«La Sip reggerà alla deregulation»

«La Sip reggerà alla deregulation» «La Sip reggerà alla deregulation» Giannotta replica a verdi e utenti: nessuna truffa TORINO. In attesa della maxi riforma del settore e della grande «stagione delle nomine», il telefono si fa rovente Michele Giannotta c Paolo Benzoni, rispettivamente presidente evi ministraiorc delegato della Sip. per nove ore, hanno fatto ieri quadrato attorno al bilancio '89 e alla «grande svolta», come ha spiegato Io slesso Giannotta, che ha portalo la Sip a investire ormai 9000 miliardi l'anno per non perdere il passo con gli altri Paesi europei. Ad aprire le ostilità e stala in mattinata una agguerrita pat tuglia di esponenti della «Lega per l'abiente» (che hanno compralo 2000 azioni per partecipare all'assemblea) seguiti a ruota dai rappresentanti del Codacos, una asssociazionc di utenti che giovedì aveva già denunciato alla Procura di Roma l'intero vertice Sip. Gli «azionisti ecologisti» e la Codacos hanno sparato a zero su tre fronti: 1) hanno invocato la fine del monopolio telefonico per far scendere le tariffe e migliorare la qualità dei servizi («Bisogna imparare dall'estero, la deregulation e la concorrenza sono l'unica alternativa alla politica tariffaria italiana. Negli Usa. da quando è stato smembrato 1 impero At&t, sono scese del 40%; in Gran Bretagna, con la fine del monopolio British Telecom, del 20%); 2) hanno accusato la società di «incassare dagli utenti soldi non dovuti»: da 60 a 90 miliardi, a seconda dei calcoli, per «telefonale che non vanno a buon fine per cause tecniche». Una tesi questa duramente contestala dalla Sip che ha «smentito che le chiamate che non danno luogo a comunicazione producano addebiti di sorta e conseguentemente procurino alla società indebito arricchimento»); 3) in mattinata il Codacons aveva anche chiesto all'assemblea di deliberare «una azione di responsabilità» nei confronti del Consiglio Sip per non avere ancora restituito agli utenti 300 miliardi relativi agli aumenti tariffari introdotti nel '79 (e poi annullati dal Tar) e ^omissione di comunicazioni» ai soci azionisti. La richiesta è stata respinta (2 miliardi 160 no, 2869 sì e 2996 astenuti) ma quasi sicuramente, la vicenda avrà strasichi giudiziari. Dall'assemblea di ieri non sono emerse grandi novità. Giannotta e Benzoni hanno confermalo che la Sip gode «buona salute»: il robusto piano di investimenti (8090 miliardi ncll'89, il 41% in più dell'anno precedente) ha fatto salire il fatturato dell' 11% (14.882 miliardi che supereranno quota 17 mila a fine '90) con un utile (471 miliardi) in linea «con i valori degli ultimi due anni». Il dividendo approvato (70 lire per le azioni ordinarie, 90 per quelle di risparmio) è in linea anch'esso con quello precedente, «tenuto conto - ha spiegato Giannotta dell'operazione di frazionamento conseguente all'aumento del capitale» da 3400 a 4670 miliardi che ò stato sottoscritto al 99,85%. Con l'aumento di capitale è cambiato anche il volto azionario della Sip: c'è meno pubblico (la quota Iri-Stet è scesa dal 62,43% dell'88 al 59,37%), cresce la quota dei privati. Soprattutto i pìccoli azionisti sono diventati un esercito (quasi 60 mila) che ha uno zoccolo duro nei dipendenti (in 17.369 nano comprato azioni). Nelle nove ore di assemblea si è parlato di tutto: di nomine, di «lottizzazioni» ma anche di deregulation. Rispondendo alla domanda di un'azionista sulla telefonia mobile, Giannotta ha sottolineato che «la Sip ha energie economiche, tecnologiche e finanziarie che possono reggere qualsiasi sfida» In precedenza, parlando di tariffe e di fine del monopolio, Giannotta aveva sottolineato che «sono problemi che vanno risolti senza semplificazioni ideologiche e che comunque, se non subentrano modifiche, non possono trovare soluzione prima del 2004, anno in cui scade la gestione». Il presidente della Sip ha anche difeso il «progetto qualità» avviato dall'azienda («Ogni sei mesi sarà diffuso un rapporto sulla qualità del servizio») e la bontà del superpiano di investimenti (36.000 miliardi in quattro anni) avviato un anno fa: nell'89 i nuovi abbonati sono stati 1.170 mila, i tempi di allacciamenti dei telefoni sono passati da 2,7 a un mese. [eroe]

Persone citate: Benzoni, Giannotta, Michele Giannotta, Paolo Benzoni

Luoghi citati: Gran Bretagna, Torino, Usa