Ciampi soccorro il marco di R. Ec

Ciampi soccorro il marco Ciampi soccorro il marco Bundesbank: i tassi non saliranno ROMA. Le nuove proposte per l'unificazione tedesca sono cadute come una doccia gelida sui mercati valutari. Tutti temono possibili conseguenze inflazionistiche con inevitabili rialzi a catena dei tassi. Una eventualità questa smentita dai responsabili finanziari tedeschi, giapponesi e francesi, che però non sono riusciti a risollevare le sorti de marco. Così la divisa tedesca, che lunedì aveva toccato i livelli minimi dal 15 novembre '89, ieri ha perso nuovo terreno chiudendo a 733,375 lire (contro le 733,675 del fixing precedente) nonostante i massicci interventi di Bankitalia che è intervenuta sul mercato acquistando 179,5 milioni di marchi tedeschi e 60 milioni di Ecu nel tentativo di riequilibrare la tendenza della lira a mettere «sotto pressione» la valuta tedesca. Sull'onda del marco la Borsa di Francoforte ha continuato a cedere terreno (ieri ha perso lo 0,38% dopo il 2,5% di lunedì) mentre le tensioni sui tassi americani hanno continuato a scuotere Wall Street. A beneficiare di questo clima di incertezza sembra essere il dollaro. Helmut Hesse, presidente della banca centrale della Bassa Sassonia e membro del direttivo della Bundesbank, ha affermato che la Bundesbank non dovrebbe rialzare i tassi d'interesse per allontanare le pressioni inflazionistiche. Prima bisognerà però capire, ha aggiunto Hesse, come i tedeschi dell'Est spenderanno i marchi acquistati dopo l'unione monetaria. «Non è escluso difatti che i tedeschi dell'Est risparmino tale denaro, diminuendo il rischio di un surriscaldamento dei prezzi». In precedenza anche il governatore della banca centrale nipponica, Yasushi Mieno, aveva escluso che possa essere prossimo un aumento dei tassi d'interesse in Giappone, poiché i saggi saliranno in tutto il mondo con l'afflusso di fondi destinati alla ricostruzione dell'Europa dell'Est. Mieno, da parte sua ha rilevato che mentre il calo dello yen non corrisponde allo sviluppo equilibrato dall'economia giapponese, eventuali interventi dovranno essere concertati dal gruppo del «G7». La banca centrale nipponica continua a controllare gli effetti dell'ultimo aumento al 5,25%, del tasso di sconto sull'economia giapponese, che risale al 20 marzo. Solo la banca centrale svizzera ha ritoccato il tasso lombard al 12,125 dall'11,875. Ma un secco no al rialzo è partito dal ministro dell'economia francese Pierre Beregovoy, il quale ha escluso che la Francia debba restringere il credito per fronteggiare un eventuale aumento dei tassi in Germania occidentale per combattere l'inflazione interna. «Dobbiamo abituarci all'idea che il franco sia indipendente dal marco», ha detto Beregovoy nel corso di un'intervista alla radio. «Se la Germania alzerà i propri tassi ha aggiunto lo farà per ragioni interne e non c'è alcun motivo per seguire la Rft sulla strada di un eventuale ritocco dei tassi». Beregovoy ha ribadito a più riprese di non condividere l'opinione di chi ritiene che l'unificazione economico-monetaria e gli effetti inflazionistici in . Germania possano innescare una spirale rialzista, costringendo anche il governo francese ad alzare i tassi. [r. ec]

Persone citate: Beregovoy, Ciampi, Helmut Hesse, Hesse, Mieno, Pierre Beregovoy, Yasushi Mieno

Luoghi citati: Bassa Sassonia, Europa Dell'est, Francia, Francoforte, Germania, Giappone, Rft, Roma