L'azienda si affida ai robot trasportatore di Valeria Sacchi
L'azienda si affida ai robot trasportatore Ai Movint un bilancio dell'innovazione tecnica nel campo della movimentazione industriale L'azienda si affida ai robot trasportatore I carrelli tradizionali sono sostituiti da impianti automatici MILANO. «Fino a dieci anni or sono il problema del nostro settore era spostare e trasportare merci; oggi questa movimentazione è diventata logistica, e le ultime frontiere si chiamano scorta zero e terziarizzazione dei servizi logistici. Questo comporta non solo evoluzione delle macchine, ormai guidate dall'elaboratore, ma trasformazione a livello di azienda». Chi parla è Antonio Cominotti, presidente del Comitato direttivo di Movint, il Salone internazionale della movimentazione in dustriale che, da mercoledì a domenica, festeggia il decennale della sua nascita. «Se ricordiamo i temi dei congressi tenuti all'interno del primo Movint, nel 1980, ci rendiamo conto che il settore era tutto concentrato sugli aspetti classici del trasporto interno. Da allora è stata fatta moltissima strada. Oggi i temi sono quelli del sistema di ordini on the spot, della modifica del sistema organizzativo dell'impresa che riduce il magazzino gestito direttamente, e delega al massimo sia i rifornimenti a monte sia lo stoccaggio e la distribuzione nella parte finale» aggiunge Cominotti. La complessità della tematica della movimentazione, e la crescita stessa del settore si riflettono nel salone che, quest'anno, vedrà presenti, tra italiani e stranieri, più di 500 espositori in rappresentanza di 26 settori su una superficie che sfiora i 70 mila metri quadrati, contro i 361 espositori e i 30 mila metri quadrati del 1980. Due i convegni che affronteranno le problematiche e le conseguenze economiche e finanziarie della «scorta zero» e gli aspetti connessi alla terziarizzazione della distribuzione. Accanto ai prodotti cosiddetti «maturi», che restano un punto di forza del nostro export so¬ prattutto verso gli Stati Uniti, Movint '90 esplora le nuove frontiere: dai carrelli a movimentazione aerea alla robotica. «Fino a tre edizioni fa, gli espositori che presentavano impianti automatici erano pochissimi, quest'anno saranno oltre cento» osserva Aldo Tagliabue, segretario generale di Movint. Tutto bene, dunque? Nel complesso sì, ma i problemi esistono. Spiega Tagliabue: «Da oltre tre anni il settore va bene, e non ci sono avvisaglie di pericolo, ma resta aperta la questione, delicata, della normativa Cee. L'Italia è indietro nell'allinearsi agli standard europei. Questo può metterci in svantaggio nell'export. Per questo abbiamo invitato a Movint il ministro Romita». Precisa Dario Broggi, segretario tecnico dell'Unione apparecchi sollevamento e trasporto: «Il governo ha ottenuto dal Parlamento il mandato a rece¬ pire le normative attraverso decreti legge. Ma ci sono scadenze precise: ad esempio potremo continuare a produrre certi carrelli elevatori fino al 1996, solo se recepiremo entro il 1992 due direttive complementari. Altrimenti, ci sarà impossibile continuare ad esportare quei carrelli, perché non avranno l'omologazione. Ciò può significare danni di decine di miliardi». L'industria italiana della movimentazione sta vivendo un periodo di congiuntura favorevole. Con i suoi 2800-3000 miliardi di fatturato, si contende la leadership europea con i tedeschi, l'export medio è del 40%, con punte dell'80%. Un universo costituito da poche grandi aziende, non più di dieci, qualche decina di aziende medie, e centinaia di piccoli e piccolissimi produttori. Valeria Sacchi
Persone citate: Aldo Tagliabue, Antonio Cominotti, Cominotti, Dario Broggi, Tagliabue
Luoghi citati: Italia, Milano, Stati Uniti
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