamente proporzionale alla caduta di consenso delle forze tradizionali Laddove ha maggiore capacità di influenza, la caduta di consenso ai partiti storici è più marcata ed è determinata in misura inversamente proporzionale ai successi di questo movimento», ha scritto il sociologo Vittorio Moioli, dell'ufficio formazione della Cgil, in un saggio intitolato «I nuovi razzismi - Miserie e fortune della Lega lombarda». Si tratta del primo studio analitico dedicato ai fenomeno dell'autonomismo in Lombardia. Dopo l'analisi, la previsione. «A partire dall'87 - ha scritto Moioli - si è determinato in Ixmibardia un nuovo equilibrio tra le forze tradizionali e quelle di nuova formazione; si è cioè interrotto quel processo storico che fino ad allora aveva contenuto sotto la soglia del 7% tutte le espressioni politichi; "non costituzionali" che nel tempo, specie negli Anni 70. erano venute emergendo. Ritenere che nelle prossime elezioni (quelle di ieri, ndr) i partiti storici possano recuperare in un sol colpo oltre un decimo dei loro consensi per ristabilire il vecchio equilibrio, può essere auspicabile da qualcuno, ma è assai improbabile che si verifichi...». La Lega lombarda, insomma, aveva già da tempo rotto quegli argini che l'hanno portata al successo di oggi: dai 186.000 voti ottenuti nelle politiche dell'87 ai 634.000 raccolti in tutta Italia alle europee '89, fino al voto di domenica che ha trasformato la Lega nel secondo partito della Lombardia. Diciottimila iscritti, di cui ottomila giovani; più di 60 sedi provinciali e periferiche sparse in tutta la regione; un deputato ed un senatore a Roma, due rappresentanti a Strasburgo, due consiglieri provinciali e una sessantina di consiglieri comunali eletti in Lombardia. Questo l'identikit della Lega di¬ segnato, prima dei risultati di ieri, dallo studio di Moioli. I «lumbard» hanno sempre preferito definirsi movimento anziché partito. Tuttavia sono strutturati in un'organizzazione molto rigida. Gli aderenti si distinguono in tre categorie: i «soci ordinari», la classe dirigente che ha il volto dei 127 delegati (le donne sono solo 8) al congresso nazionale; i «soci sostenitori», gli amis. che hanno il compito di finanziare l'organizzazione; infine i «soci militanti», quelli che svolgono attività politica vera e propria. Tra questi, i giovani (i riaa) sono chiamati ad occuparsi del «lavoro politico manuale», come l'affissione di manifesti, volantinaggi, diffusione del giornale, ecc. In sette anni Lombardia autonomista, il periodico fondato nel 1982 da Umberto Bossi, senatore e leader indiscusso della Lega, è stato stampato e diffuso in 5,5 milioni di copie. Quanto al profilo del militante della Lega, lo studio di Moioli lo dipinge così: «Vi aderiscono molti soggetti dalle più disparate origini ideologiche ed esperienze politiche e sociali: lavoratori autonomi, operai, liberi professionisti, studenti, impiegati, piccoli imprenditori; gente che ha sempre odiato la politica e gente che invece, fino al giorno prima, ha militato nei partiti tradizionali. Alcuni di loro si sono autodefiniti democristiani ribelli, altri comunisti pentiti, altri ancora ex aderenti ai partiti laici e conservatori». Tutta gente tenuta insieme da quel «federalismo integrale» predicato dal senatore Bossi secondo il quale «è all'interno di un popolo etnicamente omogeneo che si può operare con maggior slancio affettivo... La società multietnica e multirazziale è per sua natura contro l'uomo, perché mortifica in esso ogni senso di generosità...». Giovanni Bianconi I leader piemontese Gipo Farassino

Persone citate: Bossi, Gipo Farassino, Moioli, Umberto Bossi, Vittorio Moioli

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Roma, Strasburgo