A Bucarest un clima di rivolta

A Bucarest un clima di rivolta «Via il Fronte» A Bucarest un clima di rivolta BUCAREST. Al grido «c'è una sola soluzione: una seconda rivoluzione», migliaia di persone hanno inscenato ieri, per il quinto giorno consecutivo, manifestazioni anticomuniste e antigovernative nella capitale romena. Fra striscioni che chiedono le dimissioni del Fronte di salvezza nazionale, guidato da Ion Iliescu, e la garanzia che nessuno dei componenti del deposto regime comunista si presenti alle elezioni del 20 maggio, migliaia di studenti e intellettuali occupano da domenica la piazza antistante l'Università di Bucarest. I comizi, che vanno avanti giorno e notte, sono intervallati da canti e balli. Giovani dormono lungo il grande viale Balcescu che conduce all'ateneo o sulla soglia dei grigi edifici delle facoltà. «Siamo tutti teppisti», è scritto a grandi lettere sulle magliette, in ironica risposta alla definizione dei manifestanti data dal governo. La parola d'. ordine è cacciare dalle file del governo coloro che, come Ion Iliescu, sono accusati di essere stati in passato collaboratori di Ceausescu. Le dimostrazioni sembrano essere spontanee e solo gruppi politici minori vi prendono parte, come la lega degli studenti e degli ex prigionieri politici, guidata dall'avvocato Uctavian Radulescu. Presenti anche eroi dei primi giorni della rivolta contro Ceausescu, come l'ex capitano Mihai Lupoi, che, nominato ministro del Turismo per il nuovo governo del Fronte, è stato costretto alle dimissioni a febbraio per il suo spirito troppo indipendente. I partiti d'opposizione, come il partito liberale o quello degli agricoltori, sono estranei alla protesta. Dimostrazioni sono in corso da due settimane anche a Timisoara, dove scoppiò la prima insurrezione, violentemente repressa, che portò alla caduta di Ceausescu. Ogni sera, per un'ora, migliaia di persone si radunano sulla piazza davanti alla cattedrale dove avvenne il massacro di dicembre, per commemorare in silenzio, con delle candele accese, le vittime del regime. A Timisoara, durante una dimostrazione, 1' 11 marzo, venne approvata una «dichiarazione» che è divenuta il programma politico della contestazione anticomunista e antigovernativa. E' ripreso intanto a Bucarest il processo al fratello di Ceausescu, generale Andruta Ceausescu, accusato di avere ucciso sette persone durante la rivoluzione di dicembre. Il processo al generale, che dirigeva la scuola della Securitate, era stato sospeso il 6 aprile dopo quattro giorni dall'inizio, per insufficienza di prove. Fonti ufficiali hanno annunciato la nomina di un intellettuale, Virgil Magureanu, quale capo dei servizi segreti. Con la scelta del cinquantenne professore di filosofia, il governo sembra voler assicurare che i nuovi servizi non avranno nulla a che fare con la famigerata Securitate. [Ansa-Afp]

Persone citate: Andruta Ceausescu, Ceausescu, Ion Iliescu, Mihai Lupoi, Uctavian Radulescu, Virgil Magureanu

Luoghi citati: Bucarest, Timisoara