Domenico giorno dei sequestri facili

Il procuratore di Locri: «Nelle feste la polizia e lo Stato vanno in vacanza» Il procuratore di Locri: «Nelle feste la polizia e lo Stato vanno in vacanza» Domenico, giorno dei sequestri facili Denuncia dei giudici dopo il rapimento del dentista «Il nano trovato morto uccise un suo amico e lo sciolse nell'acido» Domwfwco Pasta. taaofx.attx.rtto MQu QuettrMo » Latri REQQIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Venuti i giudici sono andati via gli investigatori, e 1'«Anonimo sequestri» più che prenderne atto, come hanno fatto le popolazioni della Locrìde, ne ha approfittato. La matrice dell'ennesimo sequestro, quello consumato la mattina di domenica ai danni dell'odontotecnico Domenico Paola, sta proprio in questa amara realtà oltre che nelle poche centinaia di milioni che i banditi potranno ottenere. Nelle settimane scorse, infatti, mentre a Locri prendevano servizio sette magistrati (di cui quattro alla procura) venivano smantellate o quasi le strutture dei Naps (Nuclei agenti polizia di Stato) che erano stale allestite dal ministero dell'Interno per dare una risposta dimostra tiva al sequestro di Cesare Casella dopo che imamma Ange la» (la mamma del ragazzo) con la sua venuta in Calabria aveva richiamato l'attenzione nazionale sul caso Sono stali chiusi i centri operativi di Terranova Sappo Minutalo nella piana di Gioia Tauro, di Gambarie d'Aspromonte e di Serra S Bruno lire zone strategiche per la lotta ai sequestriI mentre gli agenti della sezione mvrMigdliva di Sidemo sono siali ridalli da 30 a 5 vile untia D per giunta kenza la facoltà di «rlietturtre lavoro straordinario «Eravamo più noi che i poli ziotti», ha commentato amaramente un magistrato impegnato nelle indagini subito dopo l'ultimo sequestro. Il prefetto di Reggio, Sabatino, su questa allarmante circostanza non ha voluto fare smentite. Si è limitato a dire ancora una volta che la situazione resta difficile e che «se non ci sarà solidarietà vera, e se mancherà la solidarietà da parte della collettività tutto diventerà estremamente difficile». Lo stesso prefetto si è incontrato con il dirigente nazionale della Criminalpol, Rossi venuto appositamente da Roma per continuare le indagini assieme a D'Alfonso che per anni in Calabria è stato il responsabile di questo settore. Il procuratore della Repubblica di Locri ha presieduto, ieri mattina, un vertice delle forze di polizia impegnate nelle indagini sul sequestro. Lombardo ha detto: «Ho avuto modo di ribadire al prefetto di Reggio il mio disappunto per il fatto di avere più volte, ma inutilmente, denunciato che, in base a dati inoppugnabili, nelle gior nate di sabato e domenica si concentrano la maggior parte dei reati Ed invece in questi giorni si registra un minore impiego del personale, quasi che lo Stalo possa andare in ferie. Cosi a Locri, in pochi chilometri quadrali, abbiamo avuto un sequestro di persona e due tentativi di omicidi». Lombardo ha poi ripotuto come a suo avviso «bisogna ripro¬ ROMA. Antonio Domenico Semerari, il «nano» omosessuale strangolato e abbandonato dentro un sacco in una discarica la scorsa settimana, avrebbe ucciso tempo fa un «partner» che, pur accettando la sua compagnia, era solito dileggiarlo per la sua bassa statura. Semerari premeditato il delitto, avrebbe attirato il giovane nella sua abitazione di viale Castro Pretorio, lo avrebbe convinto a guardare dentro un caleidoscopio nella cui parte posteriore aveva appoggiato una pistola sparandogli in mezzo agli occhi. Il corpo della vittima sarebbe stato poi dissolto con gli acidi che il «nano» usava per imbalsamare gli animali. A rivelare questo episodio al sostituto procuratore della Repubblica, Giorgio Santacroce, è stata oggi Michela Palazzini, fidanzata di Armando Lovaglio, il giovane che ha confessato d' essere responsabile dell'uccisione di Semerari. Arrestati, i due giovani sono stati rinchiusi in carcere e ieri il giudice dell' istruttoria preliminare ha convalidato l'arresto per concorso in omicidio volontario e occultamento di cavadere. In carcere, tuttavia, resta soltanto Lovaglio. La Palazzini, invece, che non avrebbe partecipato materialmente al delitto ha ottenuto gli arresti domiciliari in quanto deve allattare la bambina di due mesi nata dalla sua relazione con Lovaglio. Dopo la convalida degli arre¬ porre il discorso della qualità dell'indagide e non solo della quantità degli uomini», magari «prevedendo incentivi per gli investigatori, perché è impensabile che esistano problemi per il riconoscimento del lavoro straordinario». Sul piano delle indagini il buio però è pressoché completo. Non è stata neppure ritrovata l'auto - una Panda 4X4 - di proprietà del rapito, che è servita ai banditi. E' stato interrogato a lungo il mezzadro dell'odontotecnico, Bruno Lacopo, che per alcune ore è stato assieme con il rapito nel fondo di contrada Menci, sulla strada che da Locri porta a Geraci e che si è allontanato alle 10,30 lasciando solo Domenico Paola. Il sequestro ha avuto comunque un testimone, Antonio Mittica, 69 anni. Il Mittica si era avvicinato alla villetta del Paola per salutarlo quando è stato bloccato da un giovane con fucile che lo ha fatto entrare all'interno dello stabile. Là c'era appunto l'odontotecnico che due persone tenevano setto le armi e che hanno poi costretto ad aprire il cancello elettrico, a disattivare i sistemi di sicurezza ed infine a portarlo via a bordo della sua stessa auto. Il M ittica è stato trovato legato e imbavagliato dai carabinieri messi in allarme da una cognata del rapito che attendeva il congiunto per il pranzo. Enzo Lagarta sti, Santacroce ha interrogato i due imputati. Il racconto della ragazza è stato confermato da Lovaglio. La Palazzini ha raccontato la storia del delitto che sarebbe stato commesso da Semerari, ricordando al giudice che da quando aveva cominciato la sua relazione con Lovaglio, il «nano» era solito minacciarla dicendole: «Lascia a me Armando, altrimenti ti faccio fare la fine dell'altro». La Palazzini, secondo quanto si è appreso, ha detto a Santacroce che Semerari, accortosi che non l'avrebbe mai convinta a lasciare Lovaglio, dal quale aveva avuto la bambina, le propose una convivenza a tre. I due giovani avrebbero continuato ad avere i loro rapporti e lei non si sarebbe opposta alla relazione omosessuale. Secondo il racconto della Palazzini, il «nano», per convincerla ad accettare questa situazione 1' avrebbe minacciata di rivelare pubblicamente il contenuto di alcune telefonate da lui registrate dalle quali risultavano i rapporti ambigui che lo legavano a Lovaglio. Quanto a lei, avrebbe fatto credere che era una donna indegna, facendo sì che le venisse tolta la figlia. Al magistrato ha anche spiegato che fu il «nano» ad impedire a Lovaglio di dare il suo nome alla figlia, insinuando il sospetto che non fosse sua, ma il frutto di una relazione che Semerari avrebbe avuto con lei. [Ansai America posali elettrici g atermici