Dipendente travolge industriale di Anna Langone

Dipendente travolge industriale Dipendente travolge industriale FOGGIA. Ucciso per un debito, anche se, inizialmente, si era pensato anche ad un rapimento: un anziano imprenditore si allontana da casa l'ora di pranzo con un proprio dipendente e non dà più notizie. Poi la verità, emersa dalla confessione del giovane operaio: «L'ho ucciso per quelle 500 mila lire». Alfredo Tonti, settantasettenne, foggiano, titolare di un'industria vetraria e padre di un noto avvocato, ha pagato con la vita un compenso non corrisposto a Massimo Mancini, poco più di vent'anni, sposato, con un bambino, suo dipendente saltuario: il Mancini lo ha portato fuori città e lo ha in vestito con l'auto. Tutto s'inizia sabato mattina. L'operaio va dal datore di lavoro, in azienda, e gli chiede di saldare un vecchio debito. Tonti, titolare di una piccola impresa vetraria da un anno in regime di concordato preventivo per pagare i creditori, lo invita ad avere un po' di pazienza. Il giovane sembra acconsentire, ma intanto fa scattare uno stratagemma. Sapendo che il Tonti, circa quindici giorni fa, aveva subito il furto di un Ford Transit, per la cui restituzione gli era stato chiesto un milione e mezzo, la credere all'imprenditore di saperne qualcosa L'anziano, che già sospettava del dipendente ed aveva anche minacciato di denunciarlo, gli dà retta e non ha difficoltà a se guido quando, verso le 13. Mancini va prenderlo a casa con la sua Regata e la promessa di dargli una inailo a ritrovare il furgone. La passeggiala, partita in via Castiglione, la contrada di peri feria in cui abita la famiglia Tonti, si conclude in un bo schetto vicino ad un canalone, alle spalle di un mulino A quel punto Tonti capisce che il Mancini ha intenzioni diverse da quelle dichiarate: invita il giovane a riportarlo a casa, poi spaventato scende dall'auto, ma in un attimo la Regata gli 6 addosso. Sarà l'autopsia a stabilire se la morte è arrivata subito o se l'omicida ha infierito sul corpo della vittima, investendolo più volte. Perora Massimo Mancini continua a ripetere al magi I strato di non sapere il perché di J questo gesto. E' stata la denuncia della scomparsa dell'anziano genito re, presentala dall'avvocato Lii no Tonti, alle 18.40 di sabato, a j portare faticosamente a galla la | verità. A quell'ora l'omicidio era già stato compiuto e Massi ino Mancini, dopo aver lascialo il cadavere e la propria auto nel boschetto, era rientrato a casa, un podere sulla via del Salice, camminando come un automa. Quando alle 21, dopo la denuncia della scomparsa, l'hanno rintracciato, il giovane si è contraddetto, poi ha ceduto e all'una di domenica mattina ha accompagnato i poliziotti sul luogo del delitto. Ieri per Mancini nuovo interrogatorio. Anna Langone Per un credito

Persone citate: Mancini, Tonti

Luoghi citati: Foggia