Non si può abolire i fitofarmaci
Non si può abolire i fitofarmaciNuove polemiche sul referendum Non si può abolire i fitofarmaci Alla fine di aprile si sono svolte a Pisa le «Giornate fiiopatologiche 1990». la più importante manifestazione in Italia per il settore della difesa delle piante Il numero dei partecipanti (oltre 400) e delle relazioni pre semate (circa 150) di notevole valore scientifico e tecnico, sono una prova del successo del l'iniziativa. Il prof. G. Goidanich, Emerito dell'Università di Bologna e «padre» dalle «Giornate», passando in rassegna i «temi» delle scorse edizioni ha rilevato che molti degli attuali problemi erano già stati discussi e segnalati da tempo, ma non sempre recepiti a livello polìtico e governativo. Una relazione generale sulle «prime valutazioni sugli effetti tecnici ed economici dell'eventuale approvazione del referendum sui pesticidi» è stato presentato da un gruppo di esperti (G. Amadei, G. Ballarmi, F. Capelli, S. Foschi e A. Ugolini) che hanno ribadito l'importanza dei mezzi chimici per combattere le principali avversità delle colture, per semplificare le operazioni e ridurre la mano d'opera. I mezzi alternativi (agronomici, biologici, fisici, ecc.) non sono ancora in grado di risolvere tutti i problemi fitoiatrici. Gli aspetti giuridici di un'eventuale approvazione del referendum non sono semplici. L'eventuale abrogazione di una parte del comma h dell'art. 5 della legge 283 (30-4-1962Ì vieterebbe al ministero della Sanità di stabilire limiti di tolleranza sui prodotti alimentari agricoli e, quindi, su di essi non vi dovrebbero essere in assoluto (cioè al limite analitico zero) residui di fitofarmaci. Tuttavia, secondo la Corte Costituzionale, che con sentenza nc 64 del 1990 ha ammesso la legittimità del referendum, rimangono validi i limiti stabiliti dalle direttive Cee per tutti i Paesi comunitari. Attualmente tali direttive riguardano un numero limitato di princìpi attivi, ma sono in corso di emanazione altri elenchi più completi, che comprenderanno anche i formulati più moderni e meno tossici. Esiste, d'altra parte, la legge di riforma sanitaria (n° 833 del 23 dicembre 1978) che all'art. 32 ribadisce i poteri del ministero della Sanità e, pertanto, il referendum non dovrebbe abrogare tale norma. Per quanto riguarda la situa¬ zione dei residui nel nostro Paese, la relazione riporta i dati ufficiali dal 1980 al 1987, rilevando l'aumento del numero dei campioni esaminati e la riduzione delle percentuali di essi che risultavano «contaminali»: dal 6,4% si è passati ad appena l'I.5%; e da rilevare, tuttavia, che a causa delle sempre più sofisticate analisi, aumenta il numero dei campioni con residui «rilevabilU. La relazione si è soffermata, infine, sui problemi fitoiatrici, per mettere in evidenza la maggiore o minore probabilità di ottenere produzioni anche con minime probabilità di contaminazioni per effetto di interventi durante la vegetazione o, in qualche caso, in post-raccolta. Le conseguenze di un eventuale abbandono dei fitofarmaci si rifletterebbe anche nelle produzioni animali, per la forte preoccupazione che i mangimi o le granaglie rimangano contaminate da organismi nocivi e, in particolare, dalle «micotossine» causate da miceti. La valutazione economica del referendum, infine, si è basata sull'attuale incidenza media dei fitofarmaci nelle diverse colture, distinguendole a seconda degli eventuali danni, e attribuendo a ciascuna categoria un «peso» economico crescente come riduzione della produzione lorda vendibile. Con una stima del 25% di perdite medie, il danno raggiungerebbe 15.000 miliardi, a cui si devono aggiungere i danni indiretti, pan a circa 10.000 miliardi, nel settore industriale e commerciale. In complesso, quindi, si raddoppierebbe il già pesantissimo deficit agro-alimentare e salirebbe ladisoccupazione, del 2%. E' evidente che ripercussioni così gravi si avrebbero solamente se gli agricoltori non avessero più la certezza di un impiego legale dei fitofarmaci. Le disposizioni Cee dovrebbero riportare certezze. Ma è evidente che il nostro Paese deve darsi, con urgenza, norme chiare, complete e ag- S'ornate su tutta la materia dei tofarmaci; norme anche più severe, controlli più ampi, che da una parte ridiano certezze operative ai produttori agricoli e tranquillità ai consumatori e dall'altra incoraggino maggiormente la diffusione di metodologie alternative di lotta (lotta integrata e biologica). Alberto Ugolini
Persone citate: Alberto Ugolini, Amadei, Ugolini
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