Il dragone è senza lancia
Il dragone è senza lancia Il monumento dopo la ristrutturazione è già stato inaugurato, ma ora si scopre che manca un'arma Il dragone è senza lancia Rotta la catena di figure femminili Vandali in azione contro la statua di re Carlo Alberto. Nella notte fra sabato 21 e domenica 22 ignoti teppisti hanno spezzato la catena di una delle figure femminili ai lati del piedistallo, precisamente quella che guarda verso via Po. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani che hanno provveduto a raccogliere i frammenti e ad avvisare immediatamente la Sovrintendenza alle Belle Arti. Erano passati appena due giorni da quando il re era tornato a dominare dall'alto del suo cavallo di bronzo la piazza a lui dedicata davanti a palazzo Carignano. Mercoledì 18, infatti, con un concerto della fanfara degli allievi dei carabinieri e alla presenza delle autorità cittadine, il re era stato «liberato» dai ponteggi, dalle impalcature e dai teloni di cellophane che lo avevano protetto durante i lunghi lavori per la ristrutturazione. I restauri sono stati finanziati dal Rotary Club Torino NordOvest in collaborazione con la società piemontese di Archeo¬ logia e belle arti e con il Comune. Ma questa collaborazione ha anche un progetto ambizioso: ristrutturare piazza Carlo Alberto per riportare i suoi 6200 metri quadri al loro splendore originale. Un particolare curioso del restauro del monumento è che la lancia del dragone sparita già da alcuni anni non è stata sostituita durante le opere di restauro. La statua del lanciere è una delle quattro ritte sistemate agli angoli che rappresentano altrettanti corpi scelti dell'esercito. Con lui ci sono anche un granatiere, un artigliere e un bersagliere del Regno di Sardegna. Le quattro figure femminili collocate ai lati del piedistallo di granito rosso simboleggiano invece l'indipendenza, la libertà, il martirio (la fatai Novara) e la giustizia. Nei bassorilievi, invece, alcune scene che illustrano i momenti più importanti della vita di Carlo Alberto: le vittorie sui campi di battaglia, l'abdicazione, la morte. Ora la statua avrà bisogno di questo nuovo intervento «chirurgico». Prosegue così questo strano rapporto fra il monumento e Torino. La collocazione della statua fu decisa nel 1847 ma soltanto nel 1861 l'idea si trasformò in realtà. I torinesi, però, non approvarono completamente la proposta di assegnare la realizzazione dell'opera a Carlo Marocchetti. Il motivo? Un fatto di campanile. Lo scultore, infatti, nato nel capoluogo piemontese nel 1805, si era trasferito giovanissimo a Parigi per poi recarsi a Londra e questo non andava giù ai suoi concittadini. Marocchetti invece fu scelto per la sua bravura: tra le sue opere il Caval'd brons in piazza San Carlo, poi altri monumenti a Londra. Poi l'indifferenza di questi giorni. A Torino infatti nessuno, per una settimana, si era accorto di nulla. Poi la telefonata di un attento osservatore ha fatto scoprire l'atto vandalico. Chissà, forse ha ragione Musil quando dice che i momunemti sono fatti per non essere osservati. Il dragone del monumento a Carlo Alberto con la mano destra sguarnita
Persone citate: Archeo, Carlo Alberto, Carlo Marocchetti, Marocchetti, Musil
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