Il petrolio ancora giù

Il petrolio ancora giù Il petrolio ancora giù L'Opec non convince i mercati e l'Italia rivede la bolletta ROMA. L'accordo Opec non è piaciuto. La delusione per la scarsa efficacia dell'intesa raggiunta giovedì dagli sceicchi a Ginevra nel tentativo di far risalire i prezzi petroliferi (tagli alla produzione per tre mesi) ha detcrminato nuove tensioni sui mercati dei futures petroliferi. A Londra, il contratto di giugno del Brent del Mare del Nord ha terminato la giornata a 16,52 dollari al barile rispetto ai 16,82 dollari della chiusura di giovedì. Medesima sorte è toccata a New York ai «futures» di giugno che sono oscillati attorno ai 17,90 dollari (9 centesimi in meno di giovedì). Gli analisti del mercato ritengono comunque che un taglio di 1,445 milioni di barili, che dovrebbe portare la produzione a 22 milioni di barili al giorno, è insufficiente a rialzare il prezzo del greggio. Gli esperti dicono che la nuova quota eccede la domanda di almeno 1 milione di barili. Inoltre il ministro del Petrolio iraniano, Gholamreza Aqazadeh, ha già ammonito gli altri Stati membri dell'Opec riguardo al pericolo di non aderire al taglio concordato nella produzione di 1,445 milioni di barili al giorno. In attesa di un assestamento dei mercati c'è anche chi tira un sospiro di sollievo. Per l'Italia, ad esempio, come per molti altri Paesi occidentali, si profila, almeno sino a fine luglio, una bolletta energetica meno salata. La riduzione dei livelli di estrazione (-1,445 milioni di barili al giorno per tre mesi) potrebbe infatti spingere in alto, a breve termine, i prezzi del greggio. L'intervento dell'Opec, verificatosi dopo un periodo di «affondamento» dei prezzi, può infatti agire, secondo l'Unione Petrolifera, «dal punto di vista psicologico così come è già avvenuto in casi analoghi negli ultimi anni caratterizzati da un mercato in fluttuazione e da prezzi fissati dalle libere contrattazioni». Il taglio deciso a Ginevra (1,4 milioni di tonnellate) infatti non è molto distante - sempre secondo l'Unione da quello che è ritenuto essere il surplus di greggio (2,5 milioni di tonnellate) ma «se ciò basterà per una ripresa nel lungo periodo dipenderà molto dall' andamento della domanda e dalla tenuta dell'accordo». Di ciò si riparlerà ufficialmente il 25 luglio in casa Opec, quando gli sceicchi torneranno a sedersi attorno al tavolo per un check-up dell'intesa raggiunta giovedì sera a Ginevra, [r. e. s.J

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Londra, New York, Roma