«Vi racconto i miei sequestri» di Giuliano Marchesini
«Vi racconto i miei sequestri» A Verona i magistrati torinesi, nuove indagini sul ruolo delle due donne «Vi racconto i miei sequestri» Mafflotto per 5 ore interrogato dai giudici VERONA DAL NOSTRO INVIATO Ancora Franco Maffiotto al centro dell'attenzione dei magistrati che indagano sulla serie di sequestri di bambini che s'è conclusa con la liberazione di Patrizia Tacchella. Il pentito «numero uno» della banda ò stato interrogato nel carcere del Campone dai sostituti procuratori torinesi Francesco Saluzzo e Ugo De Crescienzo. I rapimenti di Pietro Garis e Giorgio Garberò, l'attività tra il '75 e il '77 di quegli «imprenditori» che sarebbero poi giunti a mettere le mani anche su Federica Isoardi e Patrizia Tacchella: una storia lunga da raccontare, di progetti e di agguati, di richieste di riscatto. Saluzzo e De Crescienzo sono giunti davanti al carcere di Verona con un'abbondante scorta della polizia. Ci sono stati momenti di tensione. La 'strada bloccata, gli agenti con la mitraglietta spianata in mezzo alla via. Un giornalista stava prendendo la penna nella borsa, il capo della scorta ha gridato: «Non mettete le mani nelle borse, un'altra volta, perché vi arriva una raffica. Attenzione, che la mia vita vale dicci volte la vostra». L'auto con a bordo i giudici ha infilato il portone del carcere, mentre attorno si formava un cordone di protezione. Un lungo interrogatorio per Franco Maffiotto, che avendo per primo dimostrato piena disponibilità nei confronti della magistratura dovrebbe essere in grado di fornire parecchi altri particolari. Anche Angela Barbaglio, il sostituto procuratore veronese che si occupa del caso di Patrizia, ha detto che il quadro non è ancora completo, anche se si è messa insieme una quantità di elementi. I giudici Saluzzo e De Crescienzo sono venuti a prendere la loro parte di rivelazioni dal «disponibile» Franco Maffiotto, in aggiunta a quelle che hanno raccolto nei giorni scorsi: il pentito era già stato sentito per circa 12 ore domenica scorsa da De Crescienzo. Ieri dev'essersi trattato anche di stabilire quale sia l'alloggio che la banda trasformò in prigione per Pietro Garis e Giorgio Garberò: si parla di una casa in una zona isolata nei pressi di Revigliasco. Si tratterebbe di un seminterrato, e sarebbe stato Maffiotto a indicarlo agli inquirenti. Dunque, il sequestratore che ha imboccato per primo la strada del pentimento dovrebbe aver dato ai magistrati parecchio di quel che mancava alla ricostruzione. Sembra che resti da chiarire del tutto la posizione di Bruno Cappelli, la cui figura appare ancora piuttosto enigmatica. Finora, Cappelli non ò crollato, come gli altri due. Lui ripete che non ha nient'altro da confessare, oltre alla partecipazione al. sequestro di Patrizia Tacchella, per il quale del resto non c'era proprio bisogno di confessione, dato che i tre uomini sono stati sorpresi nella villetta di Santa Margherita dove la figlia del «re dei jeans» era tenuta prigioniera. Ma Maffiotto, durante l'interrogatorio al Campone (ieri più di cinque ore), deve aver ribadito che nei rapimenti degli altri tre bambini c'entra anche Bruno Cappelli: e probabile che Saluzzo e De Crescien zo abbiano insistilo su questa «chiamata di correo» che l'uni¬ co non pentito del gruppo continua a respingere. E vogliono sapere, i magistrati di Torino, se ai sequestri di Pietro Garis e Giorgio Garberò abbiano preso parte altri personaggi. Così si torna a parlare della possibilità della presenza di una donna nei covi in cui la banda rinchiudeva i bambini rapiti. Il sostituto procuratore Angela Barbaglio tornerà a sentire stamane, nel carcere, Ornella Luzzi e Carla Mosso, arrestate dopo la liberazione di Patrizia Tacchella. Correva voce che una delle donne avesse deciso di mettersi sulla stessa strada percorsa da Maffiotto e Valentino Biasi, confessando una qualche complicità nelle imprese del gruppo. Ma finora qui non s'è trovata una conferma. Si è rivolta, a questo proposito, una domanda al giudice Barbaglio, «Su questo punto non intendo rispondere». Il sostituto procuratore di Verona ha già fissato il processo con rito direttissimo per il rapimento di Patrizia Tacchella por il 2 maggio. «Sicuramente ne porterò davanti ai giudici tre, nli uomini. Per le donne, ci penserò». La prima udienza dovrebbe essere brevissima. «Perché gli avvocali • dice Angela Barbaglio - chiederanno i termini a difesa che nessuno potrà loro negare». Giuliano Marchesini
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