Liberato un altro ostaggio Usa

L'ex direttore della scuola di Beirut consegnato dagli estremisti sciiti ai siriani L'ex direttore della scuola di Beirut consegnato dagli estremisti sciiti ai siriani liberato un altro ostaggio Usa Si rafforza il disgelo tra Washington e l'Iran Il congresso di Sos Racisme Francia, il «parlilo)» degli antirazzisti non piace già più WASHINGTON Sos Racisme pare aver smarrito le vie per giungere al cuore della Francia politica, se non a quello dei francesi. Lo «strappo» col ps. Come in molte separazioni, è arduo stabilire a posteriori di chi è lo colpa. Sos Racisme difende questa «presa d'autonomia» spiegando che farà volare più alto il movimento. Francois Mitterrand nel weekend ha gratificato la comunità islamica nazionale inviandole calorosi auguri di fine-Ramadan. Ma neppure un messaggio è giunto a Longjumeau. Forse il duo Mitterrand Rocard (il primo ministro socialista) patisce semplicemente la ramanzina impartita loro dal giovane leader nelle ultime in servisti' «Basta parole, agite!». I nuovi partner Sos Racisme li corca nell'arcipelago Verde L'euro-deputato ecologista An toine Waechter ha ricevuto calde ovazioni. Désir trova «note voli analogie» fra i due movimenti Nel «Manifesto per ab battere i ghetti» votato domenica, tre dei cinque punti valorizzano l'aspetto «temio naie» e programmalo dell'azione governativa contro il razzi smo. tema caro ai gruppi ambientali Per tt resto Su» Racisme pun tu tutto suH'«integrazione» Sopra il palco troneggiava un grande striscione «Amiamo lutti lo stesso Pause» Tempi rtun, insomma, per Désir e compagni Anche qui. l'Est ha finito col dare una ma no ad un assise tutta da ravvi vare Daniel Cohn Rendtl é in tervenuto stimatizzando «la nuova, tortissuma ondata anu semita* nell'Europa Orientale K italo applaudito caktfUM mente dalla platea e dagli ospiti uagfcere-si PARIGI La svolta decisiva per l'Iran e la Siria è stata forse la presa di distanza di Bush nei confronti dell'Iraq. Dotandosi di armi chimiche, e tentando di procurarsi anche quelle nucleari, l'Iraq ha mostrato di mirare al dominio del Golfo Persico e del Medio Oriente a danno sia di Teheran sia di Damasco: di fronte a questa strategial 'America ha incominciato a criticare Baghdad. La Casa Bianca, sottolineando che gli Usa non negoziano direttamente con l'Iran, si mantiene comunque cauta. Teme che il messaggio sciita che Reed consegnerà a Bush contenga sgradite sorprese. riano a Beirut. L'ex ostaggio è partito subito in auto, sotto scorta, alla volta di Damasco, dove è giunto un aereo militare Usa per portarlo alla base di Wiesbaden in Germania. Il primo segnale del nuovo colpo di scena lo ha lanciato Teheran l'altro ieri, annunciando «intense discussioni» coi guerriglieri sciiti per il rilascio di Reed. Qualche ora dopo, l'«Alba Islamica» a Beirut ha precisato che il rilascio sarebbe avvenuto «entro due giorni» e che Reed sarebbe stato latore «di un importante messaggio per Bush». Da quel momento, le radio, le tv e i giornali hanno stretto d'assedio la moglie Fahima nella sua abitazione di Malden nel Massachusetts. La signora Reed è scoppiata in lacrime: «Ringrazio tutti - ha detto - e mi auguro che vengano liberati presto anche gli altri ostaggi». Analogo è stato il commento della Casa Bianca 24 ore più tardi: «Il rilascio di Frank Reed è benvenuto» hanno dichiarato ieri i portavoce. «Gli Stati Uniti non dimenticheranno quanti li hanno aiutati e continueranno a aiutarli. Ma il Presidente Bush non riposerà finché tutti gli ostaggi non saranno liberi». Secondo il Dipartimento di Stato, 16 sono gli ostaggi occidentali ancora nelle mani dei guerriglieri sciiti, tra cui 6 americani: il prigioniero da più lunga data è il giornalista della Associated Press, Terry Anderson. Questa volta tuttavìa, sia pure tra sfibranti difficoltà e con logorante lentezza, sembra sia stata imboccata la strada del dialogo. Fonti vicine alla Casa Bianca hanno riferito infatti che la Siria si è fatta «attivissima mediatrice» nella vicenda, e che l'Iran «ha indicato di cercare il riavvicinamento agli Usa». Sebbene i leader di Teheran e i gruppi sciiti in Libano siano divisi, hanno aggiunto le fonti, il presidente iraniano Rafsanjani fa prevalere in questo momento la linea della moderazione. Il cambiamento sarebbe dovuto innanzitutto alla volontà dell'Iran di ottenere non solo la restituzione dei beni sequestrati dagli Usa, ma anche forniture tecnologiche e militari americane. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Ora vogliono farci credere che il Fronte Nazionale e i suoi successi siano nati per reazione alle nostre campagne anti-razziste. Che follia! La responsabilità è tutta dei politici, che non osano più difendere i valori civili. Almeno Le Pen osa dire quanto pensa. Le sue idee sono ignobili ma la gente ne apprezza la sincerità». Harlem Désir, 30 anni, origine caraibica e moglie alsaziana, non risparmia te accuse. A Longjumeau, alle porte di Parigi, ha riunito per tre giorni gli Stati Generali di Sos Racisme, la più grande organizzazione europea contro 1 intolleranza razziale: 17 mila membri, trecento sedi, movimenti gemellali anche nell'Est. Cinque anni fa - quando il gruppo nacque quasi per miracolo scandendo in tutte le piazze di Francia «Touche pas à mon potè». L'ascia stare il mio amico - difficilmente Harlem Désir avrebbe immaginalo l'i solameulo attuale. So» Raci sino, infatti, acquista forza ma perde amici La «querelle» sul velo islamico in classe, con il movimento inizialmente fautore di questa deroga alle leggi francesi salvo poi una veloce retromarcia per non sponsorizzare ! integrismo ha alienato molle simpatie a si nistra Pai e giunto il sino allora paterno Mitterrand ammetiett do una «soglia di tolleranza» per I immigranorw infine te accuse di aiutare i tepenisti con iniziative provocatone Mentre Parigi Imirculla sotto l'offensiva razzista dal Fronte Nazionale tanche Giscard k> corteggia in questi giorni) e il ministra Juir rinforza la sorveglianza contro i «clandestini» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nuova schiarita nella vicenda degli ostaggi americani in Libano. Un secondo ostaggio è stato liberato ieri, una settimana dopo Robert Polhill. E' Frank Reed, di 57 anni, da 4 prigioniero degli ultras sciiti, ex direttore della Scuola Intemazionale di Beirut. L'America ha vissuto la sua liberazione in diretta alla televisione, dalla telefonata del dipartimento di Stato alla moglie Fahima che annunciava la notizia, al suo arrivo all'ambasciata americana a Damasco in Siria. Un ignoto gruppo di guerriglier sciiti, l'Alba Islamica, ha consegnato Reed alle 20,30 ora locale al comando militare si¬ Ennio Caretto La Procura ha accolto la denuncia del marito: «Nel Wisconsin il tradimento coniugale è reato. 11 processo si farà»