QUEL VATE SOLO AMMIRATO

IL PIACERE DI NAUFRAGARE IL PIACERE DI NAUFRAGARE ^EL 1875 il piroscafo IbA I Deutschland si inaj hB I bissò. Mentre i soccorI wk ! s' tal"davano, molti tra I I i passeggeri annegaroI ESI no c alcuni si tolsero ì «ELI la vita. Impressionato i «b dalla sciagura, il gran1 ni ^e Poeta inglese Gejl> b rard Manley Hopkins compose II naufragio del Deutschland, cui si aggiunse La perdita dell'Euridice, dedicato all'omonima nave affondata tre anni più tardi. Il disastro era di moda. Tra il 1819 e il 1822 Théodore Géricault e Caspar David Friedrich dipinsero La zattera della Medusa e II naufragio della Speranza tra i ghiacci. In quei medesimi anni, Leopardi componeva i primi idilli. Alla base di tutte queste opere sta la stessa metafora che Hans Blumemberg ha indagato nel suo studio Naufragio con spettatore. Certo, l'impiègo dell'immagine nautica varia a seconda degli autori, da Lucrezio a Voltaire, da Orazio a Nietzsche. Hopkins, ad esempio, scelse questo tema anche in base alla sua esperienza personale, visto -he il padre si occupava di problemi finanziari conseguenti a naufragi. Ma Leopardi? Inutile cercare fantasmi autobiografici. Fatto sta che il verso finale dell'infinito è risultato il più amato dell'intera letteratura italiana. Predilezione quantomeno inquietante. Davanti a tale risultato, diffìcile sottrarsi alla tentazione di una lettura proditoriamente socio-politica. Eleggere «E il naufragar m'è dolce in questo mare», equivale a dire che la nostra tradizione fa capo a un endecasillabo dedicato alla gioia del soccombere, alla voluttà dell'abbandono. Quanto diverso lo spirito tedesco nel distico di Goethe: «Così si aggrappa infine il navigante / allo scoglio su cui doveva naufragare»! Li, ciò che condanna, salva. Qui, quando la barca va, lasciamola andare, con buona pace di Max Weber e di ogni etica protestante. Naturalmente non stiamo parlando di Leopardi, né dei suoi lettori, bensì di quella sorta di automatismo psichico che ha spinto la maggioranza degli interpellati a fermarsi proprio su quella riga, orientandosi, concordi e calamitati, su quell'unico Nord magnetico. Un dato del genere ha valore di sintomo: come attenersi a problemi di criticai stilistica quando siamo tutti spettatori del naufragio del consorzio civile? Spettatori? Ma ormai nessuno può più turarsi fuori da simili spettacoli, restandosene a riva. Come diceva Pascal: «Siamo tutti imbarcati». Dunque, alle soglie di Italia '90, mentre va in porto questa Karin calcistica, miliardaria nave dei veleni, la top-ten vede in testa l'elogio del naufragio. E poi ci si domanda se esistono rapporti tra poesia e società! L'unica svista riguarda il secondo. Dante va bene, ma il verso da premiare era un altro: «Infin che '1 mar fu sopra noi richiuso». Valerio MagreUi

Persone citate: Caspar David Friedrich, Goethe, Hans Blumemberg, Hopkins, Leopardi, Manley Hopkins, Max Weber, Nietzsche, Théodore Géricault

Luoghi citati: Italia