La madre di Ramelli «Perdono? Non parlo»
La madre di Ramelli «Perdono? Non parlo» Gli assassini del giovane hanno chiesto la grazia La madre di Ramelli «Perdono? Non parlo» MILANO. Anita Pozzoli, madre di Sergio Ramelli (il giovane simpatizzante di destra ucciso 15 anni fa da un gruppo di Avanguardia Operaia) si è presentata ieri ai carabinieri della Compagnia Monforte dove era stata convocata per rendere dichiarazione ufficiale in merito alla domanda di grazia, formulata dagli imputati dell'uccisione del figlio. La signora Ramelli ha dichiarato di voler rimanere estranea alla decisione, qualunque essa sia, che sarà presa dalle competenti autorità. La signora Ramelli ha detto di apprezzare il contenuto di una lettera inviatale dagli imputati nel novembre scorso e nella quale si chiede il suo perdono: «Abbiamo ritenuto positivo il contenuto di quella lettera e confermo di non nutrire odio nei confronti di coloro, allora giovani, che non furono certo gli unici responsabili della morte di mio figlio. Tuttavia ripeto di voler rimanere estranea ad ogni giudizio sulla libertà personale degli imputati. Il perdono è un fatto intimo, che non si può spiegare sulla carta». La signora Ramelli, che era molto emozionata dopo il colloquio con i carabinieri, ha espresso il desiderio che la vicenda si concluda al più presto. Gli otto imputati ritenuti responsabili di concorso in omicidio volontario al termine dei tre gradi del giudizio e condannati a pene varianti da sei anni e mezzo di reclusione a dieci anni e due mesi, dovrebbero tornare presto in carcere. Per evitare la detenzione e non abbandonare le famiglie che nel frattempo si sono formati, oltre che il lavoro (sono quasi tutti medici), hanno deciso di rivolgersi al Presidente della Repubblica per chiedere la grazia, anche in considerazione dell'ormai assoluta assenza di pericolosità sociale. (Ansai
Persone citate: Anita Pozzoli, Monforte, Ramelli, Sergio Ramelli
Luoghi citati: Milano
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