Con il rebus dell'arbitro di Franco Badolato
Con il rebus dell'arbitro Con il rebus dell'arbitro «E io non ho traguardi» dice Zoff TORINO. La Juventus scenderà a San Siro nella stessa formazione che ha pareggiato con la Roma, il Milan no. La Juve è nelle stesse condizioni psicofisiche che l'hanno accompagnata in queste ultime settimane: tranquilla gestione del finale di campionato con la testa proiettata a questa prima finale e quindi a quella con la Fiorentina; il Milan no, Verona non è stata una tappa qualunque. Così la Juve dovrà fare i conti con la rabbia del Milan, lo 0-0 dell'andata consente alla squadra bianconera di partire con il vantaggio di poter anche pareggiare segnando, ma nessuno nel clan torinese si sente favorito. Dice Zoff: «Il Milan ha 70 probabilità su cento di vincere, noi dobbiamo giocare con la convinzione di sempre, poi tireremo le somme al fischiò finale». Già, il fischio finale, l'arbitro. La giacchetta nera di Lo Bello è stata protagonista a Verona, il signor D'Elia è il primo a dirigere il Milan dopo la domenica fatale. La Juve teme condizionamenti dopo le ultime «sparate» di casa Berlusconi? Lecito domandarlo ai protagonisti. Zoff: «Non credo neppure a risarcimenti di sorta, altrimenti sarebbe finita. Escludo nella maniera più categorica che l'arbitro possa rimanere influenzato da questioni ambientali. La delusione è frutto di un momento, io posso ricordare quello del '76 quando perdemmo lo scudetto a favore del Torino. Subito pensammo al domani, così sarà anche per il Milan anche se il modo in cui ha perso il titolo è stato più brusco». Bruno sembra non preoccuparsi molto di Van Basten e teme «che l'arbitro sia condizionato dai riflessi delle ultime vicende». De Agostini si augura che il signor D'Elia «sia immune da questo tipo di cose». Barros, realisticamente, punta a un gol in contropiede subito, «poi tutto potrebbe essere complicato dal campo in pessime condizioni più che da altri fattori». Schillaci: «Spero che la Juve non giochi così bene come nel match di campionato quando segnai il gol più bello della mia prima stagione in A ma uscimmo battuti da San Siro. Meglio giocar male e vincere». Tacconi va oltre: «Se il Milan me lo consente io spero vivamente di tornare a essere odiato molto. Vorrebbe dire centrare le due finali. Scherzi a parte capisco il Milan, a me sta simpatica quanto un'altra squadra ma come è successo a me di farla ogni tanto fuori dal vaso con qualche dichiarazione sbagliata così mi sembra sia capitato ai rossoneri in questa occasione. Quando vincevamo molto eravamo anche noi antipatici, il problema è di evitare di prendersela troppo, di non vivere con ostilità questi momenti. Noi speriamo vivamente di non recitare la parte delle vittime. Vogliamo questo trofeo che (altra frecciatina, n.d.r.) s'è rivalutato grazie alla presenza in finale della Juve». E' il primo traguardo che la squadra bianconera potrebbe centrare dopo anni di digiuno. Zoff è sulle spine ma finge indifferenza: «Per me non esistono traguardi, anzi il mio giudizio complessivo sulla squadra non cambierà anche se tutto dovesse andare male in queste finali. Il mio giudizio...». Franco Badolato Carica. Casiraghi sta attraversando un grande momento
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