Ha convinto il figlio ad uccidersi di Omero Marraccini
Ha convinto il figlio ad uccidersi Il padre aveva rubato ad un amico militare la pistola con cui si è tolto la vita Ha convinto il figlio ad uccidersi Dopo una lunga discussione sulla spiaggia dell'Elba LIVORNO DAL NÒSTRO CORRISPONDENTE Il «giallo» con due cadaveri a Portoferraio dell'Elba si arricchisce di nuovi particolari che chiariscono alcuni aspetti della sconcertante vicenda. Ieri, intanto, si sono svolti i funerali di Vittorio Ginanneschi e del figlio Francesco, trovati morti lunedì sulla scogliera delle Viste. Il padre si era tolto la vita con un colpo di pistola alla tempia; il giovane Francesco, che aveva 18 anni, si era sfracellato in un dirupo profondo oltre venti metri. Restano adesso ancora aperti tutti gli interrogativi su quello che viene ufficialmente definito un duplice suicidio. Vittorio Ginanneschi pensava alla morte, per sé e per il figlio, già da alcuni giorni. Lo prova il fatto che l'arma con cui si è sparato l'aveva preparata da giorni perché l'aveva rubata. Si tratta di una pistola di ordinanza che, in maniera ancora misteriosa, era sparita dall'abi¬ tazione di un suo amico militare. Vittorio Ginanneschi aveva nascosto l'arma nel cruscotto della propria auto. Perché - ecco la domanda ancora senza risposta - il tecnico della Sip si era procurato la pistola prima della tragica gita con il figlio? I due lasciarono l'abitazione domenica verso le 18 e si fermarono a parlare e discutere per oltre sei ore, come provano le lancette dell'orologio di Francesco che sono rimaste bloccate per l'impatto sulla scogliera all'I. Ma che cosa si dissero? Ancora mistero. I familiari, i conoscenti, dicono che da qualche tempo i due, padre e figlio, erano cambiati nel carattere: Vittorio, uomo affabile con tutti, gentile, recentemente si era un po' chiuso, era diventato molto triste. Francesco, che forse era la causa delle preoccupazioni paterne, da un paio di mesi aveva rivelato, dicono, alcuni mutamenti di carattere, era apparso trasformato. Il giovane, che negli anni passati aveva frequentato con profitto l'Istituto professionale, da gennaio, dopo un infortunio, aveva cessato di frequentare la scuola, aveva cominciato a cambiare compagnie, si vedeva spesso nelle discoteche con amici più grandi di lui. Spesso ritornava a casa tardi, ad ore per lui insolite. Dicono che un incidente gli avesse procurato dei dolori alla testa che lo facevano soffrire. Vittorio Ginanneschi, preoccupato e divenuto più emotivo del solito, seguiva con ansia il comportamento del giovane, che intanto si era lasciato con la propria ragazza e si mostra va sempre più cupo. Colpa di questo amore finito? Ginanneschi si era rivolto allora agli psichiatri. Erano stati fatti alcuni controlli e consulti all'ospedale di Pisa. C'è chi sostiene che dai controlli non era venuto fuori nulla di preoccupante, chi invece lascia capire che il padre era venuto a saperedi una gravissima malattia che affliggeva il ragazzo. A questo punto, si dice, era scaturita la tempesta il proposito di Vittorio di farla finita, assieme con il figlio al quale era legato da un rapporto fortissi mo. Sarebbe nata cosi nella mente del Ginanneschi l'idea di farla finita assieme a Francesco. Per questo la decisione, domenica sera, della gita in auto fino alla scogliera, fuori dal paese e forse per questo la lunghissima discussione a due: oltre sei ore di sofferenza per entrambi, sino alla disperazione totale. Si sarebbe verificato una sorta di plagio, insomma, e il ragazzo non avrebbe retto alla pressione psicologica di suo padre. Ed ecco la tragica decisione: il tuffo dalla sommità della scogliera. A questo punto Vittorio Ginanneschi, dopo avere scritto un messaggio alla moglie Annarosa e alla figlia Lucia di 6 anni, ha impugnato la pistola e si è sparato. Omero Marraccini
Persone citate: Ginanneschi, Vittorio Ginanneschi
Luoghi citati: Livorno, Portoferraio
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