La Cee disegna l'Europa senza Muro di Fabio Galvano

La Cee disegna l'Europa senza Muro A Dublino vertice straordinario dominato dagli scenari della unificazione tedesca La Cee disegna l'Europa senza Muro La Comunità potrebbe accollarsi una parte dei costi della Ddr Ma si prevede uno scontro sui passi da compiere verso il '93 DUBLINO dal nostro inviato Convocato per discutere la questione tedesca, il vertice straordinario della Cee in programma oggi a Dublino finirà per avere nel grande progetto di unificazione politica europea il suo vero motivo di confronto e anche - se la signora Thatcher terrà fede ai propositi espressi nei giorni scorsi - di scontro fra i dodici capi di Stato e di governo. «Sui progressi da compiere verso l'unione politica - ha scritto il primo ministro irlandese Charles Haughey ai colleghi - dobbiamo avere un approfondito scambio di vedute e spero di trovare un accordo sulla procedura da seguire per continuare i lavori». Verso l'Europa politica - Di fronte all'«accelerazione della storia» che sta vivendo l'Europa, Dublino potrebbe varare la Conferenza intergovernativa in tale direzione premeranno soprattutto Francia e Germania - necessaria a modificare il Trattato di Roma e destinata nelle intenzioni dei suoi fautori ad avviarsi nel prossimo semestre, sotto la presidenza italiana, parallelamente a quella per l'unione monetaria. Tale disegno prevede una ratifica da parte dei Dodici entro il 1992, per poter raggiungere la scadenza del '93 e dell'Europa senza frontiere con una Cee pronta a spiccare il volo dell'unione politica. Oltre all'opposizione della Thatcher, secondo cui altre sono le priorità della Cee, si è registrata nelle ultime ore una «frenata» da parte del presidente della Commissione Cee, Jacques Delors, forse preoccupato dall'ipotesi che l'iniziativa franco-tedesca finisca per ridurre i poteri dell'esecutivo europeo accrescendo quelli del Consiglio dei ministri e del Parlamento europeo. E in ogni caso il rafforzamento della dimensione politica dell'Europa - su questo sono tutti d'accordo non deve andare a scapito degli altri obiettivi prioritari attuali della Cee: unificazione tedesca, mercato unico, unione monetaria, accordi con l'Est e con l'Efta, negoziato Gatt. Haughey ha scritto ai colleghi che i progressi in questo campo «corrispondono all'interesse diretto dei Paesi della Comunità e sono un fattore decisivo per costruire in Europa una pace e una sicurezza durevoli». Si tratta di rafforzare la legittimità democratica dell'unione europea, dando per esempio un vero potere rappresentativo al Parlamento; di rendere più efficaci le istituzioni europee accrescendo i campi di decisione a maggioranza; di assicurare coerenza con l'unione economica e monetaria; soprattutto di definire e attuare comuni politiche estere e di difesa. Sono necessità impellenti, apertamente sostenute da Paesi come l'Italia, la Spagna e il Belgio (che aveva a sua volta proposto un piano poi scavalcato dall'iniziativa franco-tedesca). Unificazione tedesca - Dominerà i lavori della mattinata. «Dovremo accordarci - precisa Haughey - sugli orientamenti e sulle procedure con i quali l'integrazione dei territori della Germania Orientale nella Cee potrà avvenire senza scosse e armoniosamente». La base di lavoro è il documento della Commissione Cee già presentato sabato scorso ai ministri degli Esteri e approvato all'unanimità. Esso prevede tre fasi: la prima scatta con l'imminente unione monetaria fra le due Germanie e si conclude con l'unificazione formale fra i due Stati; la seconda contempla la graduale integrazione dei Laender orientali nella Comunità; la terza vagheggia la piena applicazione del Trattato di Roma alla nuova Germania. Tre, secondo Delors, dovrebbero essere gli obiettivi del vertice: «Un'approvazione senza riserve di un tale processo; la conferma che le diverse tappe saranno definite in stretta collaborazione con le istanze europee; l'impegno tedesco non solo a informare la Comunità, come è finora accaduto, ma ad una concertazione sulla coerenza e sul contenuto d'applicazione delle regole comunitarie». Ma da Dublino non sarebbe azzardato aspettarsi - soprattutto per iniziativa di Mitterrand - anche un «segnale di fraternità» verso la Germania Est. L'unificazione è un grave peso per i suoi cittadini, ha affermato Delors, «e noi possiamo assumere parte di quel peso». E' vero che il Cancelliere Kohl ha ripetutamente affermato di volersi far carico di tutto l'onere dell'unificazione, ma non e improponibile un piccolo aiuto comunitario: se ne parlerà, quindi, nell'ambito del complesso esame dei costi - non solo per Bonn ma soprattutto per la Cee - della nuova Germania. Europa dell'Est - Importante corollario della questione tedesca è il futuro rapporto Ira la Cee e i Paesi dell'Est europeo. In discussione, sulla base di un secondo documento messo a punto dall'esecutivo di Bruxelles, è un piano di «superassociazione», volto a superare gli accordi economici già in corso («Un salto di qualità», l'aveva definito il ministro degli Esteri Gianni De Michelis che affiancherà oggi il presidente del Consiglio Giulio Andreotti) e a rendere quei Paesi partecipi di alcune delle decisioni ma senza toccare per ora il delicato tasto della piena adesione alla Comunità; a completare con loro e con i Paesi dell'Ella il secondo dei cerchi concentrici della Cee di domani. «Occorre far sentire quei Paesi pienamente membri della Grande Europa» ha osser vato Delors. Fabio Galvano Il premier irlandese Charles Haughey