30 ANNI DI MARSILIO TRA ARANCI E TIZIANO di Giuseppe Campolieti

30 ANNI DI MARSILIO TRA ARANCI E TIZIANO 30 ANNI DI MARSILIO TRA ARANCI E TIZIANO LVENEZIA A eggenda sulle origini della Marsilio Editori non prevede il mitico fondatore. C'è invece «un gruppo di amici appena laureati», e anche in odor di zolfo, se teniamo conto della culla padovana, e se ne scorriamo i nomi: Giulio Felisari, Toni Negri, Paolo Ceccarelli. Giorgio Tinazzi. La stessa insegna, suggerita da quel Marsilio da Padova che in fatto di eresia precedette Lutero di due secoli, rivela dall'inizio intenti bellicosi e contestativi. La Marsilio Editori s.r.l. nacque legalmente il 23 febbraio 1961. I promotori avvertirono anzitempo il brontolio del Sessantotto. I fratelli De Michelis, Gianni (attuale ministro degli Esteri) e Cesare (ora docente di letteratura italiana) entrarono nel gruppo l'anno 1965, quando la Marsilio si trasformava in società per azioni. Essa viveva di prodotto universitario e, in posizione favorita, letteral¬ mente cavalcò la contestazione studentesca in tutte le variegate dimensioni. Stagione d'oro per le piccole case editrici e per la Marsilio in particolare, che privilegiò la sociologia, la saggistica politica, e nella collana «Libri contro» pubblicò i documenti della contestazione italiana e francese. Poi l'utopia sbollì, di breviari laici e rivoluzionari se ne vendettero sempre meno, molte sigle editoriali caddero, e Cesare De Michelis (avendo suo fratello scelto la politica attiva) si trovò a pilotare da solo una nave che imbarcava ac- 2ua. Nella Marsilio egli portò ue esigenze all'apparenza contrastanti: quella letteraria e quella manageriale. La struttura cambia, la distribuzione passa alle Messaggerie, la sede si sposta da Padova a Venezia, nascono i magazzini Marsilio di Firenze e di Milano. Poi la casa si sente in grado di assorbire prima la Guaraldi e poi l'Albrizi, una raffinata griffe veneziana per libri d'arte di grande prestigio. Aumentano fatturato e titoli. Cambia ancora sede, che va in una palazzina rimodernata, ma sempre in quella specie di limbo che è piazzale Roma, pencolante tra Venezia e l'intreccio di ponti e binari verso la terraferma. Qui appunto ci riceve Cesare De Michelis, attuale presidente e «guida» della Marsilio. Quale dunque il ritratto per gli Anni Novanta? «E' nelle cifre. Dall'88 all'89 abbiamo un salto nel fatturato da 4 miliardi 700 milioni a 7 miliardi e mezzo. Contiamo per fine '90, quando festeggeremo il trentesimo del nostro esercizio, di sfondare il tetto dei dieci miliardi. Presentiamo una trentina di collane tra saggistica e narrativa, libri illustrati e riviste. Abbiamo finora pubblicato milleduecento titoli, di cui la metà è in catalogo. Tutto questo è lavoro di una quarantina di persone, guidate ora dal nostro direttore editoriale Carmine Donzelli». Quali le novità più interessanti?. «Una nostra grossa impresa è la "Storia dell'agricoltura italiana", poi abbiamo la collana dei saggi storici diretta da Luciano Cafagna e, lo scorso anno è stata avviata "La letteratura universale Marsilio", serie di volumi ben curati con testo originario a fronte. Il fiore all'occhiello della collana sarà una nuova traduzione dell'Iliade». I nuovi titoli? «Sono appena usciti il romanzo di Paolo Barbaro "Una sola terra" e quello di Carlo Della Corte con un titolo singolare: "Il diavolo, suppongo". Nella saggistica pubblicheremo "Nelle trame della storia", di Renzo Zorzi e "Il giardino degli aranci" del catanese Salvatore Lupo, una deliziosa storia della Sicilia vista attraverso l'agrumicoltura». E per le grandi opere? «Presentermo il Catalogo del Tiziano, per la mostra di Venezia e di Washington, e il grande Fotopiano della Città di Milano, una vera sorpresa nel campo della ricerca urbanistica». Giuseppe Campolieti

Luoghi citati: Firenze, Milano, Padova, Sicilia, Venezia, Washington