Candidato ucciso nella Locride

Antonio Stellitano era indipendente di sinistra in una lista civica a Staiti Antonio Stellitano era indipendente di sinistra in una lista civica a Staiti Candidato ucciso nella Locride L'uomo era un ex diffidato con precedenti penali Ma la matrice del delitto potrebbe essere mafiosa indipendenti di sinistra, a Stai ti, un paesino del versante jonico della provincia di Reggio Calabria. Per lui la prossima consultazione elettorale doveva confermare quella di due anni fa (il Consiglio comunale di Stait: è stalo sciolto in anticipo sulla scadenza naturale con decisione del Tari che lo aveva visto eletto e poi nominato assessore supplente in una punta di sinistra. Il cadavere è stato trovato dai carabinieri, poco dopo la mezzanotte di mercoledì, in una zona isolata nelle campagne di Brancaleone. che da Staiti dista solo pochi chilometri. Ad ucciderlo sono stati tre colpi di lupara che, sparati da pochi passi, lo hanno dilaniato. Ad avvertire i carabinieri è stata la solita telefonata anonima: «Andate: c'è un morto ammazzato». Per i carabinieri la pista politica non sembra essere quella da privilegiare, anche per le modalità con cui è stato messo a segno l'agguato. Solo poche certezze su cui gli investigatori possono basare il loro lavoro: tre cartucce di fucilo, probabilmente espulse dall'arma usata dall'assassino; la circostanza che Stellitano, sul luogo della sua «(esecuzione», sia andato con una o più persone che conosceva e che quindi lo hanno attirato in una trappola. I carabinieri, tra le varie piste, sembrano accreditare mag¬ LOCRI E' una campagna elei torale all'insegna della violenza e del sangue, quella che si sta concludendo in Calabria dove, ieri notte, un altro esponente politico - il sesto - è caduto sotto i colpi di una lupara. Si tratta di Antonio Stellitano, 31 anni, pregiudicalo, ex diffidato, ope raio idraulico-forestale, cioè una delle 25 mila persone che, per conto della Regione Calabria e di un'alira miriade di enti pubblici, eseguono opere civili e di rimboschimento e che spesso, tra le loro file, hanno avuto ^ente ammazzata in omicidi di 'ndrangheta. Prima di lui, in queste settimane, sotto i colpi dei sicari, sono caduti: il professor Giovanni Trccroci. vicesindaco di Villa San Giovanni, democristiano; il professor Dionisio Modesto Crea, vicesindaco di Fiumara di Muro, socialista; l'architetto Pietro Princi, socialista, di Villa San Giovanni; il commerciante Vincenzo Reitano, democristiano, consigliere comunale di Fiumara di Muro, assassinato in ospedale dove si trovava perche ferito in un agguato; Antonio Bubba Bello, funzionario della Regione, democristiano, ex vicesindaco di Caraffa e candidato alle prossime amministrative. Antonio Stellitano era candidato in una lista civica, «Unità democratica», di cui fanno parte dissidenti democristiani ed Antonio Stellitano e H sesto politico ucciso in poche settimane colarmenle efficace delle forze di polizia. A suffragare l'ipotesi che 1' omicidio di Stellitano possa rientrare nella «faida di Motticella» c'è la circostanza che il 2 ottobre del 1987 un meccanico, cugino ed omonimo della vittima della scorsa notte, fu ucciso in un agguato che gli investigatori inserirono nello scontro tra i Palamara ed i Mollica. Gli stellitano sarebbero rimasti coinvolti nella «faida» per un lontano legame di parentela con la famiglia Mollica. Antonio Stellitano, da morto, è diventato un personaggio scomodo, tanto che nessuno a Staiti sembra voler riconoscere una comune militanza politica. «Fra un indipendente di sinistra», dicono ora in paese, mentre il segretario della federazione provinciale comunista di Reggio Calabria, Marco Menni ti, in una dichiarazione, ha detto che «non esiste alcun collegamento tra Antonio Stellitano ed il pam ito comunista. Il pei, a Staiti - ha aggiunto Meliniti -, non è rappresentato, né ha mai partecipato a trattative per la formazione delle liste per le prossime elezioni amministrative. Non escludo che a Staiti possano esserci simpatizzanti di sinistra, ma nessuno risulta iscritto al pei, che nel paese, infatti, non ha sezione». giormente quella che riconduce l'agguato alla cruentissima «faida di Mottieella», una delle più feroci fra clan mafiosi in Calabria. La «faida» cominciò qualche anno addietro tra le famiglie Mollica e Palamara di Bruzzano Zeffirio. 1 morti sono oltre 40. A scatenarla fu un sequestro di persona (queilo di una farmacista di Brancaleone. Concetta Infantino, rapita nel gennaio del 1983 e rilasciata pochi giorni dopo), reso anomalo dalla circostanza che per la liberazione dell'ostaggio non fu pagato alcun riscatto. Né questa liberazione potè essere messa in relazione con un'azione parti- Diego Minuti