Cammini di Resistenza

Cammini di Resistenza In un libro il profilo dell'Istituto piemontese Cammini di Resistenza Un milione di carte per ricordare DIA pochi giorni soltanto e arrivato dalla tipografia il «Profilo di un'istituzione culturale», un al Jtro libro edito dall'Istituto storico della Resistenza in Piemonte curato da Ersilia Alessandrone Perona, Luciano Benigno Ramella, Luciano Boccalatte e Riccardo Marchis. «Un libretto» come dice nella presentazione Giorgio Agosti, da sempre animatore e sostenitore dell'Istituto ed a oggi suo presidente, «dove abbiamo voluto riassumere l'attività di questi anni perché coloro che sono interessati alla storia contemporanea abbiano a disposizione una guida agli strumenti di un Istituto ben dotato di mezzi culturali, anche se continuamente costretto a fare i conti con l'esiguità dei mezzi finanziari». Nato ufficialmente a Torino il 25 aprite del 1947 per volontà dell'ultima formazione del disciolto CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) regionale piemontese (di cui facevano parte: Paolo Greco, Franco Anton icelli, Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Alessandro Galante Garrone, Eugenio Lebois e Dante Livio Bianco), ne ereditava in continuità, la sede e gli archivi presso il Palazzo della Cisterna, sebbene non volesse in nessun modo riprorre un'esperienza, quella di un comitato interpartitico, ormai storicamente conclusa. Al contrario si riproponeva di operare sul piano culturale per un informale contatto tra resistenti al di là delle posizioni politiche e sopratutto per riuscire ad ottenere l'affidamento per la raccolta di tutti i documenti concernenti la resistenza che, altrimenti destinati al Ministero dll'Interno, — e perciò depositati negli Archivi di Stato —, sarebbero rimasti per interi decenni inaccessibili a causa delle leggi vigenti. Documenti che solo un anno più tardi, nel 1948; convalidando l'utilità dell'Istituto di Torino e i successivi nati di Milano e Genova, sarebbero stati l'unica documentazione inoppugnabile presentata da Parri e Agosti nel processo Graziani affinché paradossalmente non fosse la Resistenza a sedere sul banco degli imputati. Altra peculiarità dell'Ente con Franco Antonicelli Presidente e Giorgio Vaccarino Direttore, era quella di occuparsi di fatti recentissimi della storia contemporanea, non sempre ben vista ed accettata. Le difficoltà e i momenti di delusiune sono avvertibili attraverso le diverse corrispondenze: Andreina Zeninetti Libano al direttore «E' strano — scrive nel dicembre 1948 che tutti cerchino di dimenticare e fare dimenticare ciò che è capitato in periodo insurrezionale», e an¬ cora Giorgio Vaccarino a Salvemini (1949): «Dobbiamo dolorosamente constatare che il mondo dalla Resistenza appare inerte e senza vita e risponde ancora con negligenza ai nostri appelli». La storia dell'Istituto piemontese patisce momenti di grandi disattenzioni e anni bui tra il '50 e il '60 scanditi dagli sfratti: prima da Palazzo delle Cisterne e poi nel 61 anche da Palazzo Carignano. La rinascita avviene nel 63, quando trova la nuova e attuale sede nei locali del Centro Gobetti in Via Fabro, 6. Gli archivi e la biblioteca vengono risistemati e nuovo impulso nell'indagine storica nasce da una più giovane generazione di studiosi che non aveva conosciuto la delusione e le sconfitte del dopoguerra, allievi per la maggior parte di Aldo Garosci e Giudo Guazza, docenti dell'ateneo torinese. Tra questi | spiccano Anna Bravo, Gianni Perona, Gobbi, Masera, Giovanni De Luna, Marco Revelli e Riccardo Marchis. ' L'Istituto storico della Resistenza in Piemonte e tutti gli altri 56 che dal '47 ad oggi- sono nati in Italia, possono essere visti come i luo! ghi più idonei per l'osservazione ! dei mutamenti delle vicende di 1 questi anni e delle diverse interpretazioni politiche e storiografiche che hanno caratteriz: zato i passaggi delle differenti generazioni. Attualmente l'Istituto è impegnato in molteplici attività di ricerca e di didattica con un archivio che conta ormai un milione di carte. Di rilevante importanza sono stati negli ultimi anni i congressi di studio a livello nazionale e internazionale sull'insurrezione in Piemonte e sulla memoria della deportazione e dell'internamento. Elena Vaccarino Franco Antonicelli

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Piemonte, Torino