Il trapianto di neuroni adesso non è più un miraggio
Il trapianto di neuroni adesso non è più un miraggio Annunciata in Usa una scoperta che apre la strada alla cura di molte malattie del sistema nervoso centrale Il trapianto di neuroni adesso non è più un miraggio Moltiplicate in provetta cellule cerebrali prelevate da una bimba di 18 mesi WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una équipe di medici americani è riuscita a sviluppare in laboratorio cellule del cervello umano. La afferma l'autorevole «Journal of Science». La scoperta, scrive la rivista, è la chiave di lettura dei segreti del cervello. E' altresì il primo passo verso la cura, per ora molto lontana, di alcuni (non tutti) disturbi neurologici gravi come l'epilessia e il morbo di Alzheimer. La coltivazione dei tessuti cerebrali rende infatti possibile la divisione dei neuroni e la loro moltiplicazione per sostituire quelli malati o morti. Il dottor Solomon Snyder, direttore del dipartimento di neuroscienze dell'Università Johns Hopkins di Baltimora, ha guidato l'equipe medica che ha realizzato l'eccezionale esperimento. «E' una svolta crociale ha dichiarato -. Noi possediamo tutti i neuroni di cui abbiamo bisogno fin dalla nascita. Ma possiamo perderne alcuni in seguito a gravi incidenti o a malattie come il morbo di Parkinson». In sostanza, diventerebbe a questo punto ipotizzabile la possibilità di «trapianti» di neuroni. Snyder ha spiegato che la sua équipe ha ottenuto «quasi per caso» che i neuroni si riproducessero in provetta. «Nell'86 ha riferito - abbiamo asportato un grammo di cellule cerebrali operando una bambina di 18 mesi che soffriva di violenti spasmi, e abbiamo tentato di moltiplicarle in laboratorio. Dopo tre settimane, da centinaia di migliaia che erano, ne erano rimaste in vita solo alcune. Le abbiamo rafforzate con degli ormoni e abbiamo visto che si separavano e che crescevano». L'equipe medica ha mantenuto il riserbo per tre an¬ ni, finché non è stata certa che si trattasse di neuroni, e non di cellule cerebrali secondarie. I neuroni si distinguono perché producono sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori. Il prossimo passo, ha concluso Snyder, sarà l'impiego dei neuroni per la produzione di queste sostanze. Tuttavia lo stesso Snyder ha ammonito che «siamo appena agli albori di una nuova scienza, e non dobbiamo aspettarci terapie miracolose per le malattie mentali o disordini analoghi». Cautela ma grande attenzione tra gli studiosi. «E' una scoperta molto importante che arriva da uno dei maggiori studiosi della materia, quindi particolarmente attendibile e significativa» ha detto Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la sua scoperta del fattore nervoso di crescita che ha aperto una breccia decisiva nella comprensione del funzionamento del cervello. A questo punto è quindi possibile pensare, per il futuro, ad una cura di malattie come il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer, lesioni provocate da traumi cranici, da trombosi? «Certamente Snyder sta facendo i primi passi in questa direzione» ha detto la professoressa Levi Montalcini. Dovranno tuttavia essere superati molti ostacoli, prima di tutto quello del «controllo della crescita delle cellule trapiantate». Per Guido Filogamo, docente di Anatomia Umana all'università di Torino, il primo a ipotizzare l'esistenza di fattori che guidano lo sviluppo delle cellule nervose, la notizia «va presa con molta cautela ma con molto interesse in attesa di una conferma» data l'autorevolezza della fonte. Anche perché si era sempre ritenuto che i neuroni non si dividessero e quindi non si moltiplicassero più dopo la nascita (anzi il cervello invec¬ chiando non farebbe che perderne al ritmo di circa 10 mila ogni giorno). La scoperta sembra cambiare questa prospettiva. «Sarebbe importante conoscere la tecnica impiegata nella cultura in vitro» dice il professor Filogamo. A Filogamo è stata dedicata la terza conferenza dell'Istituto di Neuroscienze che si è svolta all'inizio di aprile organizzata dall'Accademia di Medicina di Torino e centrata sullo studio di una caratteristica del cervello accertata solo recentemente proprio da Filogamo: la sua plasticità, cioè la capacità di modificarsi; se la scoperta annunciata da Baltimora troverà conferma sarà possibile parlare anche di capacità di rigenerarsi. L'aver ottenuto la proliferazione di cellule nervose «apre la strada all'approccio di possibilità terapeutiche notevoli» afferma il professor Angelo Carbonara, presidente dell'Accademia. le. e]
Luoghi citati: Baltimora, Torino, Usa, Washington
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