Carceri, prolesta per l'indulto

Carceri, prolesta per l'indulto S'allarga lo sciopero della fame contro «le disparità causate dal nuovo codice» Carceri, prolesta per l'indulto I detenuti chiedono che il governo conceda sconti di pena anche per chi non è ex terrorista «Il ministro Vassalli aveva detto di non essere contrario»: due proposte di legge in discussione ROMA. La protesta nelle carce- i ri, attuata mediante lo sciopero della fame, per «sensibilizzare le forze politiche e sociali sulla necessità di promulgare un provvedimento di indulto», si allarga a macchia d'olio. Al rifiuto del cibo messo in atto nei I giorni scorsi in alcuni peniten- { ziari, hanno aderito ieri anche i detenuti di Rebibbia. «Chiediamo l'indulto - spiegano in un comunicato i detenuti del carcere romano - non come atto di clemenza, bensì come atto riparatore delle disparità prodotte dall'entrata in vigore del nuovo codice». L'introduzione, con il nuovo rito, di istituti come il patteggiamento o il procedimento abbreviato consentono infatti all'imputato di usufruire oggi di uno sconto di pena sino ad un terzo, cosa sino a ieri impossibile. Un altro aspetto non meno importante del provvedimento di clemenza riguarda i terroristi, per abbattere - come è stato proposto da più parti - le pene maggiorate inflitte durante la legislazione dell'emergenza. In commissione Giustizia, alla Camera, sono ancora all'esame due disegni di legge: uno firmato da tre deputati de (Nicotra, Vairo e Fiori), l'altro «interpartitico» sottoscritto da Piccoli (de), Mancini (psi), Vacca (pei), Rodotà (sinistra indipendente), Vesce (pr), Capanna (verde arcobaleno). Il primo ri¬ guarda tutti i detenuti e propone uno sconto generalizzato di pena di due anni, sconto che per i terroristi viene innalzato a tre proprio in considerazione del fatto che dieci anni fa con la legislazione d'emergenza furono aumentate le pene per questa categoria di imputati. Il secondo, invece, si occupa solo dei 464 terroristi ancora tra le sbarre e punta a benefici più sostanziosi: commutazione dell'ergastolo in ventuno anni di reclusione, pene inferiori ai dieci anni ridotte di cinque e tutte le altre della metà. Di entrambi i progetti, la commissione Giustizia di Montecitorio cominciò a discutere parallelamente al provvedimento di amnistia. L'intervento di Vassalli, però, consigliò i deputati a scindere i due problemi. L'amnistia, sostenne il ministro, aveva carattere d'urgenza e serviva a facilitare il decollo del nuovo processo penale. Dell'indulto si sarebbe discusso in seguito. E se ne riparlerà, assicura il presidente Virginio Rognoni, non appena la commissione i Giustizia di Montecitorio riI prenderà i lavori dopo l'approI vazione della legge sulla droga. | Intanto è stato nominato un coi mitato ristretto, affidato al so• cialista Raffaele Mastrantuono, : con l'incarico di unificare le i due proposte di legge in discusj sione. Da Rebibbia e da altre I carceri, però, i detenuti fanno j sapere che lo sconto di pena | dovrà riguardare tutti. «Il provvedimento - dicono | dovrà essere proporzionale alla | pena in espiazione, senza esclusioni oggettive e soggettive». Solo così, sostengono, si potranno eliminare quelle disparità fra condannati con il vecchio e condannati con il nuovo codice. «Di fronte ai ritardi, - concludono i detenuti vogliamo ricordare gli impegni del governo, espressi dal ministro Vassalli in sede di dibattito alla Camera, che si dichiarava non contrario ad un indulto di carattere generale e ne rinviava l'esame al momento dell'approvazione dell'amnistia». Ruggero Cont educa Il ministro Vassalli

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